[06/12/2010] News

Per i parchi omissione di soccorso

PISA. Che sui parchi ormai ogni giorno piova di tutto  è fin troppo  evidente. E lo è anche il fatto che i soldi c'entrano solo in parte e talvolta poco. Persino il parco dello Stelvio che di annetti ne ha abbastanza è in crisi. Bolzano e Trento di stare con la Lombardia non ne hanno più voglia e la mollano. Insomma chi ha teorizzato in nome della padania che ognuno è bene faccia i suoi comodi a casa propria è ripagato con la stessa moneta. E non c'è certo da rallegrarsene perché lo Stelvio non ci guadagnerà nulla né nelle due province speciali né nella possente Lombardia i cui parchi regionali peraltro - vedi il Ticino - pur di puro sangue padano non se la spassano. E non se la spassano neppure quelli meno speciali del sud. E se i parchi nazionali sono alla canna del gas quelli regionali in Piemonte, nel Lazio, ma anche in regioni meno ostili devono fare i conti ogni giorno con nuovi guai. E tuttavia la risposta delle istituzioni e degli stessi parchi sembra non andare al di là di qualche auspicio e richiesta di ridurre i tagli.

Si configura una sorta di ‘omissione di soccorso politico-istituzionale' da parte di chi dovrebbe ormai avere capito che la crisi maturava da tempo e molto prima che all'orizzonte comparissero Tremonti e Calderoli l'uno con le forbici del bilancio e l'altro con quelle istituzionali mentre la Prestigiacomo nemmeno se la filano. E' sorprendente che dinanzi ad un simile sfacelo che conferma per i parchi un futuro alla Pompei si levino così poche voci e così flebili quasi si avesse paura delle stesse parole. Eppure è lo stesso ministro Prestigiacomo (Nella foto) a dire che l'anno prossimo sarà anche peggio perché ci sarà ancora meno trippa per gatti.

D'altronde che sia meglio chiudere i parchi o ricondurli a gestioni più caserecce  lo sostengono anche livelli istituzionali e regioni che dovrebbero pensare e fare bel altro. Se la scuola avesse reagito come i parchi sarebbe già chiusa.

Le rappresentanze istituzionali e specificamente anche quelle dei parchi si provino a darsi una mossa. Non risulteranno sgarbate ma solo più consapevoli dei rischi che corrono i nostri parchi.

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