[04/09/2009] News toscana

Comune di Firenze, l'assessore Scaletti alla ricerca degli acquisti verdi perduti

FIRENZE. Proseguiamo oggi la nostra inchiesta sul rispetto, da parte delle amministrazioni comunali toscane, della normativa nazionale e regionale sugli acquisti verdi, cioè sui valori minimi di incidenza di materiali derivanti (in tutto o in parte) da riciclo posti come obiettivo per le pubbliche amministrazioni e per le società da esse partecipate nel soddisfacimento del proprio fabbisogno operativo.

Obiettivo che in teoria - ricordiamo - sarebbe vincolante, e la cui non-osservanza dovrebbe portare a sanzioni emesse dalle province, ma che in pratica viene generalmente disatteso, tranne eccezioni, anche perchè spesso nemmeno le amministrazioni provinciali hanno ottemperato alla normativa nazionale (dal decreto Ronchi - 1997 - fino al Dm 203/2003) e regionale (dalla L.r. 25/1998 fino alla 61 del 2007) in materia. E, comunque, nessun "controllo" è previsto, in sostanza, per monitorare l'azione dei "controllori", cioè delle province.

Il dato relativo agli uffici della provincia di Firenze, secondo quanto riportato a greenreport dall'assessore provinciale all'Ambiente, Renzo Crescioli, il 30 luglio e il 7 agosto (vedi link in fondo alla pagina), è attualmente dell'80% per quanto riguarda l'utilizzo della carta riciclata, ma solo del 10% per quanto attiene all'utilizzo di manufatti in plastica riciclata.

Abbiamo quindi avuto un primo colloquio con l'assessore all'Ambiente del comune di Firenze, Cristina Scaletti, che nei prossimi giorni ricontatteremo per un'intervista più accurata e più centrata sulla questione e sui numeri specifici.

Assessore Scaletti, qual è la situazione sugli acquisti verdi nel comune di Firenze?
«Dai dati che finora ho a disposizione risulta che, per quanto riguarda la tipografia comunale, l'80% della carta è completamente riciclata, e peraltro la tipografia usa una tecnologia digitale, con ridotto utilizzo cioè di sostanze tossiche. In generale, per gli uffici comunali, è in corso un'opera di sensibilizzazione, finalizzata ad esempio a superare il diffuso pregiudizio che la carta riciclata faccia inceppare gli strumenti. Peraltro, negli acquisti futuri di materiale per la stamperia, compreremo tutte stampanti ancora più compatibili, che minimizzino ulteriormente il problema».

Questo per la tipografia comunale. Ma in riferimento a tutti gli uffici comunali e quelli delle partecipate, qual è il dato relativo all'incidenza di materiali riciclati nel fabbisogno totale di carta, allo stato attuale?
«Le rispondo, per ora, col beneficio del dubbio: dai dati che ho dovremmo essere sul 50-55% di carta riciclata. Un dato perfettibile, e la cui implementazione passa anche dalla comunicazione tra amministrazione e dipendenti, che possono essere sensibilizzati molto più di oggi sulle questioni legate alla sostenibilità: penso ad esempio all'aria condizionata, al riciclo dei rifiuti eccetera. E sensibilizzare un dipendente vuol dire anche sensibilizzare conseguentemente un cittadino (cioè il dipendente quando torna a casa) e quindi la sua famiglia, e così via. Peraltro, questa opera di sensibilizzazione è stata già avviata dalla scorsa amministrazione. Ma c'è ancora tanto da fare».

Comunque, in attesa di dati più precisi, almeno per la carta riciclata le prescrizioni contenute nella normativa nazionale («coprire con materiale riciclato una quota minima del 30% dei propri acquisti annuali di manufatti») e regionali («destinare una quota di almeno il 40% del proprio fabbisogno all'acquisto di carta e cartoni derivanti  - in tutto o in prevalenza - dal riciclo dei materiali», e lo stesso fare per la plastica) sembrano essere state ottemperate, nel Comune.
«Si, comunque il 14 settembre avremo un incontro con i tecnici del comune per capire meglio lo stato dell'arte: mi interessa riuscire a capire, essendo la nostra amministrazione insediatasi da poco (cioè da giugno 2009, nda), come possiamo migliorare e integrare il dato, e la invito a ricontattarmi successivamente per fare meglio il punto sulla situazione. Voglio aggiungere anche che, a parte la sede centrale di palazzo Vecchio dove la cosa è complicata, quasi in tutti gli altri uffici comunali sono già installati i distributori di acqua dell'acquedotto e i distributori di cibo eco-compatibile, oltre a contenere spesso anche cibi per chi soffre di celiachia.
E, a parte altre questioni, la presenza dei distributori e degli erogatori è finalizzata proprio a disincentivare l'utilizzo di plastica».

A questo proposito, abbiamo parlato del dato sulla carta, ma quali sono i numeri sugli acquisti di di manufatti in materiali riciclati, nel Comune?
«Su questo, le ripeto, le chiedo di risentirci dopo la riunione del 14 e le saprò dire, perchè ad ora il dato non mi è disponibile. In generale, comunque, io sono per ridurne l'uso il più possibile, anche se questo non passa solo per la politica del Comune ma investe la diffusione di una mentalità nuova: il tema ambientale è oggi in continua evoluzione, e occorre continuamente migliorarci e aggiornarci.
E noi abbiamo tutta l'intenzione di farlo: pensi che anche nei servizi igienici comunali c'è tutta carta ecologica (cioè riciclata) e vengono usati solo prodotti certificati».

Sempre riguardo alle "intenzioni", e sperando che si trasformino in "azioni", ricordiamo quanto sostenuto a greenreport dall'attuale sindaco di Firenze Matteo Renzi in prossimità delle primarie che, nel febbraio scorso, lo proiettarono poi alla candidatura per palazzo Vecchio. Renzi parlò dell'azione per il Green public procurement come di una «rivoluzione verde nella politica degli acquisti del Comune», annunciando che detta azione sarebbe stata «uno dei primi impegni» della sua politica una volta eletto.
«Sono perfettamente in linea con la posizione di Renzi, ed è per questo che voglio approfondire meglio la cosa e ho indetto la riunione del 14 settembre per avere un quadro completo della situazione».

Torna all'archivio