[15/09/2009] News

L'(in)sicurezza alimentare fotografata nel VI rapporto annuale di Legambiente

GROSSETO. Il 2008 rischia di venire ricordato come l'anno degli scandali nel settore alimentare e per il boom dei conseguenti sequestri ad opera delle forze dell'ordine. Si parla di oltre 34 milioni di chilogrammi di prodotti sequestrati dai Nas ( la sezione dei carabinieri dedita alla tutela della salute) per un valore di circa 160 milioni di euro. Sono queste le cifre riportate nel VI rapporto sulla sicurezza alimentare redatto da Legambiente e Movimento difesa del cittadino (Mdc) e presentato oggi.

«Osservando questi risultati - ha commentato Antonio Longo, presidente del Mdc - sembra che il buon cibo italiano non trovi pace in tema di sicurezza alimentare. La salute dei consumatori è sempre di più compromessa da sofisticazioni e contraffazioni».
Nonostante l'intensa attività di controllo che ha portato a oltre 28mila ispezioni da parte dei Nas, 37mila da parte dell'Istituto controllo qualità, ben 157mila nel settore ittico a cura delle capitanerie di porto. Cui si aggiungono i circa 53mila gli interventi dell'agenzia delle dogane, l'attività del corpo forestale (766 operazioni) e dei carabinieri per le politiche agricole (969).
«Se la strada per uscire dalla crisi economica passa, a detta degli esperti, per la valorizzazione e promozione delle risorse tipiche del Belpaese, e quindi in primis dell'agroalimentare di qualità con le sue tradizioni e la sua notorietà all'estero - ha dichiarato Francesco Ferrante, della segreteria nazionale di Legambiente - la lotta alle contraffazioni e ai criminali che lucrano sulla fiducia e la salute dei cittadini diventa attività fondamentale e irrinunciabile».

I dati che emergono dal rapporto indicano, secondo Ferrante, evidenziano «la necessità di investire in prevenzione, attraverso un più serio e puntuale lavoro degli enti preposti, a partire dall'Agenzia per la sicurezza alimentare europea, che fino ad oggi ha invece brillato per assenza se non per sudditanza agli interessi economici di pochi grandi gruppi dell'agroalimentare».

A fianco agli scandali alimentari, dal vino all'acido cloridrico scoperto a Veronella, all'emergenza latte alla melanina, dalla carne suina alla diossina al "pesce topo" (proveniente dall'Atlantico del Nord) spacciato per "cuoricini di merluzzo", il 2008 è stato segnato anche dalle frodi nei confronti dei prodotti made in Italy e a quelli tipici del nostro territorio, a partire dalle 30 ordinanze di custodia cautelare emesse ad aprile per possibile truffa finalizzata alla produzione e vendita di olio extravergine di oliva sofisticato. Si trattava di olio di semi di soia mischiato con quello di girasole, a cui veniva aggiunto betacarotene e clorofilla industriale e in cui d'oliva non v'era traccia.

Ma a fianco del marcio c'è anche chi dà il buon esempio. Anche quest'anno quindi Mdc e Legambiente hanno voluto far emergere, con il premio "Italia a Tavola", alcuni casi di eccellenza nel panorama agroalimentare, che pur ci sono e meritano di essere evidenziati. Il biologico (con la collaborazione di Aiab) è ancora protagonista (come lo era stato nella scorsa edizione) con due mense scolastiche che coniugano i principi del cibo genuino, del rispetto dell'ambiente e dell'informazione al consumatore. Il premio andrà anche alla campagna per una corretta alimentazione dell'infanzia di Coop, che prevede interventi concreti per combattere l'obesità infantile.

Un riconoscimento va anche al progetto, segnalato dall'associazione italiana Celiachia, che vede numerosi punti ristoro (ristoranti, pizzerie, gelaterie, hotel) impegnati a garantire pasti senza glutine in totale sicurezza.

Il mondo della ristorazione è invece rappresentato da due esperienze segnalate dalla Fipe (Federazione italiana pubblici esercizi): un circuito di ristoranti particolarmente attento all'educazione alimentare e un esercizio, con il marchio "Bollino Blu" che ha messo in atto una strutturata gestione delle lamentele con i clienti e azioni particolarmente attente alle problematiche ambientali. Da Slow Food arriva infine il progetto "Orto in condotta" che vede coinvolti insegnanti, nonni genitori, aziende del territorio e il comune stesso di San Mauro Torinese.

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