[26/04/2011] News

Putin: «Chernobyl ci obbliga a riconsiderare seriamente le esigenze in materia di nucleare»

Ancora milioni di euro nel pozzo senza fondo del sarcofago nucleare

In occasione del venticinquesimo anniversario della catastrofe nucleare di Chernobyl i presidenti russo ed ucraino, Dmitri Medvedev e Viktor Ianukovich, che di quella catastrofe sono gli eredi ed i prosecutori, con la loro testarda politica pro-nucleare ed il mantenimento in servizio di ferrivecchi sovietici dello stesso tipo del reattore 4 di Chernobyl, hanno visitato la chiesa di Sant'Elia, la sola ancora in attività nella zona di esclusione. Ad accoglierli c'era un altro signore che è a capo di un'istituzione che ben poco ha fatto contro il pericolo nucleare: il patriarca ortodosso di Mosca e di tutte le Russie, Cirillo, insieme al metropolita Vladimir, primate della chiesa ortodossa dell'Ucraina, che hanno officiato la messa pasquale a beneficio dei due potenti, contriti ma evidentemente non pentiti. La chiesa di Sant'Elia era stata chiusa dopo il disastro di Chernobyl del 26 aprile 1986 e poi riaperta nel 1994, per i lavoratori che lavorano ancora alla "liquidazione" della centrale.

Medvedev in Ucraina ha proposto una convenzione internazionale sull'energia nucleare, con nuove regole mondiali: «Oggi ho inviato proposte ai leader mondiali con il fine di garantire il necessario sviluppo dell'energia nucleare nel mondo, prevenendo al contempo le catastrofiche conseguenze globali degli incidenti nucleari».

Sull'anniversario ha detto la sua anche il premier russo Vladimir Putin: «L'incidente avvenuto  25 anni fa nella centrale nucleare di Chernobyl ha costituito una lezione per l'umanità intera. Questa catastrofe ci obbliga a riconsiderare seriamente le esigenze in materia di nucleare. Inoltre, non dobbiamo mai dimenticare quelli che hanno onestamente e coraggiosamente compiuto il loro dovere. I pompieri che hanno combattuto l'incendio nella centrale, i soldati ed i costruttori che hanno eliminato le conseguenze della catastrofe: molti tra loro hanno sacrificato la loro vita per gli altri».

Parole nuove in bocca a Putin, convinto filo-nuclearista che ha portato avanti senza battere ciglio la politica nucleare sovietica, occupando con i suoi uomini Rosatom e tutte le sue filiali. Ma il fantasma che perseguita le notti dell'oligarchia russa è ancora ben vivo sotto il sarcofago crepato che lo trattiene ormai a malapena, tanto che la Russia ha detto all'ultimo summit sulla sicurezza nucleare a Kiev che nel 2011-2012 sbloccherà 45 milioni dio euro per progetti collegati a Chernobyl, soprattutto per il nuovo sarcofago. Per arrivare agli 1,54 miliardi di euro (990 milioni solo per il sarcofago/arco metallico alto 105 metri, lungo 150 e largo 26) chiesti dall'Ucraina per mettere "in sicurezza" Chernobyl dopo 25 anni mancherebbero circa 940 milioni di euro e 600 milioni sono già stati spesi.

Dopo l'Unione europea anche gli Usa daranno altri 123 milioni di dollari (ne hanno già dati 240 milioni) per Chernobyl e Hillary Clinton annunciando il nuovo finanziamento ha detto che «La catastrofe di Chernobyl, così come l'incidente nella centrale giapponese di Fukushima 1, ricordano ancora una volta che i problemi della sicurezza nucleare devono essere risolti in stretta cooperazione dalla comunità internazionale. Ecco perché gli Usa, l'Ucraina e tutti i Paesi del mondo confermano la loro volontà di aiutare il governo ed il popolo nipponici».

Anche un altro gigante del nucleare civile e militare, la Francia, verserà altri milioni di euro nel pozzo nucleare senza fondo di Chernobyl e il primo ministro François Fillon, intervenendo al summit nucleare di Kiev ha detto: «Noi vogliamo che questo cantiere essenziale termini con successo e mi impegno oggi davanti a voi a fare in modo che il mio Paese contribuisca fino a 47 milioni di euro. Il volume totale dell'aiuto francese destinato alla costruzione di un nuovo sarcofago a Chernobyl ha già superato i 160 milioni di euro. Noi dobbiamo arrivare in fondo ai nostri sforzi, dobbiamo cogliere questa occasione storica di terminare questi lavorio, dobbiamo insieme saldare questa dolorosa eredità».

Quasi che dollari ed euro fossero una costosa penitenza per le potenze nucleari che non hanno mai voluto rinunciare alla loro avventura atomica civile e militare... poi è arrivata Fukushima Daiichi a ricordare che non di eredità del passato si tratta ma di un doloroso presente senza assoluzione.

Torna all'archivio