[17/01/2011] News toscana

Bellini, Irpet: «La green economy deve passare dalle enunciazioni ai fatti!»

FIRENZE. Gli amici di Greenreport mi chiedono di rispondere di un evidente silenzio del rapporto Irpet su "L'uscita dalla crisi", presentato alla conferenza di inizio anno dell'11 gennaio scorso. Mi si domanda come mai la sostenibilità ambientale non sia stata presa in considerazione, né come criticità, né come potenzialità (per non dire fondamento) per l'uscita dalla crisi anche in Toscana.

La risposta sta in quella distinzione che un buon ricercatore deve sempre aver presente, tra l'essere ed il dover essere, tra l'analisi della "realtà effettuale" e l'esplicitazione delle proprie preferenze. Il rapporto si ferma all'analisi, perché questo era il suo obiettivo: raccontare questo abbozzo di ripresa, le sue caratteristiche ed anche i suoi problemi.

I problemi ci sono, infatti, e stanno - non paradossalmente - in quella natura prevalentemente export-led della nuova fase di crescita. Penso che all'Irpet vada infatti riconosciuto il merito di aver sollecitato qualche dubbio sulla positività di questo modello, sottolineando come esso induca squilibri, non necessariamente positivi per l'economia regionale e che comunque pongono un problema di compensazioni e di redistribuzione.

Questa non è la crescita che vorremmo, è la crescita che abbiamo. E da questo scenario - diciamolo francamente - la sostenibilità ambientale rischia di essere fuori gioco, per almeno due motivi. Il primo è che la green economy è un progetto non solo ancora troppo poco definito, ma anche dipendente da risorse di domanda pubblica e da consumi interni: due motori dello sviluppo che sono in evidente difficoltà.

Il secondo è che questa appare una crescita (fatte le debite eccezioni a livello di singole realtà imprenditoriali) per rimbalzo, senza un disegno, in cui si sfruttano posizionamenti competitivi tradizionali, non competitività nuove. E la green economy in Toscana non manca di enunciazioni, anche generose, ma difetta assai di realizzazioni. Cresce la domanda mondiale, anche di sostenibilità ambientale? Ma noi cosa abbiamo da vendere?

Penso dunque che rimanga, anzi tenda ad allargarsi lo scarto tra l'essere e il dover essere, tra la ripresa che abbiamo e quella crescita sostenibile che credo anche io essere via obbligata per una fase di sviluppo reale e duraturo. E ovviamente questa non è una buona notizia.

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