[09/03/2011] News

Galan: gli incentivi sul fotovoltaico, un piano Marshall per l'agricoltura

FIRENZE. Il ministro dell'Agricoltura, Giancarlo Galan è tornato sugli incentivi del decreto sulle rinnovabili cimentandosi in delicatissime evoluzioni linguistiche sul filo dell'equilibrio, per rabbonire gli agricoltori, uno dei settori che risentirà maggiormente del nuovo decreto Romani già soprannominato decreto ammazza-rinnovabili. «La nuova norma che ridistribuirà gli incentivi per gli impianti fotovoltaici - dice Galan grattando lo specchio - inserisce anche le aziende agricole tra quelle che possono ottenere gli incentivi per il posizionamento di pannelli fotovoltaici non deturpando il paesaggio e consentendo agli agricoltori di procurarsi così un reddito integrativo».

Il decreto che secondo il ministro sarà approvato entro il 31 maggio, prevede che gli incentivi saranno molto inferiori a quelli attuali. «Tuttavia, voglio fugare l'allarme ingiustificato che si è creato a proposito di questo argomento e voglio trasmettere un messaggio di fiducia e tutti gli operatori del fotovoltaico, a chi costruisce pannelli, a chi li installa e a chi su questo ha giocato una scommessa imprenditoriale e, infine, agli agricoltori: gli incentivi ci sono stati, forse un po' troppi e continueranno ad esserci. Il problema è a chi vanno destinati. Ho immaginato un grande piano Marshall in cui questi incentivi, invece di andare a fondi di investimento stranieri o soltanto a elementi industriali, vadano invece all'agricoltura che come noto non produce reddito».

Il ministro riferendosi in particolare al fotovoltaico a terra ha parlato di tutela del paesaggio con impianti non superiori a un mega e che non occupino più del 10% dell'estensione dell'azienda. «Abbiamo posto questo limite anche perché è molto più facile realizzare cento impianti da un megawatt che non un solo impianto da cento megawatt. Ci tengo a rassicurare tutti- ha quasi implorato Galan, continuando a contraddirsi - e a dire di investire con fiducia perché con la situazione internazionale che si sta delineando un interesse precipuo e molto attento per le fonti di energia rinnovabile va incrementato. Certamente costa perché il mix della produzione energetica italiana non è quello corretto. Stiamo utilizzando le fonti di energia rinnovabile ma - ha concluso il ministro dell'agricoltura - non abbiamo realizzato il nucleare».

E ci risiamo. Senza entrare nel merito incominciamo allora con lo spiegare come mai la regione Veneto (prima presieduta da Galan e poi da Zaia comunque sempre governata dal centrodestra) si è affrettata a dichiarare che non è disponibile ad accogliere nuove centrali nucleari.

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