[17/12/2010] News

Smembramento del parco dello Stelvio: la Prestigiacomo chiede un rinvio

ROMA. Legambiente, Wwf, Lipu, Federparchi, Cipra Italia, Cipra Südtirol e Federazione Protezionisti Sudtirolesi «Esprimono apprezzamento per la decisione del ministro dell'ambiente Stefania Prestigiacomo di rinviare alla prossima settimana la decisione del Consiglio dei Ministri sul decreto che prevede la soppressione del Consorzio del Parco dello Stelvio. Evidentemente anche all'interno della stessa compagine governativa esistono opinioni differenti e ampie perplessità. E' necessario fare chiarezza prima di prendere decisioni affrettate per non danneggiare irreparabilmente quella che storicamente rappresenta un'area protetta unitaria di fondamentale importanza per la tutela della biodiversità e la valorizzazione dei territori dello spazio alpino. Cancellare l'unitarietà della gestione significa permettere la trasformazione del Parco nazionale in un patchwork di aree amministrate e normate in modo assolutamente indipendente».

Qualche problema la richiesta della Prestigiacomo lo creerà, visto che era una cambiale da pagare per l'astensione dei parlamentari della Südtiroler Volkspartei (eletti in quota centro-sinistra e che amministrano con il centro-sinistra in regione) nell'ultimo voto di fiducia che ha salvato Berlusconi per 3 voti. Gli autonomisti sud-tirolesi vorrebbero poter decidere "federalisticamente" se nella loro frazione di parco sii potrà andare a caccia o di realizzare impianti di risalita sui ghiacciai o strade in mezzo alle foreste. Le Province autonome potrebbero anche modificare i confini del parco, fatto salvo un parere non vincolante da richiedere al ministro dell'Ambiente.

Probabilmente il ministro ha tenuto conto della preoccupata e pesantissima lettera che solo una settimana fa le avevano inviato Club Alpino Italiano, Ciopra Italia, Federparchi, Lipu, Legambiente, Wilderness Italia e Wwf che scrivevano: «Siamo estremamente preoccupati per le sorti di una delle nostre più antiche e celebrate Aree Protette, posta al confine tra Trentino Alto Adige e Lombardia, e comunicante con il Parco Nazionale Svizzero dell'Engadina. Dal 1935 questo territorio è tutelato dal Parco Nazionale dello Stelvio, il più grande dei nostri parchi storici, e la configurazione unitaria di questo parco è sopravvissuta ad una guerra mondiale e al riconoscimento delle Autonomie Speciali per le province di Trento e Bolzano, fino a ricevere uno statuto concordato, nel 1992, grazie alla costituzione di un consorzio di gestione tra il Ministero dell'Ambiente, le Province di Trento e Bolzano, la Regione Lombardia. A 75 anni di distanza, il Parco custodisce un patrimonio naturalistico e culturale di primaria importanza, di riferimento per l'intera comunità dell'arco alpino e non solo, grazie al successo delle politiche di conservazione che hanno riportato le valli e i crinali a ripopolarsi di specie prima minacciate o estinte, come lo stambecco, l'aquila reale e il gipeto. Indubbiamente gli ultimi decenni sono stati particolarmente difficili per la vita del parco, a causa di decisioni delle regioni e delle province autonome non sempre consapevoli dell'importanza strategica dell'area, del forte ritardo con cui si sta provvedendo all'adozione del Piano del Parco, dei gravi e mai risolti problemi rispetto alla gestione dell'ex-ASFD. Più volte le nostre associazioni hanno fatto presenti e denunciato questi problemi, rivolgendosi alle sedi ministeriali e anche alle istituzioni della Comunità Europea: siamo perfettamente consapevoli del fatto che troppo spesso la gestione consortile del Parco non è risultata risolutiva dei problemi e delle inefficienze che sono andate accumulandosi, e siamo disposti a discutere di soluzioni più efficaci nell'interesse dell'Ente e delle comunità che lo popolano.

Ma riteniamo irricevibile l'accordo siglato nei giorni scorsi dal 'Comitato dei 12', la Commissione Paritetica tra Stato e Province Autonome di Trento e Bolzano, le quali, senza alcun preavviso, senza coinvolgere né le assemblee elettive né le parti sociali e, cosa che ci pare gravissima sotto il profilo istituzionale, senza coinvolgere formalmente nella decisione nemmeno la Regione Lombardia entro il cui territorio ricade circa metà della superficie dell'area protetta, hanno stabilito l'abolizione del consorzio Parco Nazionale dello Stelvio, prevedendone la sostituzione con un organismo avente mere funzioni di indirizzo e che di certo non potrà né garantire circa l'appropriatezza dell'attributo di 'Parco Nazionale', né assicurare la adeguata rappresentanza di enti locali e portatori di interesse, come correttamente previsto dalla legge quadro 394/91. Riteniamo che questo accordo leda fortemente gli interessi della Conservazione della Natura nel nostro Paese, senza risolvere alcuno dei problemi con il quale il Parco si dibatte da anni, e senza prefigurare -nemmeno in lontana prospettiva - una governance unitaria, efficiente ed efficace. L'accordo si configura come un salto nel buio, che segnerebbe l'avvio di un inesorabile declino per quest'area protetta ponendosi in aperta contraddizione con qualsiasi strategia per la tutela della biodiversità nel nostro Paese. L'approvazione dell'accordo da parte del Consiglio dei Ministri risulterebbe un atto di inaudita gravità e prevaricazione di principi sanciti da leggi e da norme anche di rango costituzionale. Per questo ci appelliamo a Lei affinché un auspicabile processo di riforma dell'Ente, se condiviso dagli attori istituzionali che compongono il Consorzio Parco, si sviluppi su binari formalmente e sostanzialmente corretti, evitando forzature e gravi violazioni delle competenze e delle attribuzioni del Ministero nonché delle Regioni e Province Autonome, avendo come obiettivo il mantenimento del Parco Nazionale nella sua configurazione unitaria attraverso un ente solido, autorevole ed efficace nella propria azione gestionale».

 

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