[23/12/2010] News

Madagascar, in pericolo la gestione virtuosa della foresta di Fanalamanga

LIVORNO. I rappresentanti delle comunità che vivono dei prodotti forestali di Fanalamanga, una regione ad est di Antananarivo, la capitale del Madagascar, hanno denunciato lo stato catastrofico in cui versano le foreste di quest'area della Grande Ile, come viene chiamata la maggiore isola africana.

Secondo il quotidiano l'Express de Madagascar, il "regroupement" delle comunità e degli operai forestali di  Fanalamanga si è detto preoccupato «Per la mancanza di un piano di gestione ben strutturato in quest'area»

Il sovrasfruttamento delle foreste, comune a tutto il Madagascar, con abbattimento selvaggio di boscaglia e continui incendi boschivi era già stato denunciato lo scorso anno, e nel 2010 ha interessato anche zone di rigenerazione e recupero delle foreste che sono state trascurate dopo i tentativi di rimboschimento e risanamento.

Quello che preoccupa le comunità locali ed i piccoli gestori forestali è l'assalto alla foresta di pini di Fanalamanga, sfruttata per estrarre resina, una materia prima importane per produrre pitture, profumi, chewing-gum e molti altri prodotti di uso comune.

Grazie ad un contratto firmato nel 2006 tra la a Société Malgache de Collecte et de Transformation de la résine (Smtcr) e la società Fanajarian'Ala Ambatondrazaka Moramanga o Fanalamanga la resina è diventata una risorse per almeno 450 famiglie. La Smtcr  è una multinazionale che opera in diversi Paesi, compreso il Brasile, e si interessa solo della resina e non abbatte alberi. Ha concessioni per decine di migliaia di ettari a  Fanalamanga. L'arrivo della Smtcr ha cambiato la vita degli abitanti della regione che hanno cominciato a salvaguardare le foreste invece di abbatterle e bruciarle. Questo è anche un importante presidio contro l'erosione della biodiversità e dei suoli, come scrive l'Express de Madagascar: «Un tesoro verde che assicura sia un'entrata importante per la popolazione, sia una protezione naturale dell'ambiente e uno sviluppo sociale ed economico».

Ma questo equilibrio è ora in pericolo. Gli abbattimenti selvaggi di pini, probabilmente autorizzati nelle concessioni della Smtcr, stanno mettendo in pericolo tutto il progetto e le fonti di sussistenza di centinaia di famiglie. Si tratta di un vero e proprio saccheggio, senza alcun progetto di rimboschimento. Gli abitanti dei villaggi sono scoraggiati: «Le autorità devono fare qualcosa di fronte a questo disastro umano ed ecologico. Come possono lasciar fare un simile crimine?».

Le piccole comunità malgasce che vivono in quel che resta delle foreste, assicurandone la sopravvivenza, sono sempre più minacciate dalle grandi imprese del legname ed anche dalla produzione di carbone vegetale per le città, che è diventata, nel Madagascar sotto embargo e piegato da un'instabilità politica ormai endemica dopo il colpo di Stato militare, una fonte di guadagno per molti dei poverissimi abitanti della Grande Ile, che per vivere stanno letteralmente segando il ramo che li sostiene.

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