[02/12/2010] News

Consumi ancora in calo, fatturati outlet ancora in crescita

LIVORNO. Confcommercio ci fa sapere che rispetto alla media di 1354 euro di spese destinate da una famiglia italiana alle festività natalizie del 2009 (comprendendo evidentemente anche eventuali vacanze), quest'anno scenderemo a quota 1337 euro, con un calo percentuale  dell'1,2% al netto della variazione dei prezzi. Le aree di spesa che subiranno una maggiore contrazione saranno abbigliamento, calzature, sport e accessori (-4%) e libri, cd e dvd (-1,2%); al palo invece profumeria e cura del sé, giocattoli e altri giochi, e telefonia; cresce la spesa per generi alimentari (+0,6%) e per piccola e media tecnologia, come IPod e tablets (+2,7%) e per elettrodomestici, mobili ed elettronica di consumo (+0,5%),  computer e accessori (+1,5%). Per alimenti e bevande gli italiani spenderanno 2,1 miliardi (+2% rispetto al 2009), mentre cala la spesa per abbigliamento e calzature (-0,3%).

In realtà sugli stessi giornali che danno ampio spazio alle stime di Confcommercio, troviamo altri dati solo apparentemente in contrasto (e solo in parte giustificabili con l'arrivo di nuovi consumatori russi e cinesi), come la presentazione dei bilanci 2010 dei vari outlet (anche qui sono stime, anticipate per accaparrarsi qualche titolo in piena fase di shopping natalizio): oggi per esempio Il Corriere ha raccolto la soddisfazione dell'outlet di Barberino del Mugello, che chiuderà l'anno con un + 7,5% di fatturato e con la previsione di ampliare la propria Disneyland dei consumi di altri 6mila metri quadri di griffe e vetrine scintillanti, mentre Italia Oggi regala una pagina al gruppo McArthurGlen che chiuderà il 2010 con addirittura +16% di fatturato italiano.

Per quanto riguarda invece l'andamento dell'economia nel suo complesso, l'Ufficio Studi di Confcommercio ha rivisto al rialzo la stima del Pil per il 2010 (da +0,7% a +1%), abbassando però nello stesso tempo quella per il 2011 (da +1% a +0,9%). L'inflazione è giudicata sotto controllo (+1,6% nel 2010 e +1,8% nel 2011), mentre i consumi delle famiglie sono visti sempre bassi (+0,4% nel 2010 e +0,9% nel 2011). Uno spruzzo di ottimismo Confcommercio poi prova a darlo comunque, dando per scontato che "la recessione è tecnicamente finita". Noi sappiamo bene che non è così, tanto che poche righe sotto ammettono che per "la vera guarigione dell'economia bisognerà aspettare però il 2012 (+1,3% il Pil e +1,6% i consumi delle famiglie)". Ma sappiamo anche che il problema non è affatto quantitativo bensì qualitativo: nell'ormai stanco dibattito sulla decrescita più o meno felice abbiamo sottolineato più volte che il cuore del problema è in realtà quello di capire cosa può (e deve) crescere anche quantitativamente, e cosa invece non deve crescere neppure qualitativamente.

E per qualità intendiamo prodotti a bassa impronta ecologica, che può voler dire per esempio  realizzati in materiale riciclato (riteniamo un po' troppo pilatesco sostenere magari con enfasi - ormai lo troviamo dappertutto - che il prodotto è riciclabile... Da chi? A quale prezzo? Per ri-produrre cosa e per quale mercato?), con una ridotta produzione di scarti, un imballaggio minimo e un basso consumo di energia...

Torna all'archivio