[05/05/2011] News

L’America Latina č il paradiso degli investimenti esteri (soprattutto nelle risorse naturali)

Secondo il rapporto "a inversión extranjera directa en América Latina y el Caribe 2010" presentato a Città del Messico dalla Comisión económica para América Latina y el Caribe (Cepal) dell'Onu, «Nel 2010 l'America Latina e i Caraibi sono stati la regione dove è cresciuta di più la percentuale di ricezione ed emissione di investimenti esteri diretti (Ied). Gli investimenti stranieri in America Latina-Caraibi sono aumentati del 40%, raggiungendo 112,634 miliardi di dollari, mentre nello stesso periodo le spese sono quasi quadruplicate, arrivando al record di 43,108 miliardi di dollari «Il che mette in rilievo il gran dinamismo delle multinazionali latinoamericane e caraibiche, conosciute come translatinas», dice il Cepal.

Mentre gli investimenti stranieri calavano del 7% nei Paesi sviluppati ed aumentavano del 10% nei Paesi in via di sviluppo,  l'America Latina/Caraibi ha incrementato i finanziamenti esteri dal 5% al 10% tra il 2007 e il 2010 e «Per il 2011 si spera che i flussi di Ied verso l'America Latina ed i Caraibi mantengano la stessa tendenza, aumentando tra il 15 e il  25%, con il quale potrebbero raggiungere un nuovo record storico», hanno detto la segretaria esecutiva della Cepal, Alicia Bárcena, ed il segretario dell'Hacienda y Crédito Público de México, Ernesto Cordero, presentando il rapporto.

«Le cifre che presentiamo oggi danno conto del crescente inserimento dell'America Latina e dei Caraibi nel processo di globalizzazione economica - ha spiegato la Bárcena - I Paesi della regione non solo stanno diventando sempre più attraenti per gli investitori stranieri, ma sono sempre più audaci nel conquistare altri mercati attraverso le translatinas».

Quindi Paesi spesso con governi di "sinistra" con una forte presenza dello Stato anche nelle grandi imprese, possono essere competitivi con la Cina e soprattutto con le "vecchie" democrazie liberiste, anche se la segretaria della Capal avverte che «Per migliorare la capacità di assorbimento dei benefici di questi investimenti insistiamo sulla necessità di applicare politiche di sviluppo produttivo, focalizzate sull'innovazione e il rafforzamento delle capacità locali per favorire  la creazione di imprese di qualità. Gli  Ied devono aiutare la regione a crescere con uguaglianza».

Secondo il rapporto, il maggior ricettore di Ied della regione è stato il Brasile, con un aumento record dell' 87%, passando da 25,949 miliardi di dollari nel 2009 a 48,462 miliardi di dollari nel 2010; al secondo posto si piazza il Messico (17,726 miliardi $), seguito dal Cile (15,095 miliardi $), Perù (7,328 miliardi $), Colombia (6,760 miliardi $) e Argentina (6,193 miliardi $). Anche in America centrale gli investimenti esteri aumentano in tutti i Paesi ad esclusione di El Salvador (-79%), mentre nei Caraibi, che vivono soprattutto di turismo e rimesse degli emigrati, crollano del 18%.

Il Messico è il Paese che ha investito più all'estero nel 2010 ( 12,694 miliardi di $), seguito da Brasile (11,500 miliardi $), Cile (8,744 miliardi $) e Colombia (6,504 miliardi $). Secondo la Cepal, «Tra I fattori che hanno reso possibile la crescita delle ricezione degli Ied nel 2010, figurano il miglio disimpegno delle economie sviluppate ed il dinamismo di certe economie emergenti che spingono alcuni settori con l'aumento della domanda».

Gli Usa sono ancora il maggior investitore nell'ex "giardino di casa" con il 17% degli Isd, seguiti dalla sorprendente Olanda (13%), dalla Cina (9%) e da Canada e Spagna, entrambi al 4%. Il rapporto si sofferma su quella che viene definita «L'irruzione del gigante asiático» e spiega che «Nel 2010 le imprese cinesi hanno investito circa 15 miliardi di dollari nei Paesi latinoamericani e caraibici, soprattutto attraverso fusioni e acquisizioni. Più del 90% degli investimenti cinesi confermate in America Latina si sono diretti verso l'estrazione di risorse naturali. A medio termine, si spera che le imprese multinazionali di questo Paese continuino ad arrivare nella regione e che si diversifichino verso I settori delle infrastrutture e manifatturieri».

Secondo la Commissione Onu, i flussi di investimenti «Stanno rafforzando la specializzazione produttiva della regione.  In America del Sud I settori con maggiori investimenti nel 2010 sono state le risorse naturali (43%) e I servizi (30%) e, in comparazione con il periodo 2005-2009, si osserva un aumento del peso dei settori primari negli investimenti. In Messico , America Centrale e Caraibi, gli investimenti continuano ad arrivare principalmente alle manifatture (54%) ed ai servizi (41%). La partecipazione dell'America Latina e dei Caraibi come destinazione di investimenti ad alto contenuto tecnologico è ancora ridotta a paragone di altre regioni, anche se si osserva un incremento de progetti di Ied in settori  di tecnologia medio-alta ed associati alla ricerca e sviluppo»

Il rapporto Cepal affronta anche  la situazione degli Ied in Centroamerica, Panama e Repubblica Dominicana: «Si mantiene l'obbiettivo delle multinazionali di investire nei Paesi centroamericani per generare piattaforme di esportazione, però hanno variato I settori di destinazione, passando dal manifatturiero ai servizi (specialmente turismo, commercio, immobiliare e servizi imprenditoriali a distanza)».

Per quanto riguarda i principali investimenti stranieri e le strategie imprenditoriali nelle telecomunicazioni, il rapporto evidenzia la crescente partecipazione dell'America Latina alla banda larga ed all'industria del software, che stanno diventando un altro n motore della crescita di questo subcontinente che sembra essersi svegliato dal letargo in cui lo avevano sprofondato le dittature fasciste.

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