[12/05/2011] News toscana

Eaton: i rischi di un intervento e di una reindustrializzazione senza (per ora) orientamenti

Il mandato conferito a Fidi Toscana dal Presidente della Regione, Enrico Rossi, di verificare le intenzioni di vendita dell'area dell'ex stabilimento Eaton di Massa con l'obiettivo di acquisirla, segna un passaggio di grande rilevanza nella politica industriale regionale. Non si tratta di una svolta, perché l'impegno del presidente e dell'assessore Simoncini sulle crisi aziendali è stato costante ed importante, seppure con alterni risultati. Altrettanto costante in questa politica di contenimento degli effetti occupazionali della crisi è stato il ruolo di Fidi Toscana, ormai sempre più "banca d'affari" (una specie di "Iri") del governo regionale.

La scelta di un intervento diretto è tuttavia un salto di qualità rispetto alle concessioni di garanzie ed alla progettazione finanziaria del recente passato. E' una scelta indubbiamente coraggiosa e politicamente legittimata dai comportamenti assai poco illuminati della multinazionale. Al tempo stesso è una scelta gravida di rischi.

Il primo è quello di impegnarsi in una "mission impossible", ossia quella di ricollocare l'area (rivendendola? concedendola in affitto a condizioni di mercato? oppure sussidiando significativamente l'insediamento?) ad imprese che accettino non solo la localizzazione, ma anche di farsi carico del reimpiego dei 300 lavoratori licenziati.

Su questo c'è ovviamente da sperare che il governatore o Fidi Toscana abbiano qualche "asso nella manica", ossia uno o più investitori toscani o forestieri, che non siano solo tentati dalle opportunità di sfruttare incentivi finanziari.

Il secondo rischio deriva dal fatto che, ancora una volta, si enuncia una strategia di "re-industrializzazione" senza specificare di che tipo. Per quell'area non c'è un progetto, non ci sono scelte che permettano di dar corpo ad un intervento integrato e coerente. Il rischio è dunque che si accetti qualsiasi impresa (certo finanziariamente solida: su questo vigila con competenza Fidi Toscana), ma non necessariamente capace di innescare un nuovo ciclo di sviluppo sostenibile per l'area e di identificare nuove vocazioni.

E' come se lavorare anche in questo caso con una visione di futuro per la Toscana fosse un lusso che non ci possiamo permettere.

Il terzo è un rischio politico, perché 300 lavoratori sono tanti, ma purtroppo solo una minima frazione dei problemi occupazionali della Regione. Per loro si è pronti a spendere, a quanto riportano i giornali, 8 o 9 milioni di euro (sempre che Eaton accetti, di fronte ad un acquirente che si è pubblicamente impegnato, di non forzare la mano e chiedere il valore originario dell'area, che pare essere il doppio).

E per gli altri? Cosa bisogna vantare per essere "lavoratori di serie A"? Solide affiliazioni politico-sindacali? o l'essere impiegati da un'impresa manifatturiera? L'economia è scienza crudele. Piaccia o non piaccia, quei 9 milioni spesi a Massa sono 9 milioni che non saranno spesi altrove: per sostenere nuove imprese, per finanziare ricerca, per rendere più verde l'industria, per industrializzare il terziario. Scelta legittima, ovviamente...

Scorro i titoli dei quotidiani di mercoledì. Il QN annuncia correttamente: "la Regione vuol comprare l'area Eaton". Repubblica è meno corretta, forse il titolo così lungo non ci stava, però temiamo che abbia indovinato. Il titolo è: "La Regione compra la Eaton". 

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