[11/01/2011] News

Produzione biologica: per essere tale deve rispettare l'apposito regolamento Ue

LIVORNO. Le colture contaminate da principi attivi non ammessi dal regolamento europeo sulla produzione biologica non possono qualificarsi come produzioni biologiche secondo i parametri imposti dalla Comunità europea. Perché il rinvenimento di tali sostanze costituisce, ex se "inadempimento" del regolamento. Un inadempimento che si presuppone a carico dell'agricoltore beneficiario dell'aiuto comunitario. Dunque il produttore per liberarsi, dovrà dare idonea dimostrazione che tale inadempienza non sia a lui imputabile.

Lo afferma il Tribunale amministrativo del Piemonte (Tar) che con sentenza dell'altro mese si pronuncia sulla questione riguardante il Comune di Cuneo e l'agricoltore beneficiario degli aiuti comunitari. Nello specifico la decadenza dalla domanda per la produzione biologica in agricoltura, con conseguente esclusione dall'aiuto per le restanti annualità e obbligo di restituzione degli aiuti percepiti negli anni precedenti a causa della presenza di sostanze vietate dall'apposito regolamento.

L'importanza dell'agricoltura nel contesto europeo è cruciale: fin dai negoziati del Trattato di Roma - dove era molto forte il ricordo delle penurie alimentari del dopoguerra - l'agricoltura e il commercio dei prodotti agricoli hanno costituito uno degli obiettivi prioritari della politica europea.

La politica agraria comune (Pac), non a caso, consistente in una serie di norme e meccanismi che regolano la produzione, gli scambi e la lavorazione dei prodotti agricoli nell'ambito dell'Ue

Si tratta di un diritto eccezionale, creato per giustificare l'applicazione di deroghe alle regole generali. La politica agraria europea infatti, intende introdurre eccezioni al sistema della libera concorrenza nel rispetto dei generali principi di equità e ragionevolezza, di non discriminazione, di preferenza comunitaria e di proporzionalità.

In tale contesto si inserisce la produzione agricola con metodo biologico. Questa è disciplinata dal regolamento europeo che prevede un sistema di controllo e di certificazioni finalizzato a garantire che i prodotti agricoli e alimentari venduti con il marchio biologico siano coltivati nel rispetto di regole certe.

A tale fine è disposto che l'operatore comunichi la propria intenzione di produrre con i metodi dell'Agricoltura biologica alla Pubblica amministrazione competente (nel caso di specie, alla Provincia di Cuneo) con apposita istanza inviata anche ad un organo di controllo - scelto tra quelli riconosciuti dallo Stato italiano.

Il controllo del rispetto delle norme in materia è affidato, infatti, agli OdC., che eseguono i controlli sulle aziende, verificano il rispetto della normativa, rilasciano la certificazione che i prodotti sono stati realizzati in conformità alle regole della coltivazione biologica e che quindi essi possono essere commercializzati con il marchio di qualità "produzione biologica", adottano i necessari provvedimenti, quando accertano delle irregolarità o delle infrazioni.

Il Piano di sviluppo rurale (nel caso di specie quello 2000/2006) prevede una serie d'incentivi e premi alle aziende agricole che accettano di applicare alcune "azioni", che favoriscono l'adozione di pratiche più rispettose dell'Ambiente o la conservazione d'alcune caratteristiche ambientali e paesaggistiche.

Nel rapporto tra agricoltura e tutela ambientale, gli scopi prefissati sono perseguiti prevalentemente con la tecnica dell'incentivazione, la quale poi si avvale di programmi, piani, controlli, imposizioni di obblighi.

Accade così che un insieme eterogeneo di attività risulti inevitabilmente destinatario dell'insieme dei programmi e dei controlli pubblici volti ad incanalare le attività economiche verso il fine generale della tutela ambientale.

 

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