[13/12/2010] News

Per protestare contro la politica europea sulla pesca, Greenpeace monta un peschereccio nel centro di Bruxelles

FIRENZE. Con un peschereccio davanti alla sede Ue di Bruxelles. L'impresa è stato possibile a Greenpeace che ha montato un grande modello dell'imbarcazione davanti al palazzo del Consiglio europeo al cui interno i Ministri per la pesca dell'Ue stanno negoziando le quote per il 2011. "Europa: più pesci e meno pesca" è stato lo slogan riportato sulle fiancate del peschereccio per chiedere un cambio di marcia all'Ue dato che, secondo l'associazione ambientalista, Bruxelles ha drammaticamente fallito nel gestire le attività di pesca favorendo gli interessi di un sistema distruttivo che ha portato al collasso gli ecosistemi e gli stock ittici.

«Alcuni pescherecci della flotta europea possono arrivare a misurare oltre 100 metri di lunghezza e annientare un ecosistema con una sola calata di pesca - ha dichiarato Giorgia Monti, responsabile della campagna Mare di Greenpeace Italia in azione a Bruxelles - Invece di eliminare gli ultimi pesci rimasti, è ora che i nostri Ministri eliminino subito i pescherecci responsabili della distruzione dei nostri mari e pongano fine alla pesca eccessiva». I dati parlano di un novanta per cento degli stock europei ormai sovrasfruttato, quindi l'Europa deve rivedere entro il 2012 la propria Politica comune della pesca puntando al recupero delle risorse ittiche e assicurando un buono stato di salute a tutto l'ecosistema marino.

«Mentre le flotte diventano sempre più efficienti e industrializzate i posti di lavoro diminuiscono, e con essi i pesci nei nostri mari. La nuova Politica comune della pesca dovrebbe far pescare meglio, con sistemi più selettivi e non distruttivi e avviare piani per una temporanea riduzione delle catture mirati alla riabilitazione degli stock» ha ripreso Monti. Per questo Greenpeace ha chiesto ai ministri dell'Unione europea di bandire le attività di pesca da aree chiave per la riproduzione degli stock. «Per salvare i mari e le loro risorse è necessario tutelare il quaranta per cento degli oceani con riserve marine, aree di particolare rilevanza biologica in cui sia vietata ogni forma di prelievo o di contaminazione. Solo così, sarà possibile garantire un futuro certo alla pesca e a tutti coloro che da essa dipendono» ha concluso Monti.

 

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