[13/05/2011] News

Italia, qualcosa ci sfugge

Evidentemente qualcosa ci sfugge. Ci sembrava che le crisi di governo, quelle extraparlamentari, si aprissero quando in presenza di una crisi politica all'interno della maggioranza che sostiene il Governo, quest'ultimo non ha la possibilità di far approvare i provvedimenti necessari alla propria azione.

Ieri il premier ha detto che oggi in Campania si presenterà facendo vedere che ha "pronto il provvedimento che sospenderà gli abbattimenti delle case". Si tratta di case abusive e la Lega, che ci risulta essere il secondo partito della maggioranza, ha detto attraverso Calderoli che «Personalmente, indipendentemente da dove siano collocati gli immobili, sono contrario a fermare abbattimenti già disposti di costruzioni abusive, che tra l'altro non avrebbero neppure potuto essere sanate nei precedenti condoni edilizi» e che dunque prima Berlusconi "dovrà parlarne con la Lega".

Dunque il premier pare agisca "d'impulso" all'insaputa di tutti o quasi. Soprattutto dei suoi. Va tenuto conto che questa maggioranza ha già perso, ci pare, un pezzo dopo lo "scisma" di Fini e che dunque l'attuale formazione di governo sia ben diversa da quella che ha vinto le elezioni e per di più stia praticamente andando avanti a tentoni, imbarcando figure politiche spesso imbarazzanti e che escono dalla pancia clientelare ed arruffona del Paese (e se ne vantano). Non basterebbe questo per far aprire una crisi? Pare di no.

Lo dimostra anche l'ultimo decreto sviluppo. Presentato alcuni giorni fa, ieri è stato rivisto con sorprese mica da ridere. Su tutte quella relative al diritto di superficie sulle spiagge. Dai 90 anni si è passati a 20. Così, senza colpo ferire. Come se fosse praticamente una limatura. Il governo, sapendo benissimo che l'Europa non sarebbe stata d'accordo con questo provvedimento, prima lo ha comunque presentato per farsi bello con i balneari, poi lo ha ridimensionato, per usare un eufemismo, sotto i colpi del presidente della Repubblica e i primi malumori arrivati dall'Ue.

L'Italia, va detto, ha approvato le Direttive e libri bianchi, verdi e blu dell'Ue che sostengono posizioni inconciliabili con questo decreto, a partire dai vincoli contro la cementificazione delle coste e per la tutela del paesaggio e degli habitat, ma poi se ne è bellamente infischiata. Ora ritira tutto quel che ha condiviso. Ritira tutto come ha fatto con il nucleare, sempre con secondi fini, con trucchetti elettorali da imbonitore nemmeno celati. Il solito gioco delle tre carte per i creduloni che continuano ad affollare il banchetto del vecchio prestidigitatore... pur conoscendo il trucco.

Ma, al di là del triste spettacolo da fiera di paese, una cosa è evidente: è stata definitivamente sepolta ogni idea di programmazione e governo del territorio, che poi è il governo stesso della comunità, la politica è sparita in un marketing esasperante che ormai e diventato vendita di un prodotto taroccato, alla ricerca dei più retrivi interessi di "corporazioni" di abusivi. Una cosa probabilmente mai vista in un Paese democratico e civile e che fa impallidire il bonario clientelismo democristiano e supera la spudoratezza dell'Italia craxiana, della Milano da bere che finì in Tangentopoli.

Sempre le elezioni stanno sotto le promesse di Berlusconi a Napoli e c'è da star sicuri che - per fare un altro esempio - che se il Sistri (il sistema di controllo della tracciabilità dei rifiuti voluto dal governo) continuerà a non funzionare, per non arrivare all'ennesimo scontro con Confindustria, sarà varata un'altra bella proroga. Nel frattempo, si viene anche a spere che anche il progetto Ngn, la maxi rete nazionale per portare la fibra ottica nelle case degli italiani, è saltata.

L'immobilismo, dunque, regna sovrano. Chiacchiere avanti tutta sui temi caldi elettorali, per il resto niente. E non entriamo nelle beghe del premier perché altrimenti non ci si esce più.

Ce ne è abbastanza, insomma, perché questo governa cada. Ma qualcosa, come detto, ci sfugge. Perché la crisi non è nemmeno paventata dall'opposizione. Forse le elezioni potranno dirci qualcosa in più. Ma anche la corda del populismo se troppo tirata può rompersi e se ne è accorta anche la Lega Nord che di populismo è maestra.

Le anziane signore napoletane con il filo di perle che, destreggiandosi fra la spazzatura, dai quartieri bene di Napoli invocano in televisione le rivoluzioni nordafricane, potrebbero essere il segnale che quella corda si è già spezzata. Forse è un buon segnale... o forse è il preoccupante sintomo di un malessere profondo che la politica non riesce a cogliere, di una voglia di governo e responsabilità che se non accolta e ricondotta nell'alveo del progresso democratico potrebbe portarci a brutte avventure, passando dal populismo del marketing a quello delle barricate di strada.

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