[16/05/2011] News

L'Iran inaugura la prima centrale solare-gas a ciclo combinato e il primo deposito sotterraneo di gas

Ahmadinejad assume l'interim del ministero del petrolio. Summit petrolchimico a Teheran (alla faccia del boicottaggio)

Il presidente iraniano Mahmoud Ahmadinejad ha inaugurato nella città di Yazd la prima centrale solare-gas a ciclo combinato. L'impianto, con potenza di 480MW, è stato inaugurato durante la visita di Ahmadinejad e del suo governo nella città nell'Iran centrale. Il presidente iranianio ha spiegato che «Tutte le attrezzature per la centrale elettrica sono state realizzate interamente in territorio iraniano con materiali nazionali grazie alla grande esperienza acquistata negli anni».

La radio iraniana Iriob sottolinea che «La centrale a ciclo combinato, è tra i più grandi impianti di alimentazione in Iran ed è il primo nel suo genere in tutto il mondo. Si tratta di un campo solare che concentrerà la luce solare su tubazioni percorse da un nuovo fluido a base di sali con la proprietà di accumulare il calore per tempi prolungati e renderlo disponibile in ogni momento della giornata e in qualsiasi condizione meteorologica. L'energia termica così raccolta produrrà vapore ad alta pressione che, convogliato nelle turbine della centrale, produrrà circa 5 MW. Negli ultimi 20 anni la Repubblica islamica ha compiuto passi da gigante verso la generazione di energia elettrica a livello nazionale attraverso la costruzione di diversi tipi di centrali elettriche».

Il vice ministro del petrolio iraniano, Javad Owji, ha annunciato l'inaugurazione del primo impianto di stoccaggio sotterraneo di gas naturale nella provincia di Qom: «Prevediamo che durante la prima fase del progetto, nei primi sei mesi dell'anno, verrà iniziata l'iniezione di oltre cinque milioni di metri cubi di gas naturale al giorno, e nella seconda metà dell'anno verranno estratti oltre i sette milioni di metri cubi. Il serbatoio di gas naturale di Qom (Sarajeh), ha la capacità di immagazzinare 3,3 miliardi di metri cubi di gas l'anno. Giacimenti di gas naturale sono destinati ad immagazzinare gas in eccesso nei momenti di bassa richiesta per poi restituirla nei momenti di picco dell'anno».
Oggi Ahmadinejad ha annunciato che assumerà ad interim la direzione del ministero del petrolio, alla vigilia della riunione biennale dell'Opec sotto la direzione di Teheran.

«Per il momento, garantirò l'interim alla guida del ministero del Petrolio - ha detto in un'intervista il presidente iraniano, che sta facendo fronte a quella che sembra una rivolta di palazzo appoggiata da influenti ayatollah. Ahmadinejadnon ha spiegato le ragioni della sua decisione, ma sabato ha esautorato i tre ministri che si occupano di petrolio, dell'industria e degli affari sociali, «Le cui amministrazioni dovranno fondersi nell'ambito di un progetto di riorganizzazione della struttura di governo - spiega Irib - Ahmadinejad ha nominato i ministri ad interim per l'Industria e gli Affari sociali, ma non aveva dato alcuna indicazione sul ministero del petrolio».

Il rappresentante iraniano all'Opec, Mohammad Ali Khatibi, ha spiegato che difficilmente Ahmadinejad andrà a Vienna: «Nella misura in cui il presidente garantirà l'interim del ministero, potrebbe partecipare. Ma sarebbe una cosa insolita poiché normalmente il presidente non partecipa a questo genere di riunioni». Khatibi si aspetta «La nomina di un rappresentante».
Mentre ci pensano, gli iraniani stanno organizzando a Teheran il summit della multinazionali petrolchimiche. Il network satellitare Press Tv spiega che «Le principali grandi compagnie del settore della petrolchimica prenderanno parte al IX Forum petrolchimico dell'Iran, che si svolgerà il 21 e 22 maggio a Teheran».

Il segretario generale del forum, Ramezan Oladi, ha spiegato alla Tv iraniana in lingua inglese che «Più di 110 rappresentanti di 25 grandi compagnie petrolchimiche parteciperanno alla conferenza di due giorni. Saranno presenti al forum dei responsabili provenienti dal Sudafrica, dalla Germania, dall''Arabia saudita, dal Brasile, dalla Cina, dalla Corea del sud, dalla Francia, dalla Gran Bretagna, dalla Grecia, dall'Italia, dall'India, dal Giappone, da Singapore, dalla Svizzera e dalla Turchia».

Nel mazzo ci sono diversi Paesi (compreso il nostro) che hanno aderito con entusiasmo alle sanzioni economiche contro l'Iran e addirittura 4 (Cina, Francia, Gran Bretagna e Germania) che fanno parte del G5+1 che quelle sanzioni le hanno scritte e fatte approvare dal Consiglio di sicurezza dell'Onu
Oladi ha sottolineato che a questo forum con le aziende petrolchimiche straniere (spesso di Stato o partecipate dallo Stato) parteciperanno «Anche 840 esperti provenienti da 260 società iraniane».

Tra le aziende nella "lista nera" stilata dagli americani ci sono diverse imprese petrolchimiche che, c'è da esserne certi, siederanno a fianco delle imprese che dovrebbero boicottarle. E c'è anche da essere certi che gli iraniani boicottati e gli occidentali che dovrebbero boicottarli lavoreranno alacremente insieme nei workshop previstio all'interno della conferenza. Oladi ha spiegato che «Il sarà basato sulle questioni che si pongono attualmente all'industria petrolchimica, quali l'impatto della crisi economica internazionale sul settore e l'influenza dell'aumento dei prezzi delle materie prime utilizzate dall'industria petrolchimica sulla capacità di produzione. Le nuove tecnologie petrolchimiche, le prospettive del mercato, il controllo della qualità dei prodotti petrolchimici e le opportunità di investimenti nel settore saranno al centro delle discussioni».
Alla faccia del boicottaggio!

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