[26/04/2011] News

La Russia minacciata da una crisi dei carburanti

Le misure “anti-monopoli” favoriscono i monopolisti

Sembra quasi incredibile, ma lo stato-mercato-energetico russo è minacciato da una crisi dei carburanti. A scriverlo è oggi l'autorevole Kommersant Novosti che spiega: «La regolamentazione statale dei prezzi, iniziata all'inizio del 2011 dal Servizio federale anti-monopoli russo (Fas), ha provocato una penuria di carburante in diverse regioni del Paese».

L'Unione russa dei carburanti (Rts) ha incontrato il direttore del Fas, Igor Artemiev, per lamentarsi che «Le pressioni del Fas hanno obbligato le stazioni di servizio indipendenti ad abbandonare il mercato». La riunione si è resa necessaria dopo la situazione esplosiva creatasi nel territorio dell'Altai, in Siberia, dove la maggior parte dei distributori indipendenti di carburante hanno chiuso, cessando le loro attività, nell'ultimo  weekend, mentre le stazioni di  Rosneft (che in molti accusano di essere il vero beneficiario delle misure statali) forniscono solo 20 litri al Massimo per veicolo.

Secondo il presidente di Rts Eugueni Arkucha, «La situazione resta tesa anche a San Pietroburgo, a Voronej, nel centro della Russia, e a Sakhalin, nell'Estremo Oriente. La crisi è aggravata dai lavori di manutenzione condotti attualmente in quattro raffinerie del distretto federale centrale. E' sempre poco probabile che una situazione simile a quella che si è prodotta nel territorio dell'Altai si ripeta a Mosca o nei suoi dintorni. Tuttavia, dei segnali di penuria di carburante si fanno già sentire nella regione della capitale».

I proprietari delle stazioni di servizio indipendenti accusano i principali fornitori, con in testa Rosneft e Gazprom Neft (cioè un bel pezzo di oligarchia putiniana), di essere i colpevoli della scarsità di carburante perché si rifiutano di fornire benzina e gasolio alle società private.

Insomma, le misure "antimonopolio" favoriscono le grandi imprese monopoliste di Stato. Alla fine della riunione con la Rts il Fas ha promesso di esaminare la situazione denunciata dalle imprese private e di avviare indagini giudiziarie contro le grandi compagnie petrolifere nel caso gli illeciti denunciati si rivelino reali.

Secondo Kommersant, «La penuria attuale è dovuta alle pressioni esercitate nel febbraio scorso dal Servizio anti-monopoli, dal primo ministro Vladimir Putin  e dal ministero russo dell'energia in vista di spingere le compagnie petrolifere ad abbassare i prezzi della benzina venduta nel Paese. A causa di ciò, per le società attive nel settore esportare la benzina è diventato più vantaggioso che venderla sul mercato interno»... e chi esporta sono le grandi compagnie controllate dall'oligarchia statale.

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