[16/02/2011] News

Figueres (Unfccc): «Durban non sarà Copenhagen 2 e non serve il Kyoto 2». L'America Latina molto vulnerabile al cambiamento climatico

LIVORNO. La segretaria esecutiva dell'United Nations framework convention on climate change (Unfccc), Christiana Figueres è intervenuta ad una conferenza sull'applicazione degli accordi di Cancún e sul rapporto 'America Latina per combattere il cambiamento climatico', organizzata a Madrid dalla Segretaría general Iberoamericana (Segib). Il rapporto è stato presentato da Enrique V. Iglesias, segretario generale della Segib e alla conferenza ha partecipasto anche il ministro spagnolo per il cambiamento climatico, Teresa Ribera.

Nel suo intervento la Figueres ha riconosciuto che «Se il mondo fosse perfetto, un accordo giusto e vincolante per tutti i Paesi potrebbe essere raggiunto nella prossima conferenza sul cambiamento climatico a Durban, in Sudafrica. Sarebbe stupendo arrivare il prossimo dicembre a Durban con questo patto, però questo accade solo nelle favole. L'accordo dovrebbe essere giusto per differenziare le nazioni più vulnerabili, vincolante per no restare solo attaccato alle raccomandazioni scientifiche ed ambizioso per superare il livello di ambizione attuale che abbiamo. Solo questi tre elementi ci daranno conto delle favole e della realtà e se le nostre aspirazioni non cambieranno da qui a Durban».

La Figueres, che è della Costarica, si è soffermata sulla situazione latinoamericana, che naturalmente interessa molto l'organizzazione dei Paesi che parlano lo spagnolo, ed ha sottolineato che «La vulnerabilità è alta e sicuramente aumenterà alla categoria di grave o intensa negli anni 20 - 30, però si aprono anche opportunità per la regione per mitigare la situazione e prendere iniziative che permettano uno sviluppo sostenibile. In qualche caso, abbiamo alcuni esempi di successo che si possono citare, come la ripopolazione forestale con alberi da frutto in El Salvador, la rigenerazione delle mangrovie nelle linee costiere del Messico o la costruzione di case di bambù sopraelevate in Ecuador. C'è la necessità urgente che i Paesi dell'America Latina trovino i mezzi adeguati per mitigare le emissioni, invertendo la tendenza attuale ad utilizzare materie energetiche fossili, quando le risorse idriche potrebbero rappresentare una percentuale molto maggiore dell'attuale, che è solo del 25% del totale, mentre la regione dispone del 35% dell'acqua dolce di tutto il pianeta».

La segretaria dell'Unfccc ha ricordato il grande potenziale eolico, solare e geotermico che potrebbe essere utilizzato «Per le necessità urgenti di ridurre la deforestazione ed orientarsi verso lo sfruttamento sostenibile dei boschi». Nonostante tutto, la Figueres ha detto di essere ottimista per le soluzioni per il global warming: «Non possiamo perdere di vista la politica degli Stati Uniti, però questo non significa che il risultato di Durban si trasformerà in una Copenhagen 2. Potrebbero esserci le possibilità di aumentare i livelli di ambizione degli accordi di Cancún, però non ha senso realizzare un secondo Kyoto quando Paesi come gli Usa o il Giappone non vi partecipano. La Cop 16 sul clima, tenutasi nel dicembre passato nella suddetta città messicana, ha rappresentato un grande passo per la comunità internazionale delle nazioni, però un progresso pietoso per il pianeta. Sebbene i governi abbiano fatto un passo importante per la riduzione dei gas inquinanti, questo risulta insufficiente, perché coi on l'impegno di appena 80 Stati si raggiunge a malapena il 60% dello sforzo necessario per frenare il cambiamento climatico».

Tra i risultati ottenuti a Cancún, la Figueres ha citato «Lo sforzo per la riduzione dei gas serra, la creazione del Fondo Verde per i Paesi in via di sviluppo o l'accordo per impedire che la temperatura salga di oltre i 2 gradi centigradi», mai è lamentata del fatto che la Cop 16 «Non sia riuscita a stabilire un tetto per la crescita delle emissioni né ad abbassarle senza rinunciare allo sviluppo economico». Per quanto riguarda l'adattamento al cambiamento climatico la segretaria dell'Unfccc ha detto: «Si tratta della Cenerentola della Convenzione quadro, che nemmeno a Cancún ha trovato la scarpetta di cristallo. Non possiamo risolvere un problema di 100 anni in mesi: Le soluzioni di problema sono come quelle per costruire una grande cattedrale nella quale si mettono, poco a poco, i mattoni per elevarla».

La Figueres si è soffermata sull'accordo Redd Plus (Reducing missions from deforestation and forest degradation) raggiunto a Cancún: «L'uso sostenibile delle foreste ha molteplici vantaggi, non solo direttamente per le popolazioni che dipendono dalla foresta, ma anche per una serie di questioni fondamentali, incluse la biodiversità e l'attenuazione e l'adattamento al cambiamento climatico. L'importante accordo Redd Plus che è stato raggiunto a Cancún è munito di congrue risorse finanziarie per attuarlo».

Il Redd è uno sforzo per creare un valore finanziario per il carbonio immagazzinato nelle foreste, che offre incentivi per lo sviluppo dei Paesi riducendo le emissioni delle terre boschive e investendo in percorsi low-carbon per lo sviluppo sostenibile. Redd Plus va oltre la deforestazione, che alcune stime indicano contribuisca per un quinto delle emissioni globali di carbonio, più dell'intero settore di trasporti mondiale, comprende i settori della conservazione, della gestione sostenibile delle foreste e del rafforzamento degli stock di carbonio delle foreste.

Questo ha aperto una porta importante per l'America Latina. Il Redd Plus è già in fase di sperimentazione con progetti o pilota u vasta scala. Ad esempio, l'impegno della Norvegia per 1 miliardo di dollari per aiutare a proteggere la foresta pluviale amazzonica ha contribuito alla promessa del Brasile per ridurre la deforestazione del 80% entro il 2020.

«Questo è un esempio incoraggiante di duplicazione dei meriti. I Paesi latinoamericani devono cogliere questa opportunità e attuare le relativa politiche forestali a livello nazionale livello nazionale che vadano mano nella mano con gli accordi di Cancún, in modo che possano essere ottenuti maggiori benefici. I Paesi dell'America Latina anno un enorme potenziale di produzione di energie rinnovabili, per esempio le condizioni di vento ideali in Messico, America Centrale, Colombia settentrionale e Patagonia, oltre a notevoli risorse geotermiche. L'utilizzo delle energie rinnovabili deve essere ampliato e a livello nazionale occorre fare molto di più, attraverso politiche adeguate, incentivi e sostegni governativi. Gli accordi di Cancún prevedono molti incentivi che devono essere immediatamente utilizzati».

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