[20/12/2010] News

Ue e Svizzera armonizzano il sistema di scambio di quote di emissioni di gas serra

BRUXELLES. Il Consiglio dell'Unione europea ha dato mandato alla Commissione Ue di avviare negoziati con la Svizzera per armonizzare i rispettivi sistemi di scambio di quote di emissione dei gas serra.

Una nota del Consiglio spiega che «E' la prima volta che l'Ue cerca di collegare il suo sistema ad un altro sistema esistente. Questo contribuirà a lottare contro il cambiamento climatico ed a rafforzare gli incentivi economici a favore della riduzione delle emissioni pregiudizievoli al clima». Questa misura viene a completare l'estensione del sistema per lo scambio di quote di emissione di gas a effetto serra (Emission trading scheme - Ets, ndr) dell'Ue alla Norvegia, al Liechtenstein ed all'Islanda».

I negoziati con la Svizzera si apriranno all'inizio del 2011 e secondo il Consiglio Ue dovrebbero progredire rapidamente.

Attualmente il sistema di scambio di emissioni Ue è applicato ad oltre 10 mila impianti industriali in settori a forte consumo di energia, come l'energia, la produzione e la trasformazione dei metalli ferrosi, l'industria mineraria e la produzione di carta e cartone. L'Ets riguarda diversi gas serra, compresi il biossido di carbonio ed il metano, ed interessa circa la metà della 4,9 giga tonnellate di CO2 emesse ogni anno nell'Ue. Dal 2012 il sistema di scambio di quote si applicherà anche al settore dei trasporti aerei nell'Ue.

Attualmente il "Système d'échange de droits suisse" è su base volontaria come alternativa ad una tassa nazionale sui carburanti e copre le emissioni di CO2 prodotte dai consumi energetici di circa 400 imprese. Secondo i dati forniti dal governo svizzero, nel 2009 il sistema ha interessato «Circa il 6,5% dei 52 milioni di tonnellate equivalenti di CO2 emesse annualmente dalla Svizzera». Recentemente la Confederazione Elvetica ha approvato una riforma del suo Ets per rafforzare la lotta al cambiamento climatico ed avvicinarlo a quello dell'Ue.

L'Ets Ue fissa dei livelli di emissioni globali per i partecipanti e il Consiglio ricorda che «Gli impianti devono restituire un numero di quote corrispondenti al volume delle loro emissioni, I loro gestori possono scambiarsi dei diritti in modo che le riduzioni di emissioni possano essere realizzate dove si presenta il miglior rapporto costo-efficacia. Mentre i diritti vengono fino ad ora attribuiti loro gratuitamente, le imprese dovranno acquistare una parte dei loro permessi a partire a dal 2012».

L'Ue spiega che: «Il quantitativo comunitario di quote rilasciate ogni anno diminuirà in maniera lineare a partire dal 2013. Per il 2013 il quantitativo comunitario totale di quote viene calcolato in funzione dei piani nazionali accettati dalla Commissione ed attuati tra il 2008 e il 2012. Gli Stati membri mettono all'asta tutte le quote che non sono assegnate gratuitamente. Il quantitativo di quote che ogni Stato membro mette all'asta è così costituito: l'88% è distribuito tra gli Stati membri in base alle loro emissioni; il 10% è distribuito all'insegna della solidarietà e ai fini della crescita; il 2% è distribuito tra gli Stati membri le cui emissioni di gas a effetto serra nel 2005 erano inferiori almeno del 20 % alle loro emissioni nell'anno di riferimento che sono loro applicabili nell'ambito del protocollo di Kyoto. Almeno il 50% dei proventi della vendita all'asta di quote deve essere utilizzato per i seguenti scopi: ridurre le emissioni dei gas a effetto serra; sviluppare le energie rinnovabili e altre tecnologie che contribuiscono alla transizione verso un'economia a basse emissioni di carbonio; favorire misure atte ad evitare la deforestazione e ad accrescere l'afforestazione e la riforestazione; favorire il sequestro mediante silvicoltura; incentivare la cattura e lo stoccaggio geologico; incoraggiare il passaggio a modalità di trasporto pubblico a basse emissioni; finanziare la ricerca e lo sviluppo dell'efficienza energetica e delle tecnologie pulite; favorire misure intese ad aumentare l'efficienza energetica e l'isolamento delle abitazioni; coprire le spese amministrative connesse alla gestione del sistema comunitario».

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