[20/01/2011] News toscana

Marchetti (Esterni srl): «Perché i sindaci non si preoccupano di ciò che accade dopo la raccolta differenziata?»

EMPOLI. La Regione Toscana ha siglato - prima di tutte in Italia - un nuovo protocollo per incentivare gli acquisti verdi da parte delle pubbliche amministrazioni. Si tratta di un incentivo, che altrove non c'è: infatti l'obbligo di provvedere ad acquisti verdi è già attivo da anni. Non si può che applaudire all'iniziativa assunta dall'assessore Bramerini, che cerca cosi di chiudere il cerchio virtuoso che si attiva con la raccolta differenziata, per fare in modo che ciò che sì raccoglie abbia un senso ed una vitalità, anche per il futuro. davanti agli occhi dei cittadini.

Vi sono materiali che non necessitano di incentivi: col vetro si sono sempre fatte nuove bottiglie e con la cartaccia nuova carta, e così avviene pure con i metalli. Ma è la plastica la vera "pecora nera" della raccolta differenziata, poiché di ciò che si raccoglie viene oggi avviato a riciclo circa la metà; questi sono infatti i quantitativi di Pet e di PE che Corepla mette all'asta dopo i processi di selezione.

Ciò significa che la metà del materiale plastico che viene raccolto in maniera differenziata va generalmente a finire in discarica o all'incenerimento: un controsenso, non solo perché cozza con lo sforzo dei cittadini nel differenziare, ma anche dal punto di vista economico, perché su quei materiali ricadono tanto i costi della raccolta che dello smaltimento.

"Esterni", che ha sede in San Miniato, ha come obiettivo aziendale il superamento di questo controsenso, poiché ricicla in manufatti le plastiche di scarto dallo selezione: proprio quelle che altrimenti finirebbero bruciate o smaltite in discarica. I prodotti di "Esterni" sono oggetti di arredamento urbano, quali panchine, tavoli, cestini, fioriere. Si tratta di oggetti che hanno una durata nel tempo assai superiore al legno, cui si associa un peso specifico elevato che ne rende assai difficile il furto e il danneggiamento. "Esterni"' opera in Tuscana, anche sulla base di un accordo con Revet finalizzato proprio al riciclaggio degli scarti, combinando la missione ambientale con la propria attività industriale e commerciale.

Però... sono solo una decina i Comuni toscani che hanno acquistato qualche prodotto da "Esterni", e non certo per ragioni di prezzo, tanto più che ognuno di questi ha acquistato una panchina, o un tavolo, poco di più.

Perché una risposta cosi bassa? Tanto più che la produzione aziendale copre anche altri settori: bagni pubblici, da campeggio o da spiaggia, palizzate, pavimentazioni per passeggiate sulla spiaggia, recinzioni.

Evidentemente manca, nelle amministrazioni locali, una precisa presa di posizione e di indirizzo che dia ai funzionari comunali indicazioni precise; manca la traduzione in corretta azione amministrativa di quei corretti principi che spingono invece a potenziare la raccolta differenziata, a svolgere nei confronti dei cittadini la necessaria opera di informazione, comunicazione e sostegno, che però si interrompe non appena la raccolta è stata fatta.

E' un po' la traduzione in termini pratici di ciò che la stessa legge nazionale impone ai Comuni: questi debbono raggiungere percentuali di raccolta... di ciò che avviene dopo la raccolta si continua a non interessarsi.

E' così che gli acquisti (verdi o no) vengono affidati a funzionari comunali (che spesso con l'ambiente non hanno nulla a che fare), i quali agiscono sulla base di antiche abitudini, mantenendo le consuetudini dei fornitori tradizionali, senza preoccuparsi di inserire nello propria attività alcun richiamo alla esigenza di dare alla raccolta differenziata uno sbocco concreto e significativo: il riciclo.
Accanto agli incentivi, quindi, occorre una presa di posizione decisa da parte degli amministratori. che diano agli incaricati le necessarie precise indicazioni per valorizzare la compatibilità ambientale: occorre che venga applicato anche qui, il dettato della "priorità della politica", del rispetto dell'ambiente e della dimostrazione ai cittadini che il loro lavoro non va burlato via, o bruciato".

* Leonardo Marchetti è presidente onorario FERVER (Federazione Europea del Riciclo)

 

Torna all'archivio