[04/05/2011] News

Sviluppo del sistema comunitario di monitoraggio del traffico navale: la relazione della Ue

Lo sviluppo del sistema comunitario di monitoraggio del traffico navale è iniziato nel 2002. Ciò ha richiesto una notevole dose di lavoro legislativo, tecnico e importanti risorse finanziarie a livello degli Stati membri e dell'UE. Dalla relazione della Commissione al Consiglio e al Parlamento europeo sull'attuazione della direttiva del 2002 che istituisce il sistema risulta che la direttiva è ora recepita negli ordinamenti nazionali e il sistema comunitario di monitoraggio del traffico navale e d'informazione SafeSeaNet è pienamente stabilito e operativo, anche se permangono problemi tecnici nello scambio dei dati elettronici.

Risulta poi, che il numero di incidenti nelle acque dell'UE è diminuito notevolmente e che la futura attuazione di ulteriori misure per la sicurezza marittima contribuirà a migliorare il monitoraggio del traffico navale nelle acque europee e lo scambio di informazioni e la cooperazione tra le autorità marittime.

Il sistema SafeSeaNet attribuisce ai paesi partecipanti un rapido accesso a tutte le informazioni importanti sui movimenti delle navi nelle acque europee, sulle merci pericolose o inquinanti che trasportano, come olio combustibile o prodotti chimici e sulle navi che presentano un rischio potenziale per la sicurezza della navigazione o per l'ambiente.

Tutti i 22 Stati membri costieri assieme alla Norvegia e all'Islanda, sono collegati attraverso i propri sistemi nazionali al sistema SafeSeaNet centrale. Ma in base alla relazione dell'Emsa (Agenzia europea per la sicurezza marittima) sulla qualità delle informazioni risulta che permangono dei problemi tecnici nello scambio dei dati elettronici e che continuano a essere utilizzati altri strumenti, come i fax, per l'invio di alcuni tipi di rapporti.

Nel periodo gennaio-giugno 2010 dei 22 Stati membri costieri, solo 10 trasmettevano tutti i cinque tipi di rapporti richiesti (scalo in un porto, hazmat, posizione della nave (Ais), rapportazione navale obbligatoria (Mrs), notifiche e rapporti su incidenti) per via elettronica a SafeSeaNet. E la maggioranza dei 12 Stati membri che non ha inviato tutti i rapporti, ha omesso di trasmettere i rapporti relativi ad incidenti.

Fra l'altro, lo scambio elettronico di dati doveva essere completato entro il 30 novembre 2010, (in linea con la data di recepimento della direttiva 2009/17/CE, che modifica la direttiva 2002/59/CE)
Comunque sia dalla relazione UE risulta che le informazioni in tempo reale sulle navi e il trasporto di merci pericolose nelle acque europee attraverso SafeSeaNet hanno migliorato le capacità decisionali, la cooperazione e la capacità di salvataggio e intervento delle autorità pertinenti degli Stati membri. E gli Stati rifescono che l'attuazione della direttiva ha incrementato la cooperazione e lo scambio di informazioni tra le autorità nazionali (in genere le autorità competenti ad attuare la direttiva sono le amministrazioni marittime, le autorità portuali, la Guardia costiera e le autorità ambientali). Per esempio l'obbligo di notificare le informazioni agli altri Stati membri e di creare impianti a terra per ricevere le informazioni Ais ha portato a una maggiore cooperazione delle autorità a livello regionale.

Inoltre, secondo la "Emsa Maritime Accident Review 2009", il numero di incidenti nelle acque dell'UE è diminuito notevolmente. Il numero di navi coinvolte in incidenti nelle acque dell'UE è stato di 626 nel 2009 rispetto a 726 nel 2007. Anche il numero di marinai che ha perso la vita è diminuito passando da 82 nel 2007 a 52 nel 2009. Negli ultimi 7 anni non si sono verificati sversamenti in mare di idrocarburi di rilievo.

Secondo l'UE comunque l'attuazione del Terzo pacchetto di misure per la sicurezza marittima potrà apportare ulteriori miglioramenti. Il pacchetto incorpora le norme internazionali sull'uso del sistema di identificazione e tracciamento a lungo raggio delle navi (Lrit), nonché il Centro dati europeo Lrit nella legislazione dell'Unione europea e introduce l'uso di Ais sulle navi da pesca. Al tempo stesso gli sviluppi tecnici aprono nuove possibilità all'ulteriore sviluppo dei sistemi di monitoraggio.

L'ulteriore sviluppo di SafeSeaNet renderà lo scambio di informazioni più efficace e permetterà di arrivare ad attività di monitoraggio e di cooperazione tra le autorità ancora più approfondite. Un esempio concreto di questi sviluppi è il concetto "Blue Belt" e il connesso progetto pilota, appoggiato dal Consiglio dei ministri dei trasporti del dicembre 2010, che mira a facilitare la navigazione all'interno dell'UE riducendo al minimo le formalità amministrative. (es)

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