[28/04/2011] News

Nuclear safety commission del Giappone: «Ricontrollare le centrali per vedere se resistono davvero ai terremoti»

Intanto viene fuori il rischio subsidenza e le prefetture non vogliono far riavviare i reattori fermati

La Nuclear safety commission del Giappone ha chiesto al governo di valutare la resistenza ai terremoti delle centrali nucleari. In una riunione straordinaria tenuta oggi, la Commissione ha detto che «La serie di scosse di assestamento è dovuta al fatto che il sisma dell'11 marzo è stato causato da grandi spostamenti tettonici. Una linea di faglia a circa 50 chilometri dall'impianto danneggiato di Fukushima,  precedentemente creduta inattiva, si sarebbe spostata durante una scossa di assestamento l'11 aprile».

Per questo la Commissione ha deciso di chiedere alla Nuclear safety agency del ministero dell'industria (Nisa) di riesaminare le linee di faglia e le variazioni geografiche per le quali i gestori degli impianti hanno finora detto che il rischio di danni del terremoto era basso. Inoltre, la Commissione vuole che il governo verifichi la presenza di faglie vicino alle centrali nucleari, se le scosse di assestamento continuano a verificarsi con frequenza insolita.

La Nisa  dovrà controllare ed istruire le imprese nucleari di tutto il Giappone perché rivalutino la resistenza delle loro centrali ai terremoti. Ci vorranno probabilmente alcuni anni e si tratta quindi di una specie di moratoria di fatto sulla costruzione e sull'entrata in funzione delle nuove centrali nucleari previste in Giappone.

Ma l'attenzione ora è focalizzata soprattutto sulla questione se le amministrazioni locali permetteranno di far funzionare le centrali nucleari mentre la valutazione è in corso.

Un brutto colpo per la Chubu Electric Power Company che  proprio oggi ha detto di essere pronta per riaprire il suo reattore nucleare di Hamaoka (Nella foto) a luglio. La crisi nucleare di Fukushima aveva costretto la Chubu a mettere da parte il piano per riaprire entro aprile il reattore  n.  3, nella prefettura di Shizuoka, che era stato chiuso per un controllo periodico e che sorge  proprio vicino alla congiunzione di due placche tettoniche. La centrale è considerata uno degli impianti a più alto rischio sismico del Giappone e i no-nuke giapponesi ne chiedono da tempo la chiusura.

Il presidente della società, Akihisa Mizuno, ha detto oggi ai giornalisti che il reattore resterà chiuso fino alla fine di giugno e che questo sta creando molto malumore tra gli azionisti e gli investitori, per questo Mizuno ha detto che «La società cercherà la comprensione dei locali per il riavvio del reattore n. 3», ma che  «Il ritardo nel riavvio del reattore non dovrebbe influire sulle forniture di elettricità in estate. Ma un'estate insolitamente calda, come l'anno scorso, potrebbe causare una carenza, considerando l'attuale interscambio di energia elettrica in atto con le aziende Tokio e Tohoku Electric Power».

Il governatore della prefettura di Shizuoka, Heita Kawakatsu, ha risposto picche, criticando la Chubu per le misure, giudicate insufficienti,  di contrasto ad  uno tsunami di grandi dimensioni all'impianto di Hamaoka: «A meno che la società non metta in atto misure più concrete, sarebbe estremamente difficile il via libera alla riapertura del reattore n. 3 in luglio».

E pensare che il nucleare giapponese veniva presentato come il più sicuro del mondo.

Ormai non la pensa più così nemmeno il  filo-nucleare premier giapponese, Naoto Kan, che ha annunciato oggi alla Dieta, il Parlamento giapponese, l'istituzione a maggio di una commissione d'inchiesta indipendente sulla tragedia nucleare di Fukushima, per individuare le cause che hanno portato ad un disastro nucleare di livello Ines 7 come Chernobyl. «Ricopriremo un ruolo di primo piano per contribuire a migliorare la sicurezza negli impianti nucleari sparsi per il mondo» ha detto Kan mentre arrivava la gragnole di notizie sull'insicurezza di quel che era definito sicurissimo

Infatti, lo stesso governo guidato da Kan ha messo proprio oggi in guardia dal rischio di subsidenza causato dal sisma. Il ministero del territorio del Giappone ha detto che le zone terrestri sotto il livello del mare nella pianura Sendai, nella prefettura di Miyagi, sono aumentate di 5 volte dopo il terremoto dell'11 marzo e che queste zone sono altamente vulnerabili alle inondazioni, alle maree ed ai tifoni.

Oggi, il  ministero ha pubblicato le conclusioni del suo sondaggio aereo che per controllare la subsidenza nella pianura di Sendai ha utilizzato macchine fotografiche ultra-sensibili e laser.

Le aree sotto il livello del mare si estendono lungo 16 chilometri quadrati, prima del terremoto erano 3 Km2. Le zone vulnerabili alle alte maree sono aumentate a 56 Km2, il totale pre-catastrofe era di 32 Km2. Le zone suscettibili di essere invase da una marea record come quella del 1980 sono cresciute fino a 111 Km2, prima del terremoto/tsunami erano 83 Km2. Molte sponde fluviali e dighe sono state danneggiate dalla catastrofe. Il ministero sta invitando i residenti in queste aree ad stare allerta e pronti ad eventuali alluvioni.

Torna all'archivio