[03/12/2010] News

Autodemolitori, fine di un ciclo

Riceviamo e pubblichiamo questa lettera aperta rivolta al ministro dell'ambiente che ci è stata inviata anche a noi per conoscenza

Spett.le Ministro,

chi scrive è Roberto Capocasa titolare della ditta Recfer S.n.c. centro di autodemolizione con sede in Via Val Tiberina n.137 - San Benedetto del Tronto (AP), con circa venti dipendenti che oggi è costretto a mandare molta gente a casa e come me quasi tutte le aziende che operano nel settore di autodemolizione. Il calo di auto che c'è oggi in Italia nei nostri centri tocca punte fino al 70% in quanto le poche auto da demolire vengono esportate e quasi tutto in nero, prassi molto comune dai concessionari di auto in quanto un auto che viene data per essere rottamata non potrebbe essere esportata. Nel 2009 lo stato dava l'incentivo alla rottamazione per le auto euro zero,uno,due  perché inquinanti,oggi le stesse le vediamo esportate verso la Bulgaria o paesi dell'est. L'impoverimento delle auto comporta anche un impoverimento anche di rottame in Italia e domani saremo costretti ad importare la materia prima a costi maggiorati. Inoltre il famoso Network che le Case Costruttrici tanto esaltano di fronte alla Comunità Europea non funziona non è omogeneo. Molte Case Costruttrici hanno Province scoperte e siccome i rifiuti devono viaggiare il meno possibile o danno le auto a demolitori distanti oltre kilometri 300 oppure a coloro che dell'ambiente non importa nulla. Quali i rimedi?Basterebbe che chi esporta abbia un documento a chi và l'auto previa fattura e che venga abolita la possibilità a chiunque di andare in una agenzia e esportare l'auto senza nessuna tracciabilità, che le case costruttrici si assumano le proprie responsabilità sia a livello ambientale sia per far sopravvivere i centri di rottamazione in un momento che il mercato segna un segno meno. Mi auguro che la S.V. prenda in considerazione il problema che come uno tsunami sta distruggendo quelle aziende serie che hanno investito per mettersi in regola, basti pensare che ognuno di noi per mettersi in regola con il Sistri ha dovuto spendere migliaia di Euro e che a tutt'oggi tale sistema non funziona e forse non funzionerà mai, e oggi sono costrette a chiudere. Con osservanza 

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