[07/01/2011] News

Il settore agroalimentare tedesco sconvolto dal caso mangimi alla diossina

FIRENZE. La Germania, ed in particolare il suo settore agroalimentare, è in piena fibrillazione: oltre 4.700 tra fattorie e aziende, prevalentemente della Bassa Sassonia (4468), sono state provvisoriamente chiuse in via cautelativa a causa del rischio di contaminazione da diossina. La notizia è stata diffusa dallo stesso ministero dell'Agricoltura tedesco che ha informato anche sulle misure prese dai diversi Lander (regioni) implicati nella criticità. Ovviamente gli accertamenti sono in corso, ma pare che la causa del problema risalga al 12 novembre scorso quando sono state consegnate in Bassa Sassonia 2.500 delle 3.000 tonnellate di grassi alimentari contaminati dalla diossina, utilizzati poi in mangimi e foraggio. La vendita sarebbe andata avanti fino al 23 dicembre.

Ad essere coinvolti sono soprattutto gli allevamenti di suini e di pollame (migliaia di polli sono già stati abbattuti e vietata la vendita di qualsiasi prodotto). Quanto si sia diffuso il mangime contaminato per ora è impossibile da prevedere come i rischi per la salute. Di certo ci sarà un danno ingente per il settore agroalimentare e per questo le autorità politiche tedesche chiedono punizioni esemplari (la galera) per i colpevoli della contaminazione, che pare dovuta ad errore umano. Infatti dal rapporto ministeriale sembra che le tremila tonnellate di acidi grassi destinati ad uso industriale siano stati prodotti dalla società Petrotec, produttrice di biodiesel, e rivenduti tramite l'azienda olandese Olivet al produttore di mangimi tedesco ‘Harles & Jentzsch', che produce anche i grassi destinati all'industria della carta.

I grassi destinati ad uso industriale sarebbero stati mescolati ai mangimi per errore. Il ministero federale dell'Agricoltura ha nel frattempo escluso che i mangimi alla diossina siano stati venduti all'estero.

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