[12/05/2011] News

L'Europarlamento contro la resistenza agli antibiotici negli animali d'allevamento e domestici

Il Parlamento europeo ha chiesto «Più ricerca e un miglior sistema di controllo degli effetti degli antibiotici sugli animali d'allevamento e su quelli domestici per contrastare la crescente resistenza a tali medicamenti e le conseguenti difficoltà di cura. I deputati vogliono un uso più ristretto degli antimicrobici».

Approvando oggi la risoluzione preparata dal di presidente della Commissione agricoltura dell'Ue, l'ex ministro delle politiche agricole italiano Paolo De Castro, del gruppo socialisti e democratici, gli eurodeputati hanno chiesto ai governi nazionali di «Attuare un monitoraggio e una sorveglianza regolari e sistematici della resistenza antimicrobica sia negli animali destinati alla produzione di alimenti che in quelli da compagnia».

De Castro ieri sera aveva spiegato durante il dibattito in aula che «Se utilizzati correttamente, gli antibiotici sono uno strumento utile, ma chiediamo alla Commissione risposte concrete per un uso più efficiente ed efficace degli antimicrobici al fine di ridurre la resistenza negli animali. Un problema che può avere conseguenze anche sulla salute umana».

Il Parlamento europeo chiede la creazione di «Un sistema di allevamento che consenta di ridurre la prescrizione di antimicrobici e che ci sia a livello europeo più ricerca su nuovi prodotti e metodi alternativi. L'obiettivo è ridurre l'uso di antibiotici, mantenendo allo stesso tempo un forte controllo sulle patologie degli animali».

Sollecitato anche un aumento del bilancio del Food and veterinary office (Fvo) e dell'European food safety authority (Efsa) «Per finanziare un numero maggiore d'ispezioni e più ricerca scientifica e per meglio controllare il rispetto del divieto del 2006 di utilizzare gli antibiotici come fattore di crescita».

Gli europarlamentari hanno chiesto alla Commissione europea di «Preparare un piano d'azione contro la resistenza antimicrobica per tutti gli animali, compresi quelli da compagnia, e di concentrare gli sforzi sul nesso tra salute degli animali e uso degli antimicrobici, e quindi tra salute degli animali e quella umana».

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