[11/03/2011] News

In “viaggio” nel mondo della resilienza

ROMA. Da oggi fino al 16 di marzo si terrà presso l'Arizona State University (vedasi il sito www.resilience2011.org) , curato dall'autorevole Global Institute of Sustainability di quell'università (vedasi il sito http://sustainability.asu.edu) , la seconda conferenza internazionale sulla resilienza.

Qualcuno ricorderà che la prima Conferenza sul tema, di cui abbiamo parlato in questa rubrica ha avuto luogo a Stoccolma nel 2008 ( vedasi il sito www.resilience2008.org ).

In questa rubrica dedicata al costituirsi, teorico e pratico, della scienza della sostenibilità, abbiamo sempre fornito particolare attenzione alle ricerche e alle pratiche dedicate ad indagare la resilienza dei sistemi socio-ecologici, uno dei concetti più affascinanti e cruciali di questa scienza, al quale sono dedicati interi centri di ricerca (ad esempio, da diversi anni esiste a Stoccolma, il prestigioso Stockholm Resilience Institute, vedasi il sito www.stockholmresilience.org ) mentre opera, ormai dalla seconda metà degli anni Novanta uno straordinario coordinamento internazionale di tanti autorevoli istituti scientifici ed università, coinvolti nell'approfondimento teorico e pratico della resilienza, definito Resilience Alliance (vedasi il sito www.resalliance.org) .

La seconda conferenza internazionale sulla resilienza è un appuntamento molto importante durante il quale verranno illustrate le ricerche innovative sulla resilienza e sarà rafforzato quell'approccio transdisciplinare, di contaminazione tra differenti discipline e tra approcci teorici e pratici innovativi che riguardano la sostenibilità del sistema globale socio-ecologico. Gli organizzatori della Conferenza sottolineano, già nelle pagine del sito web dedicato ad essa, il fatto che la sostenibilità si concentra particolarmente sulla comprensione di come i cambiamenti provocati nel sistema socio-ecologico globale impattano sul benessere umano e sullo sviluppo sociale ed economico mentre la resilienza  si focalizza in particolare sulla comprensione di come il sistema socio-ecologico si auto organizza e si trasforma.

La sostenibilità e la resilienza sono strettamente connesse fra di loro e condizionano gli sforzi pratici di ciò che deve essere fatto nella politica, nella governance e  nella gestione dei complessi sistemi socio-ecologici .

I temi della Conferenza sono organizzati in 6 punti: 

La Resilience Alliance costituisce una partnership scientifica tra diversi autorevoli enti, università ed istituti ed è nata nella seconda metà degli anni Novanta, ispirata dal lavoro del grande ecologo Crawford (Buzz) Holling , e che ha dato vita ad un' interessantissima rivista disponibile gratuitamente on line e scientificamente referata, dal titolo "Ecology and Society", precedentemente intitolata "Conservation Ecology", che si pone, come obiettivo, la raccolta di riflessioni, analisi e ricerche destinate ad una scienza integrata della resilienza e della sostenibilità ( vedasi il sito www.ecologyandsociety.org).

Proprio recentemente la Resilience Alliance ha rilasciato la nuova versione del "Resilience  Assessment Workbook for Practitioners" che è disponibile sul sito della Resilience Alliance ed è molto utile per tutti coloro che si trovano ad affrontare queste problematiche "sul campo" e che si affianca al Workbook per gli scienziati che era già stato pubblicato e che è sempre disponibile sullo stesso sito. Si tratta di documenti molto interessanti per saperne di più su queste tematiche di frontiera sulla sostenibilità.

Credo valga la pena ricordare brevemente che il concetto ecologico di resilienza è stato pionieristicamente introdotto proprio da Crawford Holling, sin dai primi anni Settanta, e definisce la capacità dei sistemi naturali ed anche dei cosidetti Social Ecological Systems (i sistemi integrati ecologici ed umani), di assorbire un disturbo e di riorganizzarsi mentre ha luogo il cambiamento, in modo tale da mantenere ancora essenzialmente le stesse funzioni , la stessa struttura, la stessa identità e gli stessi feedback. Il sistema ha quindi, grazie alla resilienza, la possibilità  di evolvere in stati multipli, diversi da quello precedente al disturbo, garantendo però il mantenimento della vitalità delle funzioni e delle strutture del sistema stesso.

La resilienza, ricorda Holling, è misurata dal grado di disturbo che può essere assorbito prima che il sistema cambi la sua struttura, mutando variabili e processi che ne controllano il comportamento.

La resilienza di un ecosistema costituisce quindi la sua capacità di tolleranza di un disturbo senza collassare in uno stato qualitativo differente che è controllato da un differente set di processi.

In precedenza in ecologia il concetto di resilienza è stato utilizzato in maniera molto simile al modo in cui viene utilizzato in ingegneria. Infatti il noto ecologo Eugene Odum (nel suo volume "Basi di ecologia", edito nel 1988 da Piccin) afferma : «La stabilità di resistenza rappresenta la capacità di un ecosistema di resistere alle perturbazioni (disturbi) e mantenere la sua struttura e funzione intatte. La capacità di resilienza rappresenta la capacità di recupero quando il sistema è modificato da perturbazione».

L'intera trattazione ecologica di Odum riprende la natura cibernetica degli ecosistemi ed egli è stato indubbiamente un pioniere nell'applicazione all'ecologia dei moderni avanzamenti scientifici che negli anni Sessanta-Settanta sono stati fatti nell'analisi dei sistemi, nell'energetica e nella cibernetica (lavoro in cui ebbe un ruolo molto rilevante anche il fratello Howard Odum - sia Eugene che Howard sono purtroppo  scomparsi nel 2002).

Lo stesso Eugene Odum, nel testo già citato, ad un certo punto, scrive: «Con l'incremento di uno stress, il sistema, sebbene controllato, potrebbe non essere capace di ritornare esattamente allo stesso livello di prima. Infatti C.S. Holling (1973) ha sviluppato una teoria ampiamente accettata, per la quale le popolazioni e, per inferenza, gli ecosistemi hanno più di uno stato di equilibrio e dopo una perturbazione spesso ripristinano un equilibrio differente dal precedente».

Crawford Holling ha avuto senz'altro il merito di aver applicato all'ecologia gli avanzamenti delle analisi dei sistemi adattativi complessi, fornendo all'ecologia stessa e, conseguentemente, alle discipline dell' ecologia applicata, della gestione degli ecosistemi ed alla visione integrata di ecologia, economia e scienze sociali (e quindi della scienza della sostenibilità), contributi di grandissimo livello e spessore.

Negli articoli che potete trovare su "Ecology and Society" avrete la possibilità di fare splendidi "viaggi" nel mondo della resilienza.

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