[01/09/2009] News

L’Africa una e trina sulla via di Copenhagen

LIVORNO. Il Comitato dei 10 per i cambiamenti climatici dell'Unione africana (Ua), che si è riunito a Tripoli, in Libia, ai margini dei lavori della sessione straordinaria dei Capi di Stato e di governo africani dedicata ai conflitti nel Continente, ha confermato il mandato all'Algeria di rappresentare l'Africa nelle ultime tappe della road map di Bali e poi al summit Onu di Copenhagen.

Per far contenta l'Etiopia, che solo pochi giorni fa aveva avanzato la sua candidatura alternativa a quella dell'Algeria, il Comitato ha affidato al discusso premier etiope Meles Zenawi il compito di illustrare a nome dell'Ua la posizione comune dell'Africa alla Conferenza di Copenhagen. L'Etiopia ha ottenuto questo riconoscimento anche perché ha fatto valere uno dei pochi punti di forza del regime: quello di essere uno dei rari Pesi del mondo ad aver inserito la protezione dell'ambiente nella sua Costituzione.

Un contentino è arrivato anche ad un altro eterno ex dittatore marxista-leninista e poi presidente liberista "democraticamente" eletto: il congolese  Denis Sassou N'guessou che parlerà a nome di tutta l'Africa il 22 settembre a New York, all'incontro di alto livello sul cambiamento climatico voluto dal segretario generale dell'Onu Ban Ki-moon.

Il ministro degli esteri dell'Algeria, Mourad Medelci, ha dichiarato visibilmente sollevato all'agenzia di stampa Aps: «Al momento, siamo nella fase più intensa dei negoziati sul cambiamento climatico. Il Gruppo dei 10 è uscito dalla riunione con più chiaroveggenza, con più coerenza per prendersi in carico questa questione molto complessa e della più grande importanza».

Ieri a Tripoli il presidente algerino Abdelaziz Buteflika aveva detto che la posizione comune africana sui cambiamenti climatici, elaborata ad Algeri nel novembre 2008 e messa in chiaro a Nairobi nel maggio 2009, attesta la volontà comune di parlare con una sola voce nelle arene negoziali internazionali. L'Africa non è per niente responsabile del degrado del clima causato da un secolo dalla concentrazione di gas serra in atmosfera. Ancora oggi, non contribuisce che in maniera irrisoria alle emissioni di gas serra, con meno del 4% del totale mondiale. L'Africa fornisce, con i suoi ecosistemi e le sue vaste foreste, un contributo inestimabile al mantenimento dell'equilibrio ecologico mondiale, ma il Continente nero subisce già gli effetti dei cambiamenti climatici.

Intanto l'Etiopia non rinuncia a svolgere un ruolo di prima fila nelle ed ha annunciato che il 3 settembre L'African partnership forum (Apf) terrà una riunione speciale sul cambiamento climatico ad Addis Abeba.

La Commissione economica dell'Onu per l'Africa conferma ed annuncia che la riunione sarà presieduta da Zenawi in persona e che «verranno esaminate le preoccupazioni immediate e le attese dell'Africa sul cambiamento climatico: Gli aspetti relativi agli sforzi di riduzione ed adattamento, alla tecnologia ed ai finanziamenti saranno g oggetto di un'attenzione particolare».

Nella capitale etiope ci saranno anche i ministri dell'ambiente di Algeria, Burkina Faso, Camerun, Kenya, Mozambico, Repubblica democratica del Congo, Rwanda, Sierra Leone, Sudan,Uganda, ma ci sarà anche Nicholas Stern, presidente del Grantham research Institute on climate change and the environment ed autore del notissimo rapporto che porta il suo nome, il presidente della Commissione dell'Ua Jean Ping ed il direttore del Nuovo partenariato per lo sviluppo dell'Africa (Nepad).

L'African partnership forum è stato creato nel 2003 e punta ad allargare il dialogo tra il Nepad ed il G8 ai principali partner per lo sviluppo bilaterale e multilaterale dell'Africa.

Torna all'archivio