[03/01/2011] News

Rinnovabili: la Puglia approva le linee guida

LIVORNO. Il 31 dicembre sono entrate in vigore in Puglia le linee guida regionali per le energie rinnovabili. Ovvero, come spiega la Regione, «Il Regolamento n. 24 del 30 dicembre che attua quanto stabilito dalle Linee Guida nazionali per l'autorizzazione degli impianti alimentati da fonti rinnovabili (varate dal ministero per lo Sviluppo economico con il decreto del 10 settembre 2010, che si attendeva da sette anni). Parte invece il primo di gennaio 2011, la nuova procedura per ottenere in Puglia l'autorizzazione unica per installare un nuovo impianto, varata con delibera (...)».

Nel documento, che occupa 165 pagine del Bollettino Ufficiale, sono indicate le aree non idonee in modo estremamente analitico. Al contrario di quanto fatto da Regioni come la Toscana, l'Emilia Romagna, il Piemonte, la Basilicata e le Marche che hanno emanato provvedimenti più snelli ed in genere limitati al solo fotovoltaico, la Puglia individua infatti tutte le zone soggette a qualsiasi tipo di vincolo: parchi, riserve, siti Unesco, beni culturali, immobili e aree dichiarate di notevole interesse pubblico, territori costieri, laghi, fiumi, torrenti e corsi d'acqua, boschi, zone archeologiche, tratturi, grotte, lame e gravine e versanti. E non solo. Il Regolamento prevede una disciplina di protezione anche per i cosiddetti "coni visuali", cioè le vedute panoramiche che caratterizzano alcuni paesaggi pugliesi e per le aree agricole interessate da produzioni agroalimentari di qualità, quindi con coltivazioni biologiche o identificate dai marchi quali Dop, Doc, Igt, Igp e altri. Le aree non idonee sono state individuate attraverso una puntuale ricognizione di tutte le disposizioni che tutelano l'ambiente, il paesaggio, il patrimonio storico e artistico, le tradizioni agroalimentari locali, la biodiversità e il paesaggio rurale. Proprio perché protette queste aree non sono compatibili con gli impianti di rinnovabili, in alcuni casi per via della tipologia dell'impianto, in altri per le dimensioni. Dunque la richiesta di autorizzazione all'insediamento avrebbe esito negativo. Il tutto è dettagliato nei tre allegati del regolamento: nel primo sono indicati i principali riferimenti normativi che determinano la non idoneità delle aree, l'Allegato 2 contiene una classificazione delle diverse tipologie di impianti per fonte, potenza e tipo di connessione elaborata sulla base delle Linee Guida nazionali, l'Allegato 3 indica nel dettaglio le aree e i siti dove non è consentita la localizzazione di specifiche tipologie di impianti a loro volta indicati».

Il Regolamento tutela anche i "coni visuali", cioè i panorami che rappresentano la Puglia in tutto il mondo come Castel del Monte, Canne della Battaglia, il Castello di Lucera, Castel Fiorentino, Dragonara, Vieste, Minervino Murge, la Loggia di Pilato a Monopoli, il sito di Egnazia a Fasano, Ostuni e la sua strada panoramica, il Parco delle Dune Costiere e fiume Morelli, Alberobello e la strada provinciale dei Trulli, Locorotondo e il suo belvedere, le gravine di Laterza e di Gravina, Otranto, Santa Maria di Leuca e il santuario de Finibus Terrae, la strada da Ruffano a Casarano con la Cripta del Crocifisso e ancora Montagna Spaccata, Porto Selvaggio e il Castello di Oria.

Soddisfatti i 4 assessori che hanno lavorato ai nuovi provvedimenti. «Con questi provvedimenti così articolati - ha commentato la vice presidente della Puglia e assessore allo sviluppo economico Loredana Capone - siamo riusciti a tutelare allo stesso tempo lo sviluppo e l'ambiente. Ma abbiamo raggiunto anche l'obiettivo di accelerare un iter burocratico lungo e complesso, con una procedura che intreccia due sistemi operativi, Sistema.Puglia e Sit, che non ha eguali in Italia per carica innovativa».

L'assessore alla qualità del territorio Angela Barbanente spiega che «L'individuazione delle aree non idonee è frutto di un intenso lavoro collegiale volto a tutelare le aree più vulnerabili e di maggior pregio del paesaggio regionale, un bene comune da valorizzare per la qualità dello sviluppo e che è il biglietto da visita della Puglia nel mondo». L'assessore alla qualità dell'ambiente Lorenzo Nicastro sottolinea che «Le richieste di impianti da parte degli imprenditori rischia di diventare ingestibile. Con questo regolamento salvaguardiamo l'ambiente e forniamo immediatamente un'indicazione in positivo o in negavo a chi intende investire in energie rinnovabili. Con riferimento al fotovoltaico, riteniamo che sia uno strumento valido anche a spostare l'attenzione dal suolo ai tetti». Secondo l'assessore alle risorse agroalimentari Dario Stefano «Le nostre "linee guida" prevedono per la prima volta una specifica disciplina di protezione per le aree agricole con coltivazioni di qualità. L'eccellenza della nostra agricoltura, dei suoi prodotti di qualità e del paesaggio rurale, rappresentano una vocazione del territorio che merita ogni forma di tutela».

I primi complimenti arrivano da Legambiente: «Brava la Puglia, ora anche le altre Regioni si affrettino per dare certezze allo sviluppo delle rinnovabili e nella tutela del paesaggio» e il responsabile energia del Cigno Verde, Edoardo Zanchini, ribadisce: «Brava la Puglia, non solo perché ha rispettato i tempi previsti dalla Legge, ma anche per aver approvato un provvedimento chiaro e approfondito che riguarda tutte le fonti rinnovabili. Ad oggi infatti sono intervenute con provvedimenti che riguardano solamente il fotovoltaico, la Toscana, l'Emilia Romagna, il Piemonte e le Marche. E' ora che anche le altre Regioni si muovano, quindi, per definire finalmente regole certe in modo da diffondere in tutta Italia impianti da fonti rinnovabili integrati nel territorio e nel paesaggio».

Francesco Tarantini, presidente di Legambiente Puglia, dice: «Ci auguriamo che con questo provvedimento termini una situazione di incertezza e polemiche intorno alle fonti rinnovabili in Puglia, una Regione leader in Italia per lo sviluppo del solare e dell'eolico che deve proseguire in questa direzione di sviluppo. Abbiamo apprezzato l'approfondito lavoro della Regione nella scelta delle aree ‘non idonee' per le diverse tipologie di impianti, un lavoro attento ai valori del territorio, che ha tenuto conto delle esigenze di tutela e di integrazione nel paesaggio. Un tipo di impegno che non si è sottratto neanche al confronto pubblico, dal momento che la proposta è stata discussa anche con i cittadini, apportando così ulteriori cambiamenti e miglioramenti. La trasparenza e il dialogo sulle regole sono condizioni indispensabili per dare forza a provvedimenti così importanti. Un confronto a cui anche Legambiente Puglia ha partecipato, presentando delle osservazioni alla prima proposta, nella direzione di una semplificazione per gli impianti solari sui tetti e per lo sviluppo del minieolico, accolte nel provvedimento approvato. Ora ci aspettiamo che la Regione completi il quadro delle regole, intervenendo sulle procedure che riguardano gli impianti di grande taglia, quelli sottoposti a Via al di fuori delle aree non idonee, in modo da dare certezze alle aziende e ai cittadini, attraverso criteri che permettano di integrare nel territorio gli impianti eolici, solari, da biomasse».

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