[27/12/2010] News

Nel 2011 il Marocco punterà ancora sulle rinnovabili. Nel 2020 produrranno il 42% della sua energia

LIVORNO. Nel 2001 il Marocco prevede di mettere in servizio un parco eolico da 200 MW a Tarfaya, una città a 1.100 km a sud della capitale Rabat, quasi al confine con la Repubblica araba Sahauri, il Sahara occidentale occupato dai marocchini. L'impianto eolico è destinato ad arrivare a 300 MW e fa parte del "Programme marocain intégré de l'énergie éolienne" che conta già su 300 MW installati e su 700 MW in corso di installazione. Poco più di un decimo del potenziale eolico del regno, valutato attualmente in 6.000 MW.

Il Marocco sta investendo molto sulle energie rinnovabili anche grazie all'impegno del suo ministro dell'energia, miniere, acque ed ambiente, Amina Benkhadra (nella foto), uno dei rari esempi di donne arabe arrivate ad una così alta responsabilità elle politiche energetiche ed ambientali. Nel 2010 è stato attuato un "plan d'équipement électrique" che prevede la costruzione di diversi impianti per produrre energia, soprattutto eolico, solare ed idroelettrico. E' stato avviato anche un programma destinato ad ottimizzare le risorse idroelettriche esistenti ed una stazione di trasferimento di energia per pompaggio da 400 MW dovrebbe essere costruita ogni 4 0 5 anni.

Il nuovo impianto solare di Beni Mathar, nella provincia orientale di Jerada, sul quale sono stati investiti 4,6 miliardi di dinari, permetterà di produrre l'8% del consumo nazionale di elettricità ed addirittura il 20% in futuro. Il Marocco punta a diventare il protagonista del "plan solaire méditerranéen" che prevede l'installazione di 20 gigawatts di potenza in tutto il bacino del Mediterraneo.

Secondo Mustapha Bakkoury, presidente dell'Agence marocaine pour l'énergie solaire (Masen), «Le tre forme di energie rinnovabili, solare, idraulica ed eolica, si divideranno in parti uguali di 2.000 MW la potenza installata per rappresentarne il 42% nel 2020».

Ma non ci sono solo le rinnovabili: tra la nuova centrale di Safi e le nuove unità di Jorf Lasfar, sempre a Tarfaya, accanto all'eolico, spunta anche il progetto di una centrale elettrica da 100 MW alimentata dal petrolio degli scisti bituminosi.

Il Marocco vuole anche rafforzare l'interconnessione con le reti elettriche dei Paesi vicini: una terza linea si aggiungerà alle due che già lo collegano con la Spagna, portando la potenza della rete da 1.200 a 1.700 MW. Una terza linea è in corso di realizzazione anche con l'Algeria.

Intanto il Marocco ha lanciato una campagna per migliorare l'efficienza energetica e nel 2010 ha mantenuto i suoi impegni per la messa in opera della nuova strategia energetica che punta a soddisfare la crescente domanda interna di energia riducendo la dipendenza dall'estero attraverso un mix energetico diversificato ed equilibrato. Un'evoluzione ambiziosa che nel 2010, come ha ricordato la Benkhadra, è stata accompagnata nel 2010 dall'approvazione di un quadro giuridico in campo energetico, dall'adozione di un progetto di legge sull'efficienza energetica. La revisione e l'approvazioni di leggi punta anche a ridurre i consumi di energia dell'8% entro il 2012 e del 15% entro il 2030, il tutto in un Paese in crescita demografica e con la necessità di garantire la sicurezza dell'approvvigionamento energetico in un contesto segnato da un aumento sostenuto della domanda nazionale di energia che va dal 7 al 9%.

«Il Regno oggi importa il 97% del suo fabbisogno energetico - spiega il ministro Benkhadra - il petrolio rappresenta il 61% del suo consumo energetico, anche se questa percentuale tende a diminuire di anno in anno. La messa in opera della strategia permetterà di ridurre la dipendenze energetica del Marocco dal 97% all'85%, permettendo un risparmio annuo di un milione di tonnellate equivalenti di petrolio (Tep), per un valore da 500 a 700 milioni di dollari. Entro il 2011, le energie rinnovabili rappresenteranno il 10% del consumo energetico e contribuiranno al 20% della produzione elettrica nazionale. La stratégie nationale énergétique punta anche ad integrare i piani ed i programmi in corso di finalizzazione, quali "Maroc Vert", "les nouvelles villes" o ancora la dissalazione dell'acqua di mare. Il Marocco deve svolgere nella regione un ruolo di capofila in materia di energia ed alla fine potrà diventare un hub energetico al confine tra l'Europa e l'Africa».

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