[12/01/2011] News

Referendum acqua e nucleare, la Corte Costituzionale si è pronunciata: si va a votare

FIRENZE. La Corte Costituzionale si è pronunciata e ha deciso che i cittadini italiani andranno a votare sia su acqua che su nucleare. Infatti ha dichiarato ammissibili due dei quattro referendum contro la privatizzazione dell'acqua e uno sul nucleare. Per quanto riguarda l'acqua via libera della Consulta ai due quesiti proposti dal Comitato promotore e dal Comitato "Siacquapubblica" che raccoglie giuristi quali Stefano Rodotà e Gaetano Azzariti: uno per l'abrogazione delle norme del decreto Ronchi sulle modalità di affidamento con gara a privati dei servizi pubblici di rilevanza economica; l'altro per la cancellazione delle norme del governo Prodi riguardanti la determinazione della tariffa del servizio idrico integrato in base all'adeguata remunerazione del capitale investito.

Non hanno invece superato l'esame della Corte il quesito promosso da Di Pietro per abrogare parte del decreto Ronchi e quello promosso dal Comitato "Siacquapubblica" per cancellare le norme del governo Prodi in materia di ambiente sulle forme di gestione e sulle procedure di affidamento delle risorse idriche.

Nella discussione della mattinata sempre sul referendum per l'acqua sono intervenuti quanti avevano depositato memorie ad adiuvandum (avvocato Luciani per il Comitato promotore; Ugo Mattei, Alberto Lucarelli e Franzo Grande Stevens per il Comitato Siacquapubblica; Pietro Adami per i Giuristi democratici), Alessandro Pace a difesa del quesito dell'IdV e ad opponendum (Antonio Tallarida per l'Avvocatura di Stato; Tommaso Edoardo Frosini e Giovanni Pitruzzella per il Comitato Acqualiberatutti; Tommaso Edoardo Frosini per Fare Ambiente; Federico Sorrentino per Anfida (Associazione nazionale fra gli industriali degli acquedotti).

Per quanto riguarda il nucleare, dopo ventiquattro anni i cittadini torneranno nuovamente ad esprimersi in una consultazione su questa materia: è stato ammesso infatti il quesito promosso dall'Idv di Di Pietro per cancellare circa 70 norme contenute nei provvedimenti che con il governo Berlusconi hanno riaperto la strada all'atomo nel nostro Paese.

 

Torna all'archivio