[08/09/2009] News

Piombo e zinco cinesi: rispettare le leggi fa bene al riciclo

LIVORNO. Nel corso delle ultime due settimane il piombo è rincarato del 25,8%, e rispetto a 3 mesi fa quando  una tonnellata costava intorno ai 1550 dollari, adesso costa  intorno ai 2300. Andamento quasi analogo per lo zinco,  che all'inizio di giugno costava 1200 dollari a tonnellata e oggi per comprarne la stessa quantità dobbiamo sborsare 1925 dollari.

La prima lettura del fenomeno ce la danno gli analisti più esperti del mercato dei futures, che  fanno derivare tali impennate di prezzo al panico (panic buyng) che avrebbe preso gli investitori dopo che alcune settimane fa il governo cinese ha deciso di chiudere alcune acciaierie e fonderie a causa dell'allarme inquinamento: lo stop non sarebbe finito e non riguarderebbe solo i piccoli impianti, ma ha cominciato ad allargarsi a macchia d'olio ed ha coinvolto  anche gli intoccabili signori cinesi dell'industria metallifera, con fonderie imponenti  (dalla capacità di 50mila tonnellate l'anno), che sono state chiuse dall'oggi al domani a tempo indeterminato, ovvero finché non saranno in regola con le peraltro non certo rigidissime norme ambientali cinesi.

Il panico ha preso quindi gli investitori,  che temendo una carenza di materia prima, hanno cominciato ad acquistare tutto l'acquistabile, e siccome c'è aria di un giro di vite per tutto il settore della siderurgia e affini, ecco che anche per lo zinco, spesso lavorato nelle stesse fabbriche del piombo, è scattato l'allarme.

I timori in effetti non sono troppo campati in aria, se si pensa che almeno tre delle grandi fonderie chiuse stavano producendo a un ritmo molto superiore a quello consentito, nell'ottica, finora probabilmente tollerata e anzi incentivata dal governo cinese, di rincorrere la crescita a doppia cifra, senza se e senza ma e soprattutto senza troppi vincoli, ambientali o sociali che fossero.

Qualcosa è cambiato e ora il gigante asiatico ha deciso di intervenire, cominciando a riorientare l'economia partendo proprio dai motori più potenti su cui ha basato la sua rincorsa. Attenzione, non c'è stato bisogno di nuove leggi o rivoluzioni, la Cina ha semplicemente cominciato a far applicare le leggi (rigide o annacquate che fossero) in materia ambientale. E poco importa se tale intervento sia stato elaborato in modo autonomo dal governo oppure indotto dalle manifestazioni di protesta che da più parti si sono sollevate contro le grandi fabbriche che da una parte distribuivano magra sopravvivenza e dall'altra seminavano malattie e morte.

Ricapitolando: adesso piombo e zinco costano di più perché in prospettiva gli investitori temono (!) che i due materiali costeranno di più. Costeranno di più perché se ne produrrà meno (le fabbriche dovranno rispettare la quota assegnata e non sovraprodurre come è stato finora) e perché si produrrà a costi un po' più alti visto che dovranno essere rispettate le leggi a tutela dell'ambiente e auspicabilmente della salute dei lavoratori (tra l'altro riducendo quindi il gap di competitività col resto del mondo).

Questo si tradurrà (forse) in un incremento finale del prezzo anche nei paesi importatori e quindi per noi cittadini quando acquisteremo prodotti che contengono questo materiale. Ma l'aspetto che deve essere sottolineato è che più costerà la materia prima, e più conveniente sarà riciclarla, visto che già oggi per esempio il 30% della produzione di zinco mondiale proviene dallo zinco riciclato. E allo stesso modo viene riciclato il piombo contenuto in batterie ed accumulatori. Ma finché ci sarà la possibilità di acquistare materia prima a un prezzo più basso, il riciclo resterà solo una buona pratica di nicchia di qualche impresa, buona, appunto, per fare magari un po' di greenwashing.

Ecco perché orientare l'economia in senso ecologico da parte dei governi passa anche dal far rispettare semplicemente le leggi che già ci sono. E chissà perché viene in mente l'asfittico mercato italiano dei prodotti riciclati e le leggi che imporrebbero alle pubbliche amministrazioni (che rappresenta dal 17 al 25% l'intera spesa per beni e servizi)  di acquistare prodotti che contengono materiale riciclato...

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