[08/09/2009] News toscana

Arno: il doppio ponte a Vallina e l'urgenza di nuovi modelli di sviluppo

FIRENZE. E' stato depositato presso gli uffici della Provincia, e sarà ora disponibile fino al 12 settembre per le osservazioni, il progetto commissionato da Anas per la realizzazione di due ponti sul fiume Arno in località Vallina, all'incirca a metà dei 10 km che separano Firenze e Pontassieve.

La notizia è riportata dalle cronache locali della "Nazione" di oggi: il progetto, già pubblicato sul sito della Provincia (la sintesi non tecnica è disponibile alla url http://www.provincia.fi.it/fileadmin/assets/Ambiente/V.I.A/28_0_SINTESI%20NON%20TECNICA.pdf), prevede una durata dei lavori di 22 mesi, e intende ovviare alla mancanza di un collegamento stradale tra le due sponde del fiume Arno nella zona degli abitati, appunto, di Vallina, Compiobbi e Quintole.

Frazioni che, a dir tanto, conteranno complessivamente 1000-1500 abitanti. Un progetto faraonico e inutile, quindi? Non proprio, perché va ricordato che in quei dieci km di strada citati tra il capoluogo e Pontassieve non è presente nemmeno un ponte stradale, e questo comporta una spiccata e innaturale separazione tra i flussi di traffico che percorrono le due strade (la provinciale 34 - visibile nella parte destra dell'immagine, e la statale 67 Tosco-romagnola, a sinistra) situate sulle due sponde, e di notevole importanza per il collegamento tra Firenze e il Valdarno.

Ciò a sua volta porta un cronico intasamento del traffico veicolare sulla ss67, dove in questi casi è scena tipica vedere i guidatori imbottigliati mentre osservano, sospirando, il libero scorrimento che avviene sulla provinciale dall'altra parte dell'Arno, per i motivi citati sopra.

Quindi, dal punto di vista della dotazione infrastrutturale della periferia Est di Firenze e dell'integrazione tra strutture già presenti, l'intervento previsto può avere un senso, così come un senso (anche se pure su questo ci sarebbero considerazioni da fare, che per il momento accantoniamo) riveste anche il processo in corso di adeguamento della ss67 stessa, con la preventivata realizzazione di bypass stradali per evitare l'attraversamento di frazioni oggi percorse dalla statale, come ad esempio la vicina località di Ellera.

Ma, detto questo, va aggiunto che non è tutt'oro quel che luce: anzitutto, pur non volendo assumere posizioni gratuitamente polemiche su una questione inevitabilmente complessa, non appare chiaro il perché di un intervento che non si limiti, nei suoi pure inevitabili impatti, alla realizzazione di due ponti invece di uno. Certo, come si può vedere nell'immagine (derivante da nostra rielaborazione - su mappe Google - del progetto nella sua versione attuale) i due ponti sono in realtà parti di un'unica opera, ma comunque, a meno di clamorosi aumenti dei flussi di traffico, la necessaria maggiore agilità di scambio tra le due direttrici stradali citate potrebbe tranquillamente essere raggiunta con un ponte solo.

Certo, come detto, ciò vale "a meno di clamorosi aumenti dei flussi di traffico", ma questo è un elemento che deve necessariamente contenuto, se non scongiurato, da un'azione da parte dell'amministrazione. Questo almeno se veramente si vuole, come dichiarò l'attuale presidente della Provincia Barducci a greenreport nel presentare il suo programma per le primarie provinciali (13 febbraio), lavorare «perché la Provincia di Firenze rientri tra le aree più avanzate d´Europa, non solo per alcuni casi di eccellenza che già oggi uniscono lavoro e ambiente (..), ma per un coerente sistema energetico, dei consumi, dei rifiuti, della programmazione territoriale, della tutela della qualità dell´aria, delle acque, dei suoli».

Poi - sia chiaro - il punto non è necessariamente fare due ponti invece di uno, anche se andrebbe spiegato meglio alla cittadinanza, da parte dell'amministrazione, il motivo di una scelta che porta a raddoppiare (o quasi) impatti, tempi, disagi, emissioni, prelievi dal capitale naturale energetico e materiale. Il punto è capire come i vari organi amministrativi coinvolti intendano, nella loro azione coordinata, attuare misure di incentivazione alla mobilità pubblica che, per esempio, facciano sì che alla maggiore agilità di flusso garantita dalla nuova struttura (se verrà realizzata) non corrisponda uno smodato aumento dei veicoli che passano per la zona, elemento che poi in prospettiva condurrebbe alla necessità di ulteriori nuovi ponti, che attrarrebbero nuovo traffico, e così via.

Capire, insomma, se questo progetto (che ha punti di forza e difetti, entrambi significativi e su cui ritorneremo) si inserisce in un progetto più ampio e lungimirante che punti a incentivare la mobilità sostenibile a scapito di quella tradizionale, pur senza rinunciare a quegli interventi "tradizionali" che davvero sono imprescindibili: e se, invece, questo progetto più ampio e lungimirante non viene preso come prospettiva focale dell'azione di governo, allora certo la - pur motivata per certi versi - realizzazione di un ponte a Vallina è destinata a diventare l'ennesimo caso di insostenibilità nell'hinterland fiorentino, e in particolare nella sua zona orientale, quella meglio conservata. E questo vale per un singolo ponte stradale: figuriamoci per due.

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