[06/05/2011] News

Il Cese all'Ue: maggiore trasparenza su nucleare. Affrontare il problema delle scorie

Lavorare ad energie che non producono sostanze che minacciano la vita umana per molti secoli
«L'Unione europea dovrebbe istituire un quadro comune per la gestione sicura dei rifiuti radioattivi e del combustibile esaurito». A dirlo è il Comitato economico e sociale europeo (Cese) che nel corso della sua sessione plenaria di maggio a sollecitato l'Ue a fornire risposte certe sulla sicurezza nucleare.

«L'opinione pubblica deve essere positivamente impegnato nelle proposte per determinare il futuro a lungo termine di questi materiali e misure urgenti devono essere prese per risolvere questioni che sono state oggetto di discussione per cinquanta anni», sottolinea il Cese.

Dopo il progetto di direttiva della Commissione europea in materia di rifiuti radioattivi, il Cese ha evidenziato «Oltre alle scorte molto estese i rifiuti radioattivi di diversi gradi, l'Ue produce ogni anno 280 metri cubi di scorie altamente radioattive e 3.600 tonnellate di metalli pesanti proveniente dai combustibili.

Il relatore britannico Richard Adams, un consulente in business sociale, ambientale ed etico che fa parte della Commissione III Various Interests, del Cese, ha insistito perchè ogni Stato membro dell'Ue compia la necessaria scelta sulla gestione delle scorie radiattive, «Ma nell'ambito delle linee guida dell'International atomic energy agency e comunque con un approccio trasparente e di international peer review. Occuparsi degli aspetti delle scorie radioattive non è la stessa di esprimere un sostegno o il disaccordo all'uso dell'energia nucleare. La realtà è che decine di migliaia di tonnellate di scorie nucleari sono stoccate in modi diversi in molti siti in tutta Europa, e le scorie di livello intermedio ed alto si mettono in quello che è considerato come deposito temporaneo. L'Europa ha urgente bisogno di un dibattito pubblico su un accettato piano di gestitione».

Inoltre il Cese si raccomanda che la direttiva Ue faccia ferimento specifico alla sua complementarietà con la direttiva sui rifiuti pericolosi, deve afferma con forza che il produttore dei rifiuti radioattivi paga per lo smaltimento, e accoglie con favore la possibilità che gli Stati membri sviluppino di comune accordo, servizi in comune.

Il Comitato economico e sociale europeo ha inoltre detto che «A medio termine, sarebbe opportuno lavorare a forme di produzione di energia che non comportano la produzione di sostanze che costituiscono una minaccia per la vita umana per molti secoli».

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