[08/03/2011] News

Messico: miniere d'oro e d'argento sul sito sacro indigeno di Wirikuta

LIVORNO. La nota rivista messicana La Jornada scrive che in Messico è in pericolo un noto centro cerimoniale indigeno. Secondo Fernando Camacho Servín  «L'apertura di miniere di oro ed argento nel centro cerimoniale di Wirikuta, a San Luis Potosí, da parte dell'impresa canadese First Majestic Silver, metterà in grave rischio l'esistenza dei pueblos indigeni della località, da causa della distruzione dei loro siti sacri e della devastazione delle risorse ambientali della zona».

I rappresentanti del pueblo wixárika stanno preparando una serie di azioni per respingere le attività della compagnia mineraria e sono già andati al Senato a Città del Messico per denunciare l'inosservanza delle leggi. Santos de la Cruz Carrillo, vice del comisariado del pueblo Banco de San Hipólito, nel municipio di Mezquital, nello Stato messicano di Durango, ha detto: «Continueremo a salvaguardare la nostra identità culturale ed i sostegni della vita dei nostri siti sacri, che sostengono il mondo. Perciò un attacco contro di loro ha conseguenze molto gravi, e non solo a livello simbolico».

Dopo una pausa di 5 anni, l'Unión Wixárika ha iniziato una nuova battaglia contro  le autorità locali e le imprese che vogliono fruttare le risorse minerarie della loro area ancestrale, chiedendo che siano davvero rispettati i decreti governativi che in teoria proteggerebbero i territori indigeni.

La First Majestic Silver ha ricevuto bel 22 concessioni dalla Secretaría de Economía senza che le comunità indigene siano state consultate, inoltre la zona di Wirikuta è un'area naturale di più di 140.000 ettari protetta dal 1994 e con un piano di gestione approvato nel giugno 2008.

L'Unión Wixárika dice: «Siamo molto preoccupati e soprattutto ci dispiace, perché non si stanno solo violentando i requisiti legali, ma si sta anche attentando la nostra vita. Nel cerro del Quemado abbiamo la nostra pianta sacra, che è l'híkuri (peyote). Questi siti sono vivi, hanno un cuore e siamo preoccupati perche strozzeranno le sue vene».

I canadesi vogliono installarsi su più di 6.000 ettari, in 7 municipi di San Luis Potosí, ed una delle risorse c più a rischio è l'acqua che potrebbe essere inquinata dai prodotti chimici utilizzati normalmente nelle miniere di oro e argento, a cominciare dal cianuro.

Secondo De la Cruz, «Una delle strategie della compagnia di origini canadesi è quella di dividere le comunità e di offrire posti di lavoro e supposti benefici economici per la popolazione, in un'area dove la disoccupazione e la marginalizzazione sono molto alte, e allo stesso tempo, squalificare chi si oppone al progetto», naturalmente dicendo che si oppone al progresso e al benessere.

Ma la First Majestic Silver si trova a fare i conti con tipi tosti come Jaime Carrillo, del consejo de vigilancia de la Unión Wixárika, che denuncia: «Permettendo di far andare avanti il progetto minerario, le autorità messicane non solo stanno violando diversi trattati internazionali in materia di protezione ambientale, ma anche il Pacto de Hauxa Manaka'a, firmato dal presidente Felipe Calderón il 28 aprile del 2008. Quel giorno, tanto il presidente federale come i governatori di Jalisco, Nayarit, Durango, Zacatecas e San Luis Potosí si impegnarono a preservare i luoghi sacri del pueblo huichol, particolarmente Wirikuta. Siamo praticamente bloccati operchè abbiamo sottoscritto i documenti per riconoscere i nostri territori protetti. Chiediamo che l'impegno di Calderón venga soddisfatto e che si rispettino gli accordi».

Santos de la Cruz sottolinea che «Per i wixárika, la zona cerimoniale di Wirikuta e così sacra e importante come lo è La Villa per i fedeli guadalupanos. E' come se chiedessero di installare un distributore di benzina nei siti religiosi storici di Roma. Non ha prezzo e il governo messicano non ne ha nessun rispetto. Il cuore di Wirikuta ci sta chiamando e dobbiamo unirci per contrastare questa imposizione. Ci stiamo alleando anche con i popoli indigeni degli Stati Uniti e del Canadá per far calare la cresta all'impresa».

Per questo le comunità della regione hanno cominciato a mobilitarsi ed esigono la revoca immediata delle concessioni date alla  First Majestic Silver ed il rispetto dei trattati che proteggono  i siti ancestrali indigeni.

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