[25/01/2011] News

Crisi energetica in Africa, l’Uemoa ci prova con l’energia sostenibile

LIVORNO. Gli Stati dell'Union économique et monétaire Ouest africaine (Uemoa) tentano di non farsi sopraffare dalla crisi energetica con l'avvio dell'Initiative régionale pour l'énergie durable (Ired) che conferma la "Vision 2030" e la necessità di finanziamenti per 20.000 miliardi di franchi Cfa. Intanto esiste un fondo sviluppo dell'energia da 500 miliardi di FCfa che secondo l'Uemoa dovrebbe servire da leva per l'Ired.

Lo spazio Uemoa comprende una superficie di 3,5 milioni di Km2 ed un mercato di circa 90 milioni di abitanti che ha il 33% del Pil dell'Africa Occidentale ed un tasso di crescita del 4,3%,  ma in Paesi poveri e a volte poverissimi, con il 60% della popolazione sotto il 25 anni di età. Una situazione socialmente e politicamente sempre più esplosiva che gli 8 Stati che ne fanno parte cercano di affrontare anche con una politica economica ed energetica comune, eliminando le barriere doganali all'interno dell'Uemoa ed affidando il sistema bancario ad una sola Banca centrale.

Il settore energetico dell'Uemoa presenta grossi problemi: frequenti e sempre più lunghe interruzioni di corrente, guasti continui agli impianti ed un parco elettrico vetusto che aggrava le perdite (20%); basso tasso di accesso all'elettricità (17%); prezzi dell'elettricità tra i più cari al mondo (0,15 €/kWh) a causa di un sistema alimentato per due terzi da centrali termiche che funzionano con prodotti petroliferi tutti importati e sempre più cari. Una situazione che sta rendendo sempre più precaria la situazione degli operatori pubblici dell'energia e che costituisce un pesante fardello per le casse di Stati già al limite della sopravvivenza (quando va bene). La debolezza degli investimenti pubblici e privati nel settore (nonostante la "premurosa presenza" di industrie nucleari ed elettriche come la francese Areva o l'arrivo in massa delle imprese cinesi) e le carenze istituzionali hanno fino ad ora fatto fallire ogni riforma del settore energetico nell'Uemoa.

Per questo, come spiega il giornale senegalese "Sud Quotidien" l'Ired punta a risolvere il problema dell'energia entro il 2030 «Migliorando la competitività delle imprese, rendendo la zona attrattiva e facendo in modo che l'energia sia disponibile ed accessibile per le popolazioni».

Guy-Amédée Ajanohoun, commissario del Département du développement de l'entreprise, des télécommunications et de l'energie dell'Uemoa, ha sottolineato che i 20.000 miliardi di FCfa dovranno servire a «sostenere gli Stati  nella ricerca di soluzioni per uscire dalla crisi energetica e dovranno specificatamente permettere di finanziare l'Initiative régionale pour l'énergie durable (Ired) o "Vision 2030". Questo piano che si estende dal 2010 al 2030, punta a permettere all'insieme dei cittadini dell'Union économique monétaire ouest africaine di accedere ad un'energia a basso prezzo, all'interno di un vasto mercato di scambi di energia elettrica integrato ed armonizzato a livello di Africa Occidentale, producendo un'energia pulita e basandosi su una partnership pubblico-privato dinamica».

Il programma da 20.000 miliardi di FCfa si basa su un'agenda che prevede una messa in opera graduale in 3 fasi: dal 2010 al 2012 investimenti per 4.955 miliardi di FCfa per affrontare l'attuale deficit dell'Uemoa; dal  2013 al 2020 7.363 miliardi di FCfa per lo sviluppo delle infrastrutture di interconnessione regionale e creazione di un grande mercato di scambio di elettricità; dal 2021 al  2030 finanziamenti per 7.887 miliardi per la fase finale.

Ajanohoun ha spiegato ai giornalisti che l'Uemoa «Si è data degli obiettivi strategici, tra i quali l'accesso universale al servizio elettrico. Vale a dire passare dal 17% nel 2008 all'80% al 2020 ed al 100% nel 2030. Tra gli altri obiettivi l'Uemoa vuole riuscire ad aiutare la riduzione dei prezzi medi delle'elettricità negli 8 Paesi membri, facendo passare il kilowatt/ora a 30 FCfa. L'Uemoa conta anche di far passare la quota di energie rinnovabili e sostenibili nei parchi delle società nazionali elettriche dal 36% del 2007 all'82% nel 2030».

L'Ired si basa su 4 assi strategici: sviluppo dell'offerta di un mix energetico competitivo; un piano regionale  di gestione del consumo di energia elettrica; accelerazione della realizzazione di un mercato di scambi di energia elettrica nell'Africa Occidentale; un quadri regolamentare comune.

Ajanohoun sottolinea che «E' stato chiesto alla Bceao, alla Boad ed alla  Commissione Uemoa di trovare i mezzi perché avviino i programma» ed ha spiegato che dei de 500 miliardi di FCfa per lo sviluppo energetico «La metà è acquisita con un impegno per 250 miliardi di FCfa già identificato». L'altra metà verrà raccolta attraverso una tournée di sensibilizzazione verso I tradizionali donatori di fondi.

La realtà con cui dovrà fare i conti l'Ired è drammatica. Uno studio Uemoa del 2008 dimostra che , ad esclusione della Costa d'Avorio, «Nessuno dei Paesi dell'Uemoa è in grado di soddisfare la sua domanda energetica». Una situazione che vede le società energetiche nazionali alla deriva e che è ben descritta dallo stato di crisi endemica in cui versa la Senelec del Senegal, il Paese più "ricco" e leader dell'Uemoa.

«Al di fuori del Burkina Faso, dove si applicano i prezzi reali - spiega Ajanohoun  - le società elettriche sono molto lontane dal guadagnare e sono tutte indebitate con i loro Stati e le loro banche. Sono incapaci di avere programmi energetici razionali e di gestione efficace».

Per questo l'Uemoa prevede un "accompagnamento" delle società elettriche nazionali nella stesura dei loro piani di ristrutturazione, in vista di un loro risanamento. «Questo - secondo Ajanohoun - permetterà di migliorare la loro gestione, ridurre i carichi e fare in modo che i costi di produzione possano calare. In questa dinamica, è previsto un audit di tutte le società elettriche nazionali».

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