[10/05/2011] News toscana

Cogliere l’occasione della tragedia di Fukushima per ripensare i menu

I dati provenienti dal Giappone in merito ai rischi nucleari connessi ai danni che la centrale di Fukushima ha subito dovrebbero indurre anche i nostri amministratori, e la popolazione, a prendere debite precauzioni.

Infatti sarebbe sbagliato, in un mondo sempre più governato dalla globalizzazione e, purtroppo, dallo spostamento di merci, compresi gli alimenti, da una parte all'altra del pianeta, pensare che quanto accaduto in estremo oriente non possa avere conseguenze per la salute anche da noi. Tutto ciò alla luce del parere degli esperti soprattutto relativamente al cesio 137 che per diverso tempo è rimasto a livelli di centinaia di volte sopra i limiti. Infatti il plancton assorbe il cesio e i pesci di piccola taglia mangiano il plancton, il cesio finisce nelle catene alimentari e qui si rischia una moltiplicazione degli effetti. Questo vale per alcuni pesci, che pescati da quelle parti finiscono anche in Italia e in Europa. Poi chi introduce per via alimentare il cesio, se lo trova all'interno dell'organismo ed è come avere una piccola sorgente radioattiva che dall'interno va a colpire moltissime cellule. Molte di queste sostanze radioattive vanno a marcare le cellule staminali e i gameti. Marcando i gameti, il danno che vediamo nel giro di pochi anni sulle popolazioni adulte di tutto il mondo è sempre da interpretare come qualcosa che si può amplificare nella generazione successiva.

E' bene rammentare che gli oceani sono tutti collegati fra loro e che a causa delle correnti marine che funzionano come veri e propri fiumi, la radioattività che ha interessato il Mare del Giappone può avere implicazioni sulla catena alimentare anche a distanze notevoli.

Dal momento che abbiamo constatato come anche sul territorio isolano venga venduto pesce surgelato di generica provenienza "oceanica", il WWF chiede di rivedere per lo meno i menù destinati ai più piccoli, specialmente nelle mense scolastiche, al fine di evitare che sia somministrato pesce surgelato, almeno di provenienza non certa dal Mediterraneo.

Nel contempo tutte le amministrazioni locali sono invitate a preferire per le mense alimenti coltivati e allevati in prossimità e rispettando i ritmi delle stagioni. Ne guadagnerà il gusto, la salute e l'ambiente, visto anche il consumo di carburante e le emissioni di CO2 necessarie per spostare le merci da una parte all'altra del globo.

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