[13/01/2011] News

Bioshopper, Ferrante: «Tutto si puņ migliorare, ma non si torna indietro»

ROMA. Da un paio di settimane in Italia è in corso una piccola rivoluzione che riguarda i comportamenti quotidiani di ciascuno di noi e che può anche essere simbolo di un nuovo modo di produrre e fare industria in questo Paese. Si tratta del divieto di produzione e commercializzazione degli shopper in plastica entrato finalmente in vigore l'1 gennaio. Quando, nel dicembre 2006, riuscimmo a far approvare nella prima finanziaria del Governo Prodi l'emendamento che prevedeva il divieto eravamo consci che una scelta così netta e drastica ci avrebbe messo, per una volta, all'avanguardia in Europa e che richiedeva tempi adeguati di transizione, per cui prevedemmo tre anni di preparazione (che si allungarono poi a quattro per la proroga voluta dae questo Governo lo scorso anno). Ma in questi anni la potente lobby dei 'plasticari' (Unionplast su tutti), si è applicata esclusivamente nell'ostruzionismo contando solo sull'italianissimo vizio del rinvio e delle proroghe. E invece abbiamo vinto, gli ambientalisti (e in particolare Legambiente che di questa battaglia è sempre stata protagonista) hanno vinto e persino Prestigiacomo si è convinta della bontà di questa scelta. E da due settimane in tutte le famiglie si parla di questo, si è avviato un processo inevitabile di cambiamento dei nostri stili di vita, riutillizzo, riportare la stessa sporta, e i sacchetti in bioplastica. Questa grande innovazione tecnologica basata sulla sostenibilità, un vero caso positivo di green economy che può davvero aprire la strada alla 'nuova' chimica e rifare grande un settore, che è stato importantissimo per l'Italia negli anni del nostro boom e che ora versa in gravissima crisi. Certo se  la vecchia chimica non avesse perso tempo nell'ostruzionismo si sarebbe potuto pensare anche a modalità più chiare per lo smaltimento delle scorte e anche a distinzioni efficaci tra shopper e shopper, dando più tempo a quelli che per struttura (spessore) sono più riutilizzabili. Si può ancora fare, ma ormai comunque per fortuna la rivoluzione è cominciata e non si tornerà più indietro.

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