[17/01/2011] News

Gran Bretagna. Green investment bank o Nuclear reactors investment bank?

LIVORNO. La notizia avrebbe del clamoroso: la Green investment bank tanto strombazzata dal nuovo governo liberal-conservatore britannico potrebbe contribuire a costruire reattori nucleari, al contrario di quello che avevano promesso i conservatori nel loro manifesto pre-elettorale che assicurava che la banca avrebbe finanziato il «new green technology start-ups»

La Green invewstment bank potrebbe invece rivelarsi un trucco per garantire  finanziamenti pubblici sotto altra forma alle centrali nucleari senza venire ufficialmente meno alla solenne promessa dei liberaldemocratici (già fieri oppositori dell'antieconomico nucleare) che l'industria atomica non avrebbe più ricevuto nessuna sovvenzione da parte del governo.

Ma il Guardian rivela che «nei documenti rilasciati prima di Natale da Vince Cable del business departmentment include una lista di nuovi reattori, insieme a parchi eolici offshore e nuove reti elettriche,  come  una delle tre proposte di "target sectors" sui quali la banca si concentrerà inizialmente».

Con una notevole faccia tosta Justine Greening, il segretario economico al tesoro, ha detto davanti al Commons environmental audit committee, che il sostegno finanziario al nucleare di una banca finanziata con fondi pubblici non equivarrebbe a una sovvenzione all'industria nucleare.

Caroline Lucas, la deputata verde che fa parte della commissione ambiente della Camera dei Comuni ha risposto che «Nuclear is not green, secondo me, però non lo è nemmeno per nessuno con un po' di cervello. Il finanziamento del nucleare si fa beffe di tutta l'idea della Green investment bank, anche con un sostegno indiretto». Per i Greens britannici la sovvenzione del nucleare alla fine ricadrà comunque sulle spalle dei contribuenti della banca e quei finanziamenti sono sempre un sussidio ad un'industria nucleare incapace di tenersi in piedi da sola.

La Greening non ha risposto nemmeno alle domande sul fatto se la banca verde potrebbe fare miliardi di sterline di prestiti a buon mercato oppure agire  come limited fund. Quello che si sa è che il tesoro teme che I prestiti della Green bank si andranno ad aggiungere al deficit dello Stato.

«Io non resto appesa alla semantica - ha detto la rappresentante del governo alla commissione - La nostra decisione non è stata ancora presa e ci sono anche altri modi per incoraggiare gli investimenti verdi». Poi si è rifiutata di spiegare come la Green investment bank riuscirà ad incoraggiare gli investimenti per circa 450 miliardi di sterline che sarebbero necessari nel Regno Unito per rispettare entro il 2025 gli ambiziosi obiettivi ambientali e di riduzione delle emissione di CO2 che il governo si è dato.

Di fronte agli attacchi dei verdi, degli ambientalisti e delle rivelazioni della stampa la coalizione di governo liberal-conservatrice non ha trovato di meglio che dare la colpa ai funzionari del governo che hanno scritto i documenti decidendo di includere il nucleare come forma di energia che produce basse emissioni di CO2, ma solo al fine di approfondire questa ipotesi. Il governo assicura che non sono stati i ministri a dire ai funzionari di inserire il nucleare nei "target sectors", ma sono in pochi a crederci.

Un portavoce del  business department ha insistito sul fatto che «Nessuna decisione finale è stata presa riguardo al fatto che la Green investment bank possa fornire supporto finanziario all'industria nucleare».

Ma se questo avverrà, aggirando le promesse elettorali, i finanziamenti della banca verde si andrebbero solo ad aggiungere ad una crescente lista di aiuti governativi all'industria nucleare, comprese le garanzie di un minimum carbon floor price, le salvaguardie sulle passività delle scorie nucleari ed una possibile  nuova "low-carbon obligation" che garantirebbe un prezzo superiore per l'energia elettrica prodotta dai reattori nucleari.

A dicembre, in un'intervista rilasciata al Guardian, il ministro liberldemocratico all'energia ed al cambiamento climatico Chris Huhne (considerato un traditore da tutto il movimento ambientalista britannico), aveva sostenuto che non ci sarà «Un sostegno specifico al nucleare per la semplice ragione che si tratta di una tecnologia vecchia e matura. La motivazione economica per la fornitura di sussidi extra si basa sul presupposto che si tratti di una "infant technology" che non è ancora arrivata ad un livello commerciale». Huhne, almeno in questo rimasto d'accordo con gli ambientalisti, sta spingendo per una vera banca green dalla quale poter ottenere prestiti ma ha ammesso che «Ci vorrà del tempo per creare una banca vera e propria», soprattutto ora che la priorità assoluta della fragile coalizione di governo britannica è quella di tagliare il deficit. Secondo il miniostro dell'energia la Green investment bank potrebbe partire con un budget limitato per dare il calcio di inizio agli investimenti il più presto possibile, ma ha insistito per istituire la banca alla svelta. Sperando che il nucleare non prosciughi le casse.

Greening ha invece detto che nulla è già deciso e che il modello della Green investment bank dovrebbe essere deciso entro maggio e che potrebbe essere operativo nel 2012.  Il Guardian fa notare che «Ernst & Young stimano che le tradizionali fonti di capitale, come le energy companies e il finanziamento per le infrastrutture, potrebbero fornire solo 80 dei 450 miliardi di sterline di investimenti necessari entro il 2025, argomentando che una sola banca, anche pienamente operativa, non potrebbe  colmare il gap».

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