[10/12/2010] News

Buone notizie per i gorilla di montagna

LIVORNO. Le analisi dei dati del censimento svolto tra il marzo e l'aprile  2010 «Indica che vi erano un totale di 480 gorilla di montagna, Gorilla beringei beringei, in 36 gruppi con 14 maschi silverback solitari, nel massiccio dei Virunga , che comprende tre parchi nazionali contigui: Parc National des Virunga nella Rdc (Repubblica democratica del Congo, ndr) Parco Volcanoes National Park in Rwanda e Mgahinga Gorilla National Park in Uganda. L'unico altro luogo in cui i gorilla di montagna esistono è il Bwindi Impenetrable National Park in Uganda. Insieme ai 302 gorilla di montagna censiti nel Bwindi ed ai quattro gorilla di montagna rimasti orfani nel 2006 in un santuario nella Rdc, questo porta popolazione totale del mondo a 786 individui».

 Il "Virunga Massif mountain gorilla census" è stato condotto dalle autorità delle aree protette dei tre Paesi: l'Institut congolais pour la conservation de la nature, il Rwanda development board e l'Uganda wildlife authority, e supportato . dall'International gorilla conservation programme (Igcp), una coalizione formata dall'African wildlife foundation, dal Wwf,  Fauna & Flora International, Max Planck Institute for evolutionary anthropology, Dian Fossey gorilla fund - International and the mountain gorilla veterinary Project. I fondi per il censimento sono stati forniti attraverso la Greater Virunga transboundary collaboration da Wwf  Sweden, Fair play foundation e Direzione generale per la cooperazione internazionale olandese.

L'ultimo censimento svolto nel massiccio dei Virunga era avvenuto nel 2003 ed allora la popolazione di gorilla era stata stimata in 380 individui. Il dato attuale rappresenta un aumento del 26,3% della popolazione di gorilla di montagna in questa area negli ultimi sette anni, con un tasso di crescita annuale del 3,7%. L'Igcp sottolinea che «Questo aumento della popolazione si è verificato nonostante l'uccisione di non meno di 9  gorilla di montagna, in quattro diversi incidenti, durante questo periodo di tempo».

Dei 480 gorilla di montagna censiti, 352 (73%) sono "habituated" (349 in gruppi e tre maschi solitari) e 128 sono "unhabituated" (117 in gruppi e 11 maschi solitari).

Augustin Basabose, coordinator  specie dell'Igcp, spiega che «Questa popolazione ha fatto un recupero assolutamente notevole dai circa 250 individui che esistevano solo tre decenni fa. Questo recupero è dovuto alla collaborazione infaticabile di molte organizzazioni e istituzioni nella Repubblica democratica del Congo, Rwanda e Uganda. Lo stesso censimento è stato un esercizio di collaborazione e l'Igcp a svolto un ruolo guida per attrarre il supporto per il censimento e nel coordinamente di tutte le istituzioni e le organizzazioni partecipanti. Più di 1.000 km sono stati sistematicamente percorsi da sei team misti di settantadue persone provenienti da Rdc, Rwanda e Uganda. I team hanno coperto l'intero range e hanno meticolosamente documentato nuove tracce fresche dei gruppi di gorilla di montagna. L'analisi genetica dei campioni di  feci raccolti sono stati analizzati per identificare e correggere eventuali sovrapposizioni di individui o gruppi, assicurando la più accurata stima della popolazione».

Anche se gorilla di montagna vengono monitorati abitualmente, il censimento periodico delle loro popolazioni è uno step necessario per la salvaguardia di questa grande specie carismatica che ha subito l'impatto delle più crudeli e devastanti attività dell'uomo che hanno messo a rischio la sopravvivenza di questi nostri "cugini" primati. Maryke Gray, coordinatore del 2010 Virunga Massif mountain gorilla census e technical advisor dell'Igcp, sottolinea che «Il censimento permette a tutti noi che lavoriamo nella conservazione di creare un punto di riferimento. Come ogni censimento, fissa la popolazione in un punto specifico nel tempo. Questo "benchmark" ci permette di valutare lo stato di questa popolazione nel suo complesso e di regolare di conseguenza i nostri sforzi di conservazione. L'obiettivo del censimento non è stato solo quello di valutare il livello di popolazione di gorilla di montagna, ma anche il loro livello di salute. Le analisi condotte su campioni di feci contribuirà ad uno screening della salute più completo mai fatto per qualsiasi popolazione scimmie  selvatiche. I risultati potranno inoltre essere estremamente utili per fare confronti tra le popolazioni e tra i gruppi abituali ed inabituali. Questi risultati non serviranno  solo come base per comprendere lo stato di salute del gorilla di montagna, ma possono anche fornire intuizioni sull'esposizione nel passato e in futuro ad  agenti patogeni umani».

Il censimento non ha registrato sola la presenza di gorilla di montagna ma anche di altri grandi mammiferi e delle attività illegali come il taglio di bambù e di pericoli. Il rapporto completo del censimento, che sarà disponibile nel 2011, comprende dettagli sulle dinamiche della popolazione e sulla distribuzione della popolazione dei gorilla dei Virunga, così come la struttura e la composizione genetica della popolazione. Questi dati forniranno una base scientifica che servirà all'Igcp e ad altre istituzioni ed Ong ambientaliste di pianificare gli sforzi collettivi di salvaguardia.

Ma naturalmente in un'area turbolenta come quella della Rdc orientale  e dei Grandi Laghi on ci sono solo le buone notizie: insieme al confortante e per certi versi inaspettato aumento dei gorilla dei Virunga, tutte le  minacce alla sopravvivenza degli ancora pochi individui di questa specie restano intatte. Recentemente, durante un pattugliamento di 5 giorni, un team coordinato ha scoperto e distrutto più di 200 trappole nel massiccio dei Virunga. Anche se i bracconieri normalmente non puntano direttamente ai gorilla di montagna, i lacci e le trappole che tendono sono comunque una seria minaccia anche per questi primati.

Matt Lewis, senior program officer del Wwf international, specializzato nella salvaguardia delle specie africane, evidenzia che «Questi risultati sorprendenti sono stati resi possibili solo grazie alla buona volontà delle comunità dei dintorni ed al duro lavoro e alla dedizione dei rangers, molti dei quali hanno perso la vita, che hanno lavorato per proteggere i gorilla. Il Wwf continuerà a fornire all'International gorilla conservation program il sostegno di cui ha bisogno per proteggere i gorilla di montagna, visto che il conflitto e la deforestazione continuano ad essere gravi minacce».

Il direttore dell'Igcp, Eugene Rutagarama, conclude: «Noi dell'Igcp siamo orgogliosi del contributo che abbiamo dato per la conservazione dei gorilla di montagna nel corso degli ultimi 20 anni e continuiamo a dare un vigile sostegno alla collaborazione transfrontaliera e a coloro che sono  in prima linea nei parchi e nelle comunità circostanti. Collettivamente, non possiamo abbassare la guardia in materia di salvaguardia di questi incredibili animali. Perché i gorilla di montagna sono forti fisicamente, ma sono anche incredibilmente vulnerabili».

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