[28/12/2010] News toscana

Terre di cava, da Legambiente Carrara ancora denunce di smaltimenti abusivi

FIRENZE. Legambiente Carrara denuncia lo smaltimento delle terre dalle cave di Calocalara "via acque di pioggia". «L'ultimo di una serie di eventi ricorrenti è avvenuto lo scorso 7 dicembre quando un fiume di fango proveniente dalle cave è sceso lungo il ravaneto e, sfuggendo alla vasca di sedimentazione, si è riversato su via Miseglia superiore (resa inagibile per i detriti depositati sull'asfalto), precipitando poi sulla ripida via Fantiscritti: un vero fiume di fango che, superate le soglie, è penetrato anche nelle case» spiega l'associazione ambientalista.

Questa situazione che pare ripetersi frequentemente, ad ogni pioggia intensa, è nota all'amministrazione comunale che, intervenuta per riattivare il transito su via Miseglia superiore, ha rassicurato circa la stabilità del ravaneto e del fatto che le terre sono trascinate in paese perché le cave nonostante la prescrizione dell'Asl e i ripetuti solleciti del comune, non hanno ancora realizzato i canali di scolo delle acque piovane.

Viene quindi tollerata una situazione di smaltimento "abusivo" di queste terre lasciate al monte e poi disperse a valle con le acque di pioggia. «I dati ufficiali fornitici dal comune- proseguono da Legambiente Carrara- dimostrano che negli ultimi 5 anni le terre smaltite abusivamente al monte sono aumentate di oltre un milione di tonnellate. Oltretutto l'abuso è palese, visto che le ingenti quantità di terre nelle cave e sulle scarpate delle vie d'arroccamento sono visibili anche da grande distanza. Tuttavia, per questa fattispecie di violazione del piano d'escavazione e del D. Lgs. 152/2006, il comune è molto comprensivo: pur riconoscendo che lo smaltimento delle terre è un obbligo la cui inottemperanza prevede la revoca dell'autorizzazione, non provvede nemmeno ad intimare alle cave l'asportazione delle terre. Anche per la prescrizione di realizzare adeguati sistemi di scolo delle acque piovane, il comune conferma la sua strana consuetudine di reiterare di anno in anno la prescrizione alle cave inadempienti, senza però applicare sanzioni».

Dunque le rassicurazioni del comune, preoccupano Legambiente e i residenti di Miseglia anche considerando l'eventualità che a seguito di una precipitazione eccezionale frani l'intero ravaneto, mettendo a rischio l'incolumità degli abitanti (nel 2003 fu sfiorata la tragedia, quando la frana del ravaneto seppellì e scavalcò la strada comunale, fermandosi fortunatamente subito dopo).

Legambiente segnala problemi tecnici e gestioni approssimative del sistema di mitigazione (canalina di carico della vasca di sedimentazione mal dimensionata, vasca poco accessibile per lo svuotamento..) e propone quindi interventi immediati: ordinare la rimozione e lo smaltimento in discarica di quei fanghi che, rimossi dalla vasca di sedimentazione, sarebbero stati riportati in cava; ordinare lo svuotamento completo della vasca di sedimentazione dai fanghi e dai detriti, per non vanificarne l'efficacia; allestire accessi adeguati ai mezzi meccanici per compiere l'operazione di svuotamento completo; svuotare la vasca anche dalle acque, sia per facilitare la rimozione di fanghi e detriti, sia per permettere il controllo del completo svuotamento; intervenire radicalmente al piede del ravaneto di Miseglia, in modo da intercettare completamente le acque, convogliandole nella vasca di sedimentazione; lavare la strada comunale ogni settimana e dopo ogni pioggia, per ridurre la polvere sollevata dal transito dei camion.

Per Legambiente Carrara è necessario poi che il comune cerchi di rimuovere il problema alla radice: «deve affrontare il problema del dilavamento delle terre prescrivendo a tutte le cave (non solo a quelle di Calocalara) che il loro stoccaggio temporaneo sia effettuato esclusivamente in contenitori a tenuta e vietandone lo scarico nei ravaneti e sulle vie d'arroccamento. Per il ravaneto di Miseglia non più utilizzato come via d'arroccamento, il comune deve prescriverne lo smantellamento, in modo da rimuovere alla radice sia il trascinamento a valle di terre e detriti sia, soprattutto, il rischio di frana. Ma il prerequisito di ogni azione efficace- concludono da Legambiente Carrara- è che il comune inizi ad operare seriamente, recuperando la credibilità perduta. A tal fine è indispensabile che ogni inadempienza sia seguita non da solleciti, ma da sanzioni tempestive e dissuasive e che, alla prima recidiva, si proceda a revocare l'autorizzazione alle cave inadempienti, fino a completa ottemperanza».
Tutta la situazione è ben illustrata in un video pubblicato sul sito www.legambientecarrara.it

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