[01/12/2010] News

Ambiente e crescita? Per l'Eea possibili entrambe se l'Ue sta attenta a risorse, ecosistemi e cambiamento climatico

LIVORNO. L'European Environment Agency (Eea - Agenzia europea dell'ambiente) ha pubblicato il suo quarto Environment state and outlook report - Soer 2010" che viene definito «Una valutazione esauriente di come e perché sta cambiando l'ambiente in Europa e di cosa stiamo facendo a riguardo». L'Eea ha sede a Copenaghen ed ha lo scopo di contribuire a un miglioramento significativo e misurabile dell'ambiente in Europa, fornendo informazioni tempestive, mirate, pertinenti e affidabili ai responsabili delle politiche e al pubblico. E' un'agenzia dell'Ue che non si occupa solo dei 27 Paesi comunitari ma comprende tra i suoi membri anche Norvegia, Svizzera e Turchia, mentre i 6 paesi balcanici (Albania, Bosnia-Erzegovina, Croazia, l'ex Repubblica iugoslava di Macedonia, Montenegro e Serbia) sono "cooperanti".

Il Soer è la più importante valutazione dell'Eea, viene pubblicato 5 anni e punta a fornire informazioni sullo stato, sulle tendenze e sulle prospettive dell'ambiente in Europa, comprese le cause, gli impatti e le potenziali risposte. L'edizione del 2010 comprende quattro elementi chiave: Valutazioni tematiche sulle questioni ambientali fondamentali (cambiamento climatico, biodiversità, sfruttamento del suolo, inquinamento atmosferico, ambiente marino, consumi ecc.), ognuna accompagnata da fatti e tendenze pertinenti; Valutazione delle megatendenze globali rilevanti per l'ambiente europeo; Valutazione dei singoli Paesi; Relazione di sintesi-integrata.

Secondo il rapporto «Un approccio completamente integrato, volto a trasformare l'Europa in un'economia verde ed efficiente sotto il profilo delle risorse, può garantire un ambiente sano, nonché promuovere la prosperità e la coesione sociale». La valutazione dell'Eea sottolinea che «La domanda globale di risorse naturali per l'alimentazione, l'abbigliamento, l'alloggio e il trasporto della popolazione è in aumento. Questa domanda crescente di capitali naturali esercita una pressione sempre maggiore sugli ecosistemi, sulle economie e sulla coesione sociale in Europa e nel resto del mondo».

La direttrice esecutiva dell'Eea, Jacqueline McGlade, sottolinea che «Sia in Europa, sia sull'intero pianeta, consumiamo più risorse naturali di quanto sia ecologicamente sostenibile. Il cambiamento climatico è finora il segno più evidente di instabilità, ma una serie di tendenze a livello mondiale fanno presagire rischi sistemici maggiori per gli ecosistemi in futuro. La natura della crisi finanziaria in corso dovrebbe fornirci un elemento di riflessione. Non esistono facili soluzioni; i legislatori, le imprese e i cittadini devono collaborare per trovare modi alternativi che consentano di sfruttare le risorse in modo più efficiente. Le premesse per le iniziative future esistono: il compito primario è favorirne il consolidamento e lo sviluppo».

Ma il rapporto spiega che per una svolta radicale verso una green economy efficiente sotto il profilo delle risorse «E'necessario che tutte le risorse ambientali (la biodiversità, il suolo, il carbonio, i fiumi, i mari e l'aria che respiriamo) siano prese pienamente in considerazione nelle decisioni relative alla produzione, al consumo e al commercio globale».

Il Soer 2010 evidenzia anche la necessità di «Una maggiore comprensione dei legami esistenti fra il cambiamento climatico, la biodiversità, l'uso delle risorse e la salute umana, e del modo in cui strumenti quali la pianificazione del territorio, la riforma fiscale ecologica, la prevenzione dell'inquinamento, il principio di precauzione e la contabilità delle risorse possono sostenere un approccio per la loro gestione basato sul capitale naturale».

Il rapporto Soer 2010 conferma però che «In Europa politiche ambientali valide continuano a migliorare l'ambiente senza compromettere il potenziale di crescita» e presenta i principali risultati e raccomandazioni:

Cambiamento climatico: «L'Unione europea ha compiuto progressi nella riduzione delle emissioni e nella diffusione delle energie rinnovabili. Nel 2009, le emissioni nell'EU-27 sono diminuite del 17% rispetto ai livelli del 1990, avvicinandosi quindi all'obiettivo comune di una riduzione delle emissioni del 20% entro il 2020. Tuttavia, le tendenze settoriali non sono tutte positive. Nell'EU-27 le emissioni derivanti dai trasporti sono aumentate del 24% tra il 1990 e il 2008.

Adattamento al cambiamento climatico: «Anche se l'Europa raggiungesse i suoi obiettivi in materia di riduzione delle emissioni e i leader mondiali si accordassero su azioni forti nei negoziati in corso a Cancún, in Messico, l'Europa dovrà comunque adattarsi agli impatti del cambiamento climatico attuali e previsti per il futuro. Una gestione accurata del capitale naturale può contribuire ad affrontare queste sfide».

Biodiversità, ecosistemi e salute umana: «La rete Natura 2000 delle aree protette, che attualmente copre circa il 18% del territorio dell'UE, ha contribuito a proteggere specie minacciate e a preservare aree verdi per il tempo libero. La normativa in materia di qualità dell'aria e dell'acqua ha ridotto la pressione sulla biodiversità e sulla popolazione. D'altro canto, l'intensificazione dello sfruttamento del suolo, la perdita di habitat e la pesca eccessiva hanno impedito all'Ue di raggiungere l'obiettivo di arrestare la perdita di biodiversità entro il 2010.

Soluzioni integrate con prospettive globali: «Mostrando le numerose interazioni tra le diverse sfide, ambientali e di altro tipo, Soer 2010 ci spinge a intensificare le azioni integrate tra i diversi settori delle politiche interessate da tali sfide, al fine di assicurare miglioramenti più rapidi e ottimizzare i benefici correlati (per esempio mitigare il cambiamento climatico e migliorare allo stesso tempo la qualità dell'aria).

Efficienza delle risorse: «La sicurezza degli alimenti, dell'energia e dell'acqua sono fattori chiave per lo sfruttamento del suolo, poiché vi è un aumento di domande spesso contrastanti (per esempio di alimenti, mangimi e carburante). Una contabilità e una fissazione dei prezzi che tengano conto pienamente delle conseguenze dell'utilizzo delle risorse sono essenziali per indirizzare le aziende e i consumatori verso una migliore efficienza delle risorse.

Coinvolgimento dei cittadini: «La politica da sola non può fermare o invertire le tendenze ambientali. Dobbiamo aumentare il numero di cittadini impegnati a ridurre il proprio impatto sull'ambiente, coinvolgendoli nella raccolta di dati e attraverso i media sociali».

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