[04/01/2011] News toscana

L'Agricoltura Toscana si interroga sul dopo Arsia

FIRENZE. La notizia era nota: dal 2011 in Toscana non opererà più l'Arsia (l'Agenzia regionale per lo sviluppo e l'innovazione nel settore agricolo forestale) che per oltre tre lustri ha affiancato l'agricoltura promuovendo la ricerca e l'innovazione anche per mitigare gli impatti del settore sull'ambiente. Greenreport lo ha già scritto: ci pare che invece dei rami secchi siano stati tagliati prima quelli più rigogliosi. Ma ora è necessario guardare avanti, invito che la stessa Cia (Confederazione italiana agricoltura) pone alla Regione.

«Il settore con l'approvazione della Legge finanziaria della Regione Toscana, perde così il principale attore delle politiche di promozione dell'innovazione. Si chiude un ciclo, ma l'augurio - hanno affermato dalla Cia Toscana - è che se ne apra un altro, quanto prima». Dal 1° gennaio 2011 il personale e le funzioni che prima erano in Arsia, passano alla diretta gestione del dipartimento sviluppo economico della Regione Toscana, insieme ai servizi fitopatologici gestiti fino ad oggi dall'Arpat.

Per il futuro viene ipotizzata la creazione di una nuova agenzia che dovrebbe occuparsi, oltre che di promozione dell'innovazione, di tutte le attività della green economy: dalle aziende agricole regionali fino, secondo alcune ipotesi, alla gestione del demanio forestale.

«Alle imprese agricole - ha sottolineato  Giordano Pascucci, presidente regionale Cia - come abbiamo chiarito nelle nostre numerose prese di posizione in merito, non interessa difendere questa o quella struttura; siamo aperti al confronto su qualsiasi proposta di riorganizzazione del sistema che parta dal riconoscimento della valenza strategica dell'innovazione in agricoltura e dalla piena valorizzazione del patrimonio di esperienze, professionalità e reti di relazioni che si sono sviluppate in Toscana in questi anni. Il sostegno all'innovazione deve restare una priorità per la Regione, è una delle principali sfide per il futuro dell'economia e dell'agricoltura toscana. Senza puntare sull'innovazione non si esce dalla crisi».

Senza far crescere la spesa, per la Cia occorrono indirizzi chiari in tre direzioni: orientare le risorse comunitarie del Programma di sviluppo rurale verso le misure di sostegno ai processi di promozione della conoscenza e dell'innovazione; garantire da subito la piena funzionalità dei servizi e delle attività di supporto all'innovazione definendo celermente, entro i 60 giorni stabiliti dalla Legge finanziaria, il piano delle attività di promozione dell'innovazione per l'anno 2011; definire in tempi rapidi il nuovo assetto organizzativo del sistema, in modo da dare certezze a chi vi opera e chiari punti di riferimento al sistema delle imprese.  «L'agricoltura toscana non ha certo bisogno di incertezze. La Cia è pronta come sempre a raccogliere la sfida del cambiamento, mettendo a disposizione le proprie idee; chiediamo alla Regione Toscana di avviare subito il confronto su questo tema, con l'approccio consueto di apertura e concretezza, che ha sempre portato a positivi risultati dell'azione di governo sul comparto agricolo» ha concluso il presidente Pascucci.

Torna all'archivio