[14/09/2009] News

Servizi pubblici locali: il decreto del governo non è piaciuto proprio a tutti...

FIRENZE. Nei giorni scorsi il governo con il Decreto legge del 9 settembre varato per  l'"Adeguamento alla disciplina comunitaria in materia di servizi pubblici di rilevanza economica", ha inserito l'art. 15 che modifica sostanzialmente l'art. 23 bis della Legge 133/2008. Ricordiamo che una parte delle modifiche riguarda gli affidamenti dei servizi pubblici locali: si indicano, come vie ordinarie di gestione dei servizi pubblici locali di rilevanza economica, l'affidamento degli stessi attraverso gara o l'affidamento a società mista, in cui il socio privato sia scelto attraverso gara, possieda non meno del 40% e sia socio "industriale".

L'eccezione è rappresentata invece dalla gestione attraverso Spa a totale capitale pubblico che può avvenire solo in condizioni straordinarie e con parere preventivo dell'Autorità garante della concorrenza e del mercato (da emettere entro 60 giorni dalla richiesta, con silenzio-assenso), e con il rispetto delle caratteristiche previste dall'ordinamento comunitario del cosiddetto"in house" (controllo analogo e prevalenza dell'attività territoriale). Una seconda parte di modifiche riguarda il regime transitorio in cui rispetto all''art. 23 bis si definiscono meglio tempistiche e modalità: entro il 2010 decadono sia gli affidamenti a Spa in house che non rispettano la normativa comunitaria, sia gli affidamenti a società miste nelle quali il socio privato non è stato scelto con gara e ovviamente, si devono adeguare gli Ato che non hanno ancora provveduto ad affidare il servizio; entro il 2011 decadono tutti gli affidamenti a Spa in house (anche se rispettano la

normativa comunitaria) e gli affidamenti a società miste, nelle quali, pur essendo stato scelto il socio privato con gara, questi non è un soggetto "industriale"; entro il 2012 decadono tutti gli affidamenti a Spa quotate in Borsa, nelle quali la partecipazione pubblica non sia nel frattempo scesa al 30%. Inoltre si stabilisce che solo le Spa miste con scelta corretta del socio privato e le Spa quotate in Borsa possano svolgere attività in territori diversi da quello di appartenenza. Infine il decreto sposta l'approvazione del Regolamento attuativo dell'art. 23 bis a fine dicembre 2009 e riafferma che, con l'approvazione di tale regolamento, le Spa in house saranno soggette al patto di stabilità interno. Il decreto legge (Fitto-Calderoli) è stato commentato positivamente da Cispel (come riportato su greenreport) mentre considerazioni sicuramente meno favorevoli sono venute da chi in questi anni si è battuto per l'affermazione di servizi locali interamente pubblici (in primis per l'acqua).

«E' evidente come riprenda slancio la spinta privatizzatrice di questo Governo- ha affermato Marco Bersani del Forum italiano dei movimenti per l'acqua ed esponente di spicco di Attac Italia- D'altronde, i ripetuti appelli di Confindustria perché si mettessero a disposizione delle imprese i servizi pubblici locali come fonte di guadagno assicurato in tempi di crisi, non poteva restare inascoltato. La spinta privatizzatrice si evidenzia anche nel fatto che la nuova normativa non riguarda solo il servizio idrico bensì norma tutti i servizi pubblici locali (anche energia, gas, rifiuti e trasporto urbano). E' inoltre chiaro come l'attacco sia soprattutto diretto ad aumentare esponenzialmente la presenza dei privati nella gestione dei servizi pubblici locali, azzerando le gestioni attraverso Spa a totale capitale pubblico (per spingere i comuni alla gara) e riducendo in maniera verticale le partecipazioni pubbliche a Spa quotate in Borsa (anche perché lì è chiaro come a decidere siano i poteri finanziari). Inoltre ha continuato Bersani - il recupero delle società miste tra le gestioni ordinarie si deve invece motivare con il forte blocco di potere storicamente espresso dalle stesse, e di cui il governo non poteva non tenere conto (si pensi solo alla Toscana)». Bersani poi indica al movimento (e agli enti locali) quale sia la strada possibile da percorrere nelle prossime settimane: «l'attacco è dunque pesante ma la dimensione dello stesso credo renda ancor più evidente come l'unica possibilità per i movimenti e gli enti locali che non vogliano farsi sottrarre l'acqua e il servizio idrico, sia esattamente la sottrazione dello stesso alla dimensione delle Spa, la ripubblicizzazione attraverso gli enti strumentali comunali e consortili, la riappropriazione sociale attraverso la partecipazione popolare. Credo - ha concluso l'esponente del Forum- che il primo passo sia proprio quello di ottenere dagli enti locali -titolari del servizio- atti che sottraggano a questa normativa il bene acqua, dichiarandola bene comune, e il servizio idrico, dichiarandolo "privo di rilevanza economica" perché colmo di rilevanza sociale, ambientale e culturale».

Sulla stessa linea anche Emilio Molinari del Comitato italiano per un Contratto mondiale sull'Acqua che in un recente articolo apparso sul quotidiano "Terra"  ha affermato: «Un brutto colpo a freddo il decreto legge approvato dal Consiglio dei ministri sulle privatizzazioni dei servizi pubblici locali. Un passaggio che chiude una epoca, preso ancora una volta senza informare i cittadini e coinvolgere i comuni.  Entro il 2011 sarà obbligatorio mettere a gara l'intero Servizio idrico nazionale e tutti gli addetti ai lavori sanno benissimo che le gare le vinceranno tutte un cartello di imprese ben definito: Acea - Iride/Enia/ Hera - A2A dentro alle quali i pacchetti azionari di Suez Lyonnes des Eaux e Veolia la faranno da padroni, assieme ai Caltagirone, ai Pisante e alle banche. Poteri locali, partecipazione dei cittadini, democrazia, federalismo... parole...vuote.

A queste Spa verranno consegnati i rubinetti d'Italia e decideranno la politica dell'acqua in tutti i territori». Poi Molinari si sofferma anche su considerazioni di carattere più politico «Ma questa volta, il decreto porta la firma Fitto- Calderoli, si realizza cioè con l'accordo della Lega e questa è la novità, che chiude il cerchio degli intrecci politico - affaristici..., penso però che la Lega con l'acqua, dopo Alitalia...ecc si è giocata la credibilità di essere il partito dei territori, dei loro beni comuni e della loro autonomia» ha concluso Molinari. Sul fronte dei servizi pubblici quindi si apre un autunno caldo dato che anche parte del sindacato si è detto contrario alle novità introdotte dal decreto legge: «La Filcem Cgil considera le novità introdotte dall'articolo 15 del decreto legge, che intervengono nuovamente a modifica dell'art.23 bis, non utili allo sviluppo di un serio confronto fra le imprese finalizzato al miglioramento della qualità del servizio ai cittadini, al mantenimento dei necessari livelli di investimento e alla riduzione delle tariffe. La Filcem Cgil esprime inoltre forte preoccupazione per le ricadute che può comportare la scelta di delegare la gestione di servizi,essenziali e strategici per il Paese, alle sole mani di operatori e capitali privati» chiude la nota del sindacato.

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