[15/09/2009] News

Nuova Zelanda: maori e conservatori rivedono gli impegni dei laburisti sul cambiamento climatico

LIVORNO. Il governo conservatore della Nuova Zelanda del National Party, con il sostegno del Maori Party, rivedrà l'Emissions trading scheme (Ets) «per ridurre i costi per le famiglie e l'impatto sui posti di lavoro, garantendo nel contempo che la Nuova Zelanda ha un approccio responsabile nei confronti del problema globale di inquinamento dei gas a effetto serra e cambiamento climatico- dice il ministro per i problemi dei cambiamenti climatici Nick Smith - La Nuova Zelanda ha bisogno di un sistema di scambio delle emissioni per scoraggiare inquinamento da anidride carbonica, migliorare l'efficienza energetica e ricompensare la riforestazione. Le modifiche alla normativa vigente sono pensate per rendere il sistema Ets praticabile e conveniente».

In realtà i conservatori e il partito dei maori hanno trovato un accordo che modifica, sposta, ritarda impegni e meccanismi approvati dal precedente governo laburista: le date di entrata in vigore dell'Ets slittano al primo luglio 2010 per i trasporti, l'energia e l'industria e al primo gennaio 2015 per l'agricoltura (che da sola, a causa delle emissioni di metano del bestiame, arriva al 40% delle emissioni totali neozelandesi); E' prevista una fase di transizione fino all' 1 gennaio 2013, con l'obbligo di raggiungere il 50% delle quote di riduzione e ad un costo di 25 dollari neozelandesi per i settori del trasporto, energetico e industriale; Un approccio basato sulle allocazioni per il trade exposed riguardante le imprese ad alta intensità di emissioni di gas serra; una fase "out" per il supporto all'industria in linea con i partner commerciali della Nuova Zelanda e gli obiettivi governativi a lungo termine di riduzione del 50% delle emissioni entro il 2050; Incentivi alle riforestazione con la creazione di un mercato nazionale ed internazionale per i crediti di carbonio; Un supporto migliore per la transizione per il settore della pesca.

Il ministro Smith spiega che «Questi cambiamenti potranno dimezzare l'impatto dei prezzi sulle famiglie per il carburante e l'energia elettrica a 3,5 centesimo al litro e ad 1c/kWh. L'opzione fixed price fornirà la certezza e la stabilità per consentire ai mercati del carbonio di maturare. Le modifiche al sostegno transitorio per l'industria incoraggerà le tecnologie pulite, creando lavoro, gli investitori e le emissioni offshore».

Il ministro spiega anche il clima politico che ha permesso l'accordo: «Senza il sostegno del partito Maori, la risposta della Nuova Zelanda alle politica sul cambiamento climatico rischiava di rimanere arretrata. Questi cambiamenti riflettono le preoccupazioni del partito Maori sugli impatti delle Emissions trading scheme sulle famiglie a basso reddito e le industrie primarie come la pesca, la silvicoltura e l'agricoltura. Altri lavori saranno realizzati con il Partito Maori su una proroga per l'assistenza all'efficienza energetica per le famiglie a basso reddito, la promozione del rimboschimento, la tutela della biodiversità, riconoscendo il rapporto tra la politica di cambiamento climatico in corso e sulle questioni regolamentari derivanti dal sistema. Il governo presenterà al Parlamento la prossima settimana una legge sul Climate Change in applicazione di queste modifiche al sistema Ets. Continueremo a lavorare con i laburisti e le altre parti per cercare di costruire il più ampio consenso possibile in questo importante settore della politica. Il nostro obiettivo è quello di avere la nuova legge approvata dal momento della conferenza sui cambiamenti climatici di Copenaghen a dicembre».

Nonostante le belle e rassicuranti parole, la realtà è che il governo minoritario nazionalista-conservatore ha prima sospeso precedenti impegni presi dai laburisti, giudicati da tutti i Paesi del Pacifico insufficienti, ma che per i conservatori erano già troppo ambiziosi e costosi, ed avviato una loro revisione sin dal primo momento dopo le elezioni vinte nel 2008. Ora con il sostegno del Partito Maori (probabilmente ottenuto grazie a ben altre concessioni), ha i numeri per far passare la nuova legislazione in Parlamento.

 

Torna all'archivio