[03/05/2011] News

Worldwatch Institute: «The end of nuclear», gią prima di Fukushima

Wwf: «Il nucleare archeologia energetica»

Il nuovo rapporto del Worldwatch Institute, "Nuclear Power in a Post-Fukushima World - 25 Years After the Chernobyl Accident", dimostra che «Anche prima della catastrofe a Fukushima, l'industria nucleare mondiale era in evidente declino». Infatti il rapporto, commissionato al Worldwatch mesi prima della crisi nucleare ancora in corso a Fukushima, dipinge un quadro preoccupante di un settore in invecchiamento e non in grado di tenere il passo con i suoi concorrenti dell'energia rinnovabile.

Alcune delle principali conclusioni della relazione sono: Gli aumenti annuali della produzione di energia rinnovabile hanno superato i nuclear start-ups da 15 anni. Negli Usa la quota di energie rinnovabili aggiuntive dal 2% del 2004 al 55% nel 2009, senza che ci sia stata nessuna aggiunta di energia nucleare. Nel 2010, per la prima volta, in tutto il mondo l'energia installata con eolico, biomasse, energia da rifiuti e energia solare ha superato capacità nucleare installata. Ne l 2010, gli investimenti totali nelle tecnologie delle energie rinnovabili sono state stimati a 243 miliardi dollari.

Al primo aprile 2011 c'erano  437 reattori nucleari operativi nel mondo, 7 in meno rispetto al 2002. Nel 2008, per la prima volta dall'inizio dell'era nucleare, nessuna nuova unità è stata avviata. 7 nuovi reattori sono stati aggiunti nel 2009 e 2010, mentre 11 sono stati chiusi durante questo periodo.  Nel 2009, le centrali nucleari hanno prodotto 2.558 terawatt-ora di energia elettrica, circa il 2% in meno rispetto al 2008. L'organizzazione della lobby del settore atomico titolava: «Un altro calo di produzione di energia nucleare», per il quarto anno di fila. Nonostante le previsioni negli Usa ed altrove, Italia compresa, di un "rinascimento" nucleare, il rapporto conclude che «Il ruolo del nucleare è stato in costante diminuzione anche prima della crisi Fukushima. Il disastro renderà la costruzione di nuove centrali nucleari e le estensioni della durata di vita degli impianti attuali ancora più irrealistico».

Il presidente del Worldwatch Institute, Christopher Flavin, commentando i dati del rapporto ha detto: «Nonostante i titoli delle news Usa spesso suggeriscono che è u in corso un rinascimento del nucleare, c'è stata una grande sopravvalutazione anche prima dell'11 marzo e il disastro del Giappone farà in modo inevitabilmente che i governi e le imprese prendano in considerazione di rivedere i piani di costruzione di nuove centrali nucleari. L'incidente di Three Mile Island ha causato una grossa rivalutazione delle norme della sicurezza nucleare, aumentando drasticamente il costo del nucleare e ponendo fine alla costruzione nucleari negli Stati Uniti. Per l'industria nucleare mondiale, il disastro Fukushima è una storica, se non fatale, battuta d'arresto».

Il Wwf, che ha ripreso e rilanciato lo studio in Italia, sottolinea che «Secondo lo studio del Worldwatch Institute, in calo numero di reattori ed elettricità prodotta nonostante i soldi pubblici spesi per la Ricerca siano ben 5 volte maggiori di quelli destinati alle rinnovabili».

Il nucleare era quindi già destinato all'estinzione prima che Fukushima gli desse quello che probabilmente è un radioattivo colpo di grazia. Ne è convinta Mariagrazia Midulla, responsabile Clima ed Energia del Wwf Italia: «Secondo il Worldwatch Institute l'energia atomica ha iniziato la propria parabola discendente già dal 1980 e nel 1990 per la prima volta il numero di reattori arrestati ha superato il numero di avviamenti. Un trend confermato anche dai dati più recenti: all'aprile 2011 risultano in funzione nel mondo un totale di 437 reattori nucleari per 30 Paesi, 8 in meno rispetto al massimo storico di 444 reattori nel 2002. A partire da quest'anno, quindi quasi 10 anni prima dell'incidente della centrale Fukushima, i reattori avviati sono stati 25, mentre quelli spenti 32, compresi i 6 dell'impianto giapponese ed esclusi i 7 chiusi "provvisoriamente" in Germania dopo gli eventi del Giappone e che secondo il report è improbabile che saranno ripristinati».

Nel rapporto si legge che, per quanto riguarda la produzione mondiale di elettricità dall'energia nucleare, «Nel 2009 gli impianti hanno prodotto 2558 TWh, registrando un calo di 103 TWh (circa il 4%) dal 2006».

La Midulla sottolinea che «A dispetto delle critiche rivolte in Italia nei confronti dei finanziamenti pubblici alle energie rinnovabili, lo studio citato dal Wwf, evidenzia che invece in ambito mondiale, secondo i dati dell'Agenzia Internazionale dell'Energia, dal 1986 il nucleare ha ricevuto finanziamenti pubblici 5 volte maggiori rispetto alle rinnovabili per il settore Ricerca e Sviluppo.

Il Worldwatch Institute smentisce chi vuole reintrodurre il nucleare in Italia a scapito delle energie rinnovabili e all'insegna di un presunto "rinascimento dell'atomo": una favola che, sulla base delle cifre fornite dal prestigioso istituto di Washington DC, risulterebbe invece per il Paese un pessimo investimento economico-finanziario, oltre che un attentato alla sicurezza dei cittadini che ora rischiano di essere scippati persino della possibilità di esprimersi con il voto referendario del 12 e 13 giugno sul ritorno del nucleare in Italia».

Anche per Mycle Schneider, un consulente internazionale in materia di energia nucleare,  a capo del team di autori indipendenti che ha redatto lo studio, «L'industria era probabilmente tenuta in vita prima di Fukushima. Da quando è stata scritta la storia dell'industria nucleare, Fukushima è probabile che sia l'inizio del suo capitolo finale».

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