[13/01/2011] News

Nucleare. Lo sfruttamento da schiavi dei lavoratori stranieri nel cantiere Epr di Flamanville

LIVORNO. Anche Novinite.com, la new agency di Sofia, si occupa dello sfruttamento e delle pessime condizioni dei lavoratori stranieri, denunciato da France Soir, da Europe 1 e da altri media francesi nel problematico e costosissimo cantiere del nuovo Epr (Nella foto) che sta costruendo Edf a Flamanville, quello che viene propagandato come il nucleare di ultima generazione, sicuro ed economico e da esportare anche in Italia.

«Circa un terzo del numero totale di 3.200 lavoratori della società energetica di stato francese Edf sul sito di Flamanville sono stranieri - spiega l'agenzia bulgara - per lo più rumeni e bulgari, ma anche spagnoli e portoghesi».

Pochi giorni fa, alcuni dei lavoratori stranieri hanno messo un adesivo su cui è scritto «Stress, oppressione, disperazione, siamo stanchi» per esprimere tutta la disperazione e la frustrazione per le loro condizioni di lavoro.

Anche i sindacati francesi hanno espresso preoccupazione per le condizioni di lavoro delle maestranze straniere. Jacques Tord della Cgt ha detto a  France Soir: «Non sono esattamente come quelle dei lavoratori francesi, ma attualmente è impossibile sapere quanto sono pagati e quante ore fanno effettivamente». Secondo l'esponente del più grande sindacato francese (più o meno la nostra Cgil) la stragrande maggioranza dei lavoratori rumeni, impiegati da Bouygues Construction  lavorano da 10 a 15 ore al giorno. «A volte iniziano alle 6 del mattino e terminano alle 22 di sera. E 'inaccettabile».

I rapporti dicono che è difficile verificare le informazioni sul terreno, perché la competenza non è dell'ispettorato del lavoro, ma dell'agenzia per la sicurezza nucleare francese, che però dice che i controlli sono difficili da eseguire per molte ragioni, tra le quali il fatto che le buste paga sono scritte in rumeno.

La Bouygues Construction, il più grande datore di lavoro sul cantiere di Flamanville, ha spiegato il massiccio utilizzo di  lavoratori dall'Europa orientale con il fatto che questi posti di lavoro sono "dolorosi" e i lavoratori francesi non li vogliono fare ed ha spiegato a France Soir che «L'assunzione di personale a livello locale non ha mantenuto le promesse, per la mancanza di candidati con esperienza per le posizioni della muratura per casseforme, fino al lavoro per il rafforzamento strutturale».

Forse i lavoratori francesi non sono semplicemente disposti ad affrontare qualcosa che più che allo sfruttamento somiglia alla schiavitù. Il giornale francese descrive eufemisticamente le condizioni di vita e di lavoro dei lavoratori rumeni e bulgari come «Spartane e non sempre in ottime condizioni». I lavoratori stranieri vivono in  250 "bungalow" e ricevono 250 euro al mese. In alcune baracche ci sono i giornali alla finestra per mantenere un po' di caldo all'interno. I lavoratori immigrati rischiano multe salate se danneggiano i cosiddetti mobili o le attrezzature nel loro "bungalow", la rottura di una sedia costa 70 euro. Le condizioni di vita in queste "case mobili" vengono descritte come «Un costante deterioramento».

Jean-Philippe Decroux, dalla Lega dei diritti dell'uomo è arrabbiatissimo per questa fetta di terzo mondo nel cuore della civile Francia e sottolinea: «La cosa peggiore è che qui tutti sanno, ma tutti tacciono. Soprattutto i protagonisti principali che, temendo rappresaglie, fuggono quando un estraneo si avvicina. I lavoratori vivono nella paura costante e stanno sempre più cominciando a lamentarsi delle loro condizioni abitative».

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