[24/01/2011] News

Eolico offshore: un 2010 con numeri da record

FIRENZE. L'European wind energy association (Ewea), ha presentato a Bruxelles i dati relativi all'eolico offshore relativi al 2010, con numeri da record. Sono stati installati 883 MW per 308 nuove installazioni, pari ad un incremento del 51% della capacità totale di eolico offshore, giunta a 2964 MW.

L'incremento delle installazioni (1136 turbine) per un valore di circa 2,6 miliardi di euro, ha interessato cinque paesi e nove parchi eolici con 2,9 milioni di famiglie che vedono soddisfatto il loro fabbisogno medio di elettricità attraverso l'energia fornita dal vento. «Le prospettive per il futuro sono rosee- informano da Ewea- nel 2011 una nuova capacità tra i 1000 e 1500 MW di offshore sarà completamente collegata alla rete, contro gli 883 MW del 2010».

In Europa sono attualmente in costruzione dieci nuovi parchi eolici, per un totale di 3000 MW e i dati contenuti nel rapporto Ewea rivelano che è già stato dato il pieno accordo per la realizzazione di 19000 nuovi MW di energia offshore. Se verranno realizzati genereranno 66,6 Terawatt di elettricità in un anno, sufficienti per sopperire alle necessità di 14 grandi metropoli europee, tra cui Parigi, Londra e Berlino.

Tra i vari paesi europei la Gran Bretagna si attesta come leader europeo (e mondiale) nella produzione di eolico offshore con una capacità totale di 1342 MW, seguita da Danimarca (854 MW), Olanda (249 MW), Belgio (195), Svezia (164), la Germania (92), Finlandia (26), Irlanda (25), Norvegia (2,3 MW). Italia non pervenuta a conferma delle difficoltà che incontra questa tipologia di eolico nel nostro paese, nonostante l'impatto ambientale ridotto rispetto all'eolico costruito a terra.

Eppure in un documento presentato qualche tempo fa dal Governo italiano al Parlamento europeo, veniva riportato che l'eolico marino ha un forte potenziale nei mari italiani, addirittura paragonabile a quello onshore, potendo raggiungere nei prossimi cinque anni i 500 MW e 2.000 MW nel 2020. Vedremo. Intanto Ewea fa sapere che ci sono buone notizie anche sul fronte finanziario il punto dolente per i grossi investimenti nei parchi marini.

«Il clima sta migliorando con le banche private, le istituzioni finanziarie come la Bei, le utilities e i fondi pensione, disposti ad investire nel settore».

 

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