[18/02/2011] News

La Siria vuole fare la sua prima centrale nucleare entro il 2020, ma non collabora con l'Iaea

LIVORNO. Mentre il mondo arabo esplode, dal suo bunker armato la dittatura della Siria prevede di costruire la sua prima centrale nucleare entro il 2020, naturalmente per soddisfare la crescente domanda di energia. Nonostante le preoccupazioni internazionali per l'atteggiamento della Siria, che ha ostacolato in ogni modo un'indagine dell'Onu sulle sue presunte attività nucleari, la Commissione per l'energia atomica siriana ha presentato un documento sullo sviluppo del nucleare e un'inchiesta dell' International atomic energy agency (Iaea ) conferma che il regime baathista di Damasco potrebbe anche prevedere di produrre in proprio il combustibile nucleare per la centrale.

Una cosa pericolosissima ai confini sempre più pericolosi tra il mondo arabo ed Israele, visto che il regime militare-dinastico degli Assad non ha mai nascosto la voglia di diventare il vero avversario dello Stato ebraico, ad iniziare dal dotarsi della bomba atomica che Israele ha già da anni.

Fredrik Dahl scrive sulla Reuters che «Qualsiasi tentativo da parte della Siria di avviare l'arricchimento dell'uranio, come il suo alleato dell'Iran, metterebbe probabilmente ulteriormente in allarme gli Stati Uniti ei loro alleati occidentali sulle attività nucleari siriane e su come tale materiale potrebbe essere utilizzato, se raffinato molto di più, anche per fare le bombe».

Dietro il nucleare siriano spunta la solita ombra della Russia, che con il regime degli Assad ha legami solidi fin dal tempo dell'Unione Sovietica. Nel maggio 2010 , durante una visita di Stato a Damasco, il presidente russo Dmitri Medvedev annunciò che stava studiando la costruzione di una centrale nucleare in Siria. Da allora né russi né siriani hanno rivelato dettagli e a Damasco nessuno ha voluto commentare le nuove rivelazioni.

Mark Hibbs, senior associate al Carnegie endowment for international peace, un think tank che si occupa di anche di Medio Oriente, ha spiegato alla Reuters che «La Siria avrebbe bisogno di importare quasi tutto ciò di cui c'è bisogno per un reattore nucleare», ma ha dei dubbi che un qualsiasi Paese aiuti il regime baathista a mettere in piedi un progetto nucleare mentre è sotto inchiesta da parte dell'Iaea: «Oggi, il più grande ostacolo per la Siria per procedere verso il suo programma nucleare è semplicemente il fatto che non sta cooperando con l'Iaea nell'inchiesta su quelle che sembrano essere gravi accuse. E' quasi inconcepibile che la Siria sia in grado di importare un reattore nucleare ... a meno che questo non venga risolto».

Parole del tutto condivisibili, peccato che però l'inconcepibile sia avvenuto già diverse volte e che sia proprio quello che i russi hanno fatto in Iran e che altri Paesi, a cominciare dalla Cina con il Pakistan e dagli Usa, dalla Francia e dalla solita Russia con l'India, se ne siano bellamente infischiati del fatto che i due colossi asiatici non aderiscano al Trattato di non proliferazione nucleare e che se ne siano fregati dell'Iaea e delle sue ispezioni.

L'Iaea è sempre più irritata con la dittatura siriana per l'evidente mancanza di cooperazione del governo di damasco nell'indagine del bombardamento israeliano che nel 2007 ridusse in macerie un misterioso impianto nel deserto siriano a Dair Alzour, nel nord-ovest del Paese. Secondo i rapporti dell'intelligence Usa a Dair Alzour era in costruzione l'embrione di un reattore progettato dai nordcoreani e destinato a produrre plutonio per uso militare. Come l'Iran, la Siria nega di aver mai pensato alla bomba atomica e ribatte che gli americani e l'Iaea farebbero meglio ad occuparsi di Israele che le bombe e le centrali nucleari ce le ha già. Damasco nega che Dair Alzour fosse un sito nucleare o un impianto militare, ma poi la Siria si e rifiutata di consentire all'Iaea di indagare nel 2008 sul follow-up del bombardamento israeliano

Il documento siriano, presentato la settimana scorsa durante un seminario a porte chiuse sul nucleare tenutosi nella sede di Vienna dell'Iaea, non fa parola dell'affaire di Dair Alzour.

La Siria, che ha contingentato le forniture di combustibili fossili, è afflitta da anni da una carenza energetica che è uno dei pericoli per il regime. Il documento nucleare prevede che la domanda nazionale di elettricità aumenterà di un terzo tra il 2010 e il 2015. Per questo vuole costruire la sua prima centrale nucleare entro il 2020 ed anche un certo numero di centrali idroelettriche nei prossimi anni. Il documento siriano sottolinea che «A causa della crescente domanda di energia in Siria, le centrali nucleari sono oggetto di esame» e poi aggiunge che «Si che potrebbe decidere di costruire più di uno di tali impianti».

La Siria entra così ufficialmente nel preoccupante club di Paesi del Medio Oriente (Egitto, Emirati Arabi Uniti, Giordania, Iran, Libia, Israele, Turchia...) che hanno costruito, vogliono costruire o stanno costruendo centrali nucleari, per ridurre la loro dipendenza dal petrolio e dal gas, sul cui sfruttamento spesso fondano le loro economie. Unione europea, Usa e Russia, per tentare di impedire che questa corsa al nucleare, quasi sempre sostenuta da loro, aumenti il rischio di proliferazione di armi atomiche, hanno proposto di istituire banche multilaterali di combustibile nucleare, per fare in modo che i neofiti dell'energia nucleare non lo producano da soli e non lo utilizzano per fare la bomba atomica islamica.

«in linea di principio, costruire una centrale nucleare, purché non la si utilizzi come pretesto per sviluppare l'intero ciclo del combustibile ... non dovrebbe essere una delle principali preoccupazioni - spiega Pierre Goldschmidt, ex capo delle global inspections dell'Iaea - I Paesi hanno il diritto di sviluppare l'energia nucleare a condizione che rispettino i loro impegni nel quadro del Trattato di non proliferazione nucleare (Npt) e le facilities sono sotto la supervisione dell'Iaea. Certo, la Siria non dà un gran buon esempio, perché non consente all'Agenzia di accedere ad alcuni dei siti che l'agenzia intende visitare».

La Siria ha firmato il Tnp nel 1968 e lo ha ratificato nel 1969, poii ha cercato in tutti i modi di sviluppare il nucleare, recercando on determinazione l'assistenza esterna partire dal 1980, compresi reattori e trasferimento di tecnologia da stati come Argentina, Cina e Russia. Sforzi che però hanno prodotto pochi risultati tangibili. Solo nel 1991 i cinesi cominciarono a costruire il primo reattore di ricerca siriano a Dayr Al Hajar , un SRR-1 30KW miniature neutron source reactor, che è entrato in funzione nel 1996, anche se non è grande abbastanza per essere preoccupante per la proliferazione. Nel 2008 e 2009 gli ispettori dell'Iaea hanno scoperto la presenza di particelle di uranio di origine antropica non dichiarata. Nel 2009 l'Iaea ha trovato anche tracce di uranio e grafite nel sito di Al Kibar per il quale l'Agenzia Onu continua a chiedere l'accesso e relativi documenti, ma il governo siriano continua a rifiutare entrambe le cose.

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