[09/03/2011] News

Kursk ed altri pericoli del nucleare tipo Chernobyl, per la Russia e per l’Europa

LIVORNO. Il dossier "Rosatom plans dangerous thermal capacity increases at Russia's RBMK reactors of Chernobyl infamy" redatto da Andrei Ozharovsky  per Bellona, l'Ong ambientalista norvegese/russa, rivela i retroscena del nuovo esperimento che viene condotto nelle centrali nucleari russe che utilizzano reattori nucleari Rbmk, del tipo di quello di Chernobyl, con lo scopo di aumentare la loro thermal power capacity, presumibilmente solo per aumentare i profitti di Rosatom. Oggi ne vediamo la seconda parte che riguarda la pericolosità di questi vecchi relitti del nucleare sovietico tenuti in vita dal potere putiniano.

Ozharovsky evidenzia due fatti che confermano che il piano di Rosenergoatom, la filiale di Rosatom che gestisce le centrali nucleari russe, per rafforzare la potenza dei reattori  Rbmk, è un'impresa pericolosa.

«Uno è l'incidente della centrale nucleare lituana di Ignalina, in cui il circuito di raffreddamento dello shut-down del reattore dell'unità 1 - la Lituania ha dovuto chiudere i vecchi impianti di fabbricazione sovietica, in esecuzione di una condizione dell'Unione europea per poter entrare nell'Unione - non è riuscito a resistere all'impatto di una soluzione decontaminante, mentre veniva irrigata attraverso i sistemi, e ha sversato circa 300 metri cubi di fanghi radioattivi sul pavimento della sala operativa principale. Anche se il reattore di Ignalina 1 - un aggiornamento della serie Rbmk-1500 - era in funzione da meno dei  30 anni della sua durata di vita base, l'attrezzatura era evidentemente in condizioni deplorevoli, anche se la proprietà dell'impianto non ha avuto sentore di cosa stava accadendo ai sistemi fino a quando non si è verificata la perdita». La seconda è l'informazione che viene da un rapporto annuale da Rostekhnadzor, reso pubblico nel 2010, che dice che «Semplicemente non dispone di dati attendibili sullo stato di molti componenti del reattore che sono cruciali per la sicurezza delle centrali nucleari di sua competenza: "Per quanto riguarda la saldature nei gasdotti [...] le austenitic pipelines dei reattori Rmbk-1000, il problema della affidabilità dei controlli di manutenzione devono essere differenziati a seconda del metodo di controllo della manutenzione e della posizione dei cordoli di saldatura (alcuni di essi non sono soggetti a controllo). Nel complesso, l'affidabilità di monitoraggio fa difetto, in quanto dipende dal metodo di controllo di manutenzione, possono essere valutate in una range compreso tra 64% e il 90%, il che attesta anche l'urgenza del problema di suffragare le valutazioni di integrità e di forza delle [... ] austenitic pipelines saldate».

Detto in parole povere, le condotte in uso nelle centrali nucleari Rbmk possono scoppiare in qualsiasi momento. «Quindi cerchiamo non solo di non far finta che i nostri Rbmk sono in condizioni abbastanza buone e che sappiamo tutto quel che c'è da sapere su di loro e sulla loro sicurezza. Se smettiamo appena di  fingere, allora forse diventerà più chiaro che la sperimentazione sul materiale invecchiato e inattendibile e che una trovata del genere confina con la negligenza criminale», dice Bellona.

La questione se gli incidenti al livello di Chernobyl siano possibili nei reattori Rbmk "potenziati" viene schivata da Rosenergoatom in modo molto semplice: il silenzio totale sull'argomento. E' solo impossibile e questo è tutto. Certo, rispetto agli anni '80 qualche progresso c'è stato, visto che il ministero dell'energia atomica dell'Urss diceva che gli Rbmk erano così sicuri che se ne poteva costruire uno anche sulla Piazza Rossa,  Rosenergoatom ora ammette che in caso di incidente ci potrebbero essere delle conseguenze, ma che, nel caso peggiore, non arriveranno più lontano di 2,6 km. Non si tratta di uno scherzo o di un errore: la documentazione presentata alla strana udienza pubblica di Kuchatov, la città satellite della centrale nucleare di Kursk  dice che in caso di incidente all'Rmbk potenziato non sarà necessario evacuare la popolazione e fare prevenzione a base di iodio al di fuori di un raggio di 1,7 km e che i ricoveri anti-atomici non sono necessari ad una distanza maggiore di 2,6 Km dalla centrale.

L'unica altra limitazione prevista è che in caso di incidente siano necessarie misure «Per limitare il consumo di alimenti contaminati a distanze inferiori ai 25 chilometri» dall'impianto nucleare. Sembra che il disastro nucleare del 26 aprile 1986 al reattore Rbmk dell'unità 4 di Chernobyl non sia mai avvenuto  e che il suo impatto non sia andato ben oltre  un paio di Km, avvelenamento mezza Europa, con divieto di consumi di generi alimentari fino a migliaia di chilometri di distanza dal ground zero atomico.

Nelle sue osservazioni sui documenti presentati a Kursk, l'Environmental rights centre (Erc) la filiale di Bellona a San Pietroburgo, ha detto che l'impatto di potenziali incidenti è stato ingiustamente escluso dal rapporto: «Solo gli scenari beyond-design-basis accidents sono stati esaminati [nei documenti] che potenzialmente possono svilupparsi a seguito della perdita di acqua [raffreddamento] e la rottura simultanea di nove canali di carburante. Sono esclusi  dalle analisi, in assenza di ogni fondamento, altri scenari possibili in caso di incidenti del beyond-design-basis accidents, come ad esempio, la distruzione del reattore causata  da un urto esterno - un incidente aereo che coinvolga un aereo passeggeri con una massa di circa 100 tonnellate e che procede ad una velocità di circa 800 [km/h] -. o [...] cause interne o azioni del personale (scenario di Chernobyl, o "fattore umano!). Solo il "benchmark" livello 5 beyond-design-basis accident scenario è stato considerato, così come descritto nella scala Ines, mentre scenari di incidenti più gravi, di livelli 6 e 7, sono ingiustamente esclusi dalla trattazione». L'Ines (International nuclear and radiological events scale) è stato sviluppato dall'Iaea e il "benchmark" in questo caso è la concentrazione stimata di iodio-131 rilasciata a seguito di un incidente. Il livello 5 della scala Ines descrive "Gli incidenti con conseguenze più vaste" con un "limitato rilascio di materiale radioattivo che potrebbero richiedere l'attuazione di alcune contromisure previste e diversi morti da radiazioni" e gravi danni al nocciolo del reattore con rilascio di grandi quantità di materiale radioattivo all'interno di un impianto con una elevata probabilità di una significativa esposizione pubblica, forse derivante da un grave incidente o da un incendio. L'incidente del 1975 nella centrale Usa di  Three Mile Island è stato un evento di livello 5. Quelli di livello 6 e 7 sono classificati come "incidenti gravi" e "incidenti rilevanti" e coinvolgono "emissione di materiali radioattivi che potrebbero richiedere l'applicazione delle contromisure previste" per il livello 6 eventi, e "maggiori rilasci di materiale radioattivo con effetti diffusi per la salute e ambientali, che richiedono l'attuazione di contromisure previste ed estese, per il livello 7 eventi. Nella storia delle centrali nucleari incidenti di livello 6 e 7 sono avvenuti nell'ex Unione Sovietica, con Chernobyl come iù grave incidente nucleare fino ad oggi.

I 48.000 abitanti di Kurkatov vivono a soli 4,3 Km dalla centrale nucleare di Kursk, ad una distanza che si è dimostrata pericolosa, soprattutto per i bambini: studi condotti in Germania nel 2007 hanno mostrato un tasso di leucemia doppio nei bambini sotto i 5 anni che vivono a distanze inferiori a 5 km dalle centrali nucleari. Eppure la Russia, a differenza della Germania, non ha un registro federale dei casi di cancro, l'unico ospedale materno della regione di Kursk è a Kurchatov, proprio all'interno del raggio di 5 Km dalla centrale. Inoltre, la licenza del reattore 1 di Kursk scade nel dicembre 2016 e non ci sono piani per la sua dismissione.

Il primo marzo c'è stata una visita della commissione energia della Duma, il parlamento russo, alla centrale di Kursk. I parlamentari hanno probabilmente girato per l'impianto indottrinati da Rosatom sull'impossibilità di un futuro senza nucleare in Russia e convinti che tutte le iniziative per potenziare i reattori sovietici di Kursk dovevano essere approvati, compresa la costruzione di una seconda linea nell'impianto.

«Se i parlamentari sono così ingenui e male informati da credere ai soliti incantesimi sulla sicurezza degli Rbmk - conclude Ozharovsky - ci potrebbe essere un rischio concreto che faranno in modo che una nuova tragedia sia molto più possibile in futuro».

Torna all'archivio