[11/01/2011] News

Brasile. Dilma comincia male: 4 nuove centrali nucleari e petrolio nel parco marino

LIVORNO. A Brasilia non hanno ancora spazzato via tutti i coriandoli per festeggiare l'insediamento della prima donna presidente del Brasila, ma per Dilma Roussef cominciano già le prime polemiche ambientali.

World Nuclear News (Wnn) l'agenzia ufficiale delle multinazionali nucleari, annuncia euforica che «Il nuovo ministro brasiliano delle miniere e dell'energia, Edison Lobao, ha dichiarato che il governo intende approvare entro la fine del 2011 la costruzione di 4 nuove centrali nucleari nel Paese».

In un'intervista, Lobao, una vecchia e poco gradita conoscenza degli ambientalisti, visto che è già stato ministro delle miniere e dell'energia di Lula dal 2008 al marzo 2010, ha detto che «L'approvazione dei nuovi impianti è stata richiesta dal Conselho nacional de política energética (Cnpe). Faremo una riunione del Cnpe per trovare un accordo. I siti si troveranno. Speriamo di andare avanti con questi progetti».

Il Cnpe è lo stesso organismo che ha dato il via libera alla ripresa dei lavori ad Angra 3, il terzo reattore di una vetusta centrale nucleare (nella foto) di epoca pre-Chernobyl, ma la cosa strana e che fa arrabbiare gli ambientalisti è che Lobao non ha detto quale sarà la potenza installata nelle nuove centrali nucleari e naturalmente quali saranno gli investimenti necessari per realizzare questi fumosi progetti. Non si sa nemmeno dove verranno costruite esattamente le nuove centrali. Il ministro si è limitato a dire che «Due impianti dovrebbero essere costruiti nel Nordest del Brasile e gli altri due nel sud-est del Paese.

Il piano energetico nazionale dell'Empresa de pesquita energética (Epe) e adottato dal governo brasiliano (Epe dipende dal ministero di Lobao), prevede 6.000 MWe di nucleare da installare entro il 2030, con nuove centrali abbastanza grandi da ospitare sei reattori di 1.000 MWe ciascuno. L'indagine preliminare dell'Epe ha individuato diversi Stati dove costruire le centrali: Espírito Santo, Minas Gerais, Rio de Janeiro, Sao Paulo, Paraná, Santa Catarina, Rio Grande do Sul, Goias e Mato Grosso do Sul.

L'area individuata dal governo nel nord-est, dove il primo reattore potrebbe entrare in funzione già nel 2019, sarebbe il tratto di costa (650 km!) tra Recife e Salvador che si estende negli Stati di Bahia, Pernambuco, Alagoas e Sergipe,. L'utility nucleare Eletronuclear ha aperto un ufficio a Recife nell'agosto 2009, dopo che gli Stati avevano espresso l'interesse a ospitare una centrale nucleare. Epe ed Eletronuclear un anno dopo hanno firmato un accordo di cooperazione per realizzare studi preliminari per la scelta dei futuri siti nucleari. I primi due reattori nel nord-est dovrebbero essere realizzati tra 2019 e il 2021, quelli nel sud-est, probabilmente nell'area della discussa centrale nucleare di Angra, tra il 2023 e il 2025.

Attualmente in Brasile sono in funzione due reattori nucleari, Angra 1 e Angra 2 per 1.896 MWe, che forniscono circa il 3% dell'energia elettrica del paese. La terza unità del vetusto sito di Angra (gemella del reattore 2) non ha mai visto la luce, bloccata dopo l'incidente di Chernobyl, nonostante la fornitura del 70% dei componenti dell'impianto che sono invecchiati senza manutenzione nel sito. I lavori sono ripartiti nel giugno 2010, tra le proteste internazionali, dopo l'approvazione definitiva del governo Lula del 2007. Eletronuclear assicura che il reattore ad acqua pressurizzata da 1.220 MWe potrebbe essere terminato ed entrare in esercizio nel 2015.

Intanto per gli ambientalisti è arrivata un'altra brutta notizia: un giudice ha dato il via libera allo sfruttamento petrolifero e gasiero offshore nelle acque del Parque Marinho de Abrolhos.

«Il 2011 è cominciato male - dice Greenpeace Brasil - Una decisione giudiziaria, presa al tramonto del 2010, volta a liberalizzare le esplorazioni di petrolio e gas nell'arcipelago. Le attività che erano state sospese all'inizio del 2010, sono state permesse con un'ingiunzione del Tribunal Regional Federal nell'ultima settimana di dicembre. In pratica, la decisione apre la strada per la riapertura di pozzi di petrolio già vietati ed a nuove concessioni in una delle più importanti regioni per la protezione delle barriere coralline del sud Atlantico . Le concessioni dell'Agência nacional de petróleo per nuovi pozzi era proibita dal 2003, per ordine del Ministério Público Federal. Con la nuova sentenza, cinque imprese che già operavano in 16 concessioni nella regione potranno ritornare ad agire.

Leandra Gonçalves, coordinatrice delle campagne di Greenpace Brasil, sopiega che «Abrolhos illustra perfettamente il termine "Geografia do Conflito", titolo dato al nostro più recente atlante, che mostra la relazione tra il mare, la biodiversità, e l'esplorazione petrolifera nel litorale brasiliano. L'arcipelago è una regione unica per la biodiversità. Questa decisione del giudice, dal disastroso impatto ambientale, può portare danni all'economia locale, al turismo e alla pesca. Tra i rischi, quello di uno sversamento petrolifero è il più allarmante e provocherebbe danni irreversibili. Ma questi potranno anche venire dall'aumento del numero di imbarcazioni e con le conseguenze dell'aumento della popolazione con l'arrivo di nuovi lavoratori nella regione».

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