[11/09/2009] News

Nucleare, Greenpeace scopre scandalo in Slovacchia

ROMA. Proprio mentre in Italia si capiscono sempre meglio le motivazioni tutte economiche della volontà del governo di tornare al nucleare (vedi altro pezzo del giornale di oggi), dalla Slovacchia arriva una notizia piuttosto sconcertante. Greenpeace, infatti, dichiara di essere «venuta in possesso di un documento della compagnia elettrica Slovenske Elektrarne (SE), controllata al 66% da Enel, che descrive come manipolare l'audizione pubblica prevista dalla procedura di Valutazione di impatto ambientale (VIA) per il progetto di completamento di due reattori nucleari sovietici a Mochovce, in Slovacchia. L'audizione si terrà il prossimo 18 settembre, a Bratislava».

«Si tratta - spiega Andrea Zlatnanska, responsabile della campagna Energia - di un documento ufficiale di Enel/Se che mostra chiaramente la volontà di manipolare la partecipazione del pubblico per evitare che si facciano critiche al progetto».

Il documento - sostiene l'associazione ambientalista - descrive come prevenire che ci siano manifestazioni di protesta, come restringere la partecipazione del pubblico, e come raggiungere una minima attenzione dei media. Enel/Se indica esplicitamente al ministero dell'ambiente slovacco di organizzare solamente un'audizione a Bratislava e che venga ‘evitata' l'audizione a Vienna già richiesta dal Consiglio comunale. Secondo la convenzione Espoo, infatti, i Paesi confinanti possono far richiesta di partecipare alla Via per capire quali potrebbero essere gli impatti del progetto.

Austria e Ungheria sono ovviamente molto critiche sul completamento di reattori nucleari risalenti agli anni '70 a pochi chilometri dal confine.

Il progetto consiste nel completamento di due reattori nucleari di progettazione sovietica VVER da 440 MW ognuno, la cui costruzione fu interrotta all'inizio degli anni '90. I reattori non hanno alcun sistema di protezione in grado di proteggerli da incidenti gravi come l'impatto di un aereo. Il completamento costerà a Enel - nelle previsioni - 2,8 miliardi di euro, quasi quanto costerebbe realizzare ex-novo un reattore EPR di ultima generazione.

«In Slovacchia Enel - dice Francesco Tedesco, responsabile della Campagna Energia e Clima di Greenpeace - sta buttando i soldi dalla finestra come se comprasse una Duna senza airbag al costo di una Ferrari. È uno scandalo che la controllata di Enel faccia silenzio attorno al progetto e nasconda le informazioni agli occhi dei cittadini che dovranno convivere con reattori nucleari senza guscio di contenimento».

Greenpeace denuncia che il comportamento di Enel/Se, interferendo nel processo di pubblica partecipazione, è in violazione della legge. Greenpeace chiede dunque al governo slovacco che la procedura di Via, ormai compromessa, sia fermata e fatta ripartire dall'inizio. I lavori di completamento dovrebbero inoltre essere fermati immediatamente fino a quando la procedura Via non sarà conclusa.

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